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Morte delle sorelle Agrati a Cerro Maggiore, dissequestrati i bene del fratello

Il patrimonio di Agrati è tornato libero dopo l'estinzione del processo civile con cui i nipoti avevano chiesto per lui il riconoscimento dell'indegnità a succedere

incendio via roma cerro maggiore

Giuseppe Agrati potrà tornare in possesso dei suoi beni. Il patrimonio dell’uomo, accusato del duplice omicidio – aggravato da premeditazione e incendio – delle due sorelle Maria e Carla, morte nell’incendio che distrusse l’abitazione di via Roma a Cerro Maggiore nel 2015, era stato posto sotto sequestro a seguito della richiesta avanzata dai nipoti davanti al giudice civile per il riconoscimento dell’indegnità a succedere dello zio.

Il Tribunale di Busto Arsizio, però, nei giorni scorsi, accogliendo l’eccezione della difesa di Agrati, ha dichiarato estinto il giudizio di merito, dal momento che i nipoti si sono anche costituiti parte civile nel processo penale che vede imputato l’uomo per l’omicidio delle sorelle: comportamento che, di fatto, costituisce una rinuncia al processo che avevano proposto in sede civile.

I legali di Giuseppe Agrati nei giorni scorsi hanno quindi presentato ricorso contro il sequestro conservativo che era stato a suo tempo disposto, e il patrimonio dell’uomo è tornato libero e disponibile. Risultato che costituisce fonte di soddisfazione per i difensori, che da tempo denunciavano la lesione del diritto di difesa di Agrati causata proprio dal sequestro.

Ora per il fratello delle due donne morte nell’incendio non rimane che attendere il processo davanti alla Corte d’Assise. Il giudice per l’udienza preliminare aveva deciso di rinviare l’uomo a giudizio a seguito della perizia effettuata su richiesta della difesa, che aveva confermato la sua capacità di stare in giudizio.

Agrati era stato arrestato a novembre dello scorso anno. L’uomo, unico superstite del terribile incendio nel quale persero la vita le sue due sorelle, è indagato per duplice omicidio da marzo 2019. Le indagini sul rogo erano state riaperte dopo che la Procura Generale di Milano aveva avocato il fascicolo aperto a suo carico a seguito dell’opposizione presentata da un nipote delle due donne rispetto alla richiesta di archiviazione della Procura di Busto Arsizio.

Con la riapertura delle indagini, sulla scena dell’incendio erano stati svolti nuovi sopralluoghi, anche con la presenza della Scientifica. Secondo la tesi degli inquirenti, l’uomo avrebbe appiccato l’incendio che distrusse la casa di via Roma e spezzò la vita di Maria e Carla solo per questioni economiche. Ora Agrati sarà chiamato ad affrontare il processo davanti alla Corte d’Assise: la prima udienza è stata fissata per il prossimo 26 ottobre.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 26 Luglio 2020
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