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Assemblea nazionale PD: c’è anche un canegratese

Gianluca Pessoni, segretario dem di Canegrate, parteciperà alla riunione di sabato 19. E' l'unica voce del Legnanese

Segretario del PD di Canegrate, capogruppo di maggioranza nel suo Comune, ex assessore e in politica dal 1995. E' questo il ritratto di Gianluca Pessoni, 49 anni, perito chimico e venditore di strumentazione scientifica, nonchè unica voce del Legnanese a partecipare all'assemblea nazionale del Partito Democratico in calendario per sabato 19. Pessoni, infatti, è il solo, tra i mille membri dell'organo partitico, della nostra zona. E proprio con lui, in vista dell'appuntamento del fine settimana, abbiamo parlato dello scenario che si apre per il PD e l'Italia in queste ore di convulse trattative politiche.

Unica voce del Legnanese in Assemblea nazionale. Che apporto pensi di portare? Come leggi la situazione che si prospetta ora per il Partito Democratico?

Siamo davanti a una scelta: se proseguire con un reggente o se optare per un congresso e le primarie. Entrambe le scelte hanno vantaggi e svantaggi: la prima permetterebbe sicuramente, al nostro interno, di rivedere le regole statutarie, pensate per un sistema bipolare, la seconda, optare per un congresso, non è mai di per sè negativa perchè permetterebbe di coinvolgere la base, ma è altrettanto vero che in questo momento, forse, ricorrere per la terza volta in tre anni e mezzo alle primarie porterebbe un calo e un'ulteriore divisione tra di noi. Per quanto mi riguarda, quindi, la prima opzione sarebbe la scelta preferibile: andare avanti con un reggente, ma con un'unità reale e non di facciata. Io sono entrato in Assemblea nazionale come sostenitore della linea Renzi – Martina. In questo momento, però, mi interessa confrontarmi sui temi, credibili, concreti e solidi da presentare ai nostri e ai cittadini, più che fermarci a parlare di personaggi politici. Vorrei che l'unità fosse davvero su una politica alternativa a quella dello spettacolo onestamente poco edificante che ci stanno dando i nostri potenziali vincitori.

Come pensi che il Partito Democratico, ormai spesso percepito come lontano dalle esigenze delle persone più "bisognose", possa recuperare consenso tra questa fascia della popolazione?

Se avessi la ricetta probabilmente sarei segretario (ride). Ci sono sicuramente una serie di concause: è vero che c'è stata un'ondata di populismo, è vero che c'è individualismo, ma non si può dare sempre la colpa agli elettori. Sicuramente abbiamo sottovalutato molti effetti, che poi sono stati ingigantiti da una struttura di media che personalmente non mi piace perchè dà spazio a tutti gli estremismi della tv del dolore che si aggiungono a sistema informativo, anche dei social, che è davvero deludente e credo vada ripensato totalmente. Tante volte, però, abbiamo gestito male alcune cose o, perlomeno, non siamo stati chiari. Esempio: il fenomeno dell'immigrazione. Laddove la forte ondata migratoria è andata a integrarsi nei quartieri popolari storicamente di sinistra – questo non vuole giustificare alcuna politica razzista o idee che ci sono anche nel nostro elettorato, inutile che ce lo nascondiamo, che vedono nello straniero il problema – è giusto ammettere che spesso abbiamo risposto con slogan e non con politiche concrete. Questo è uno dei fattori. Poi c'è tutta una fascia di popolazione che è sicuramente delusa e disincantata che quando parliamo di aumento del PIL non viene toccata. Lo dobbiamo capire. Non possiamo dare risposte assurde come il reddito di cittadinanza – come vediamo i nostri due presunti vincitori Di Maio e Salvini che poi probabilmente torneranno al REI che ha fatto Renzi – ma dobbiamo capire che non possiamo parlare solo di PIL. C'è una fascia di popolazione esclusa dal mondo del lavoro. Dobbiamo costruire programmi totalmente alternativi al populismo, che siano realisti e più adatti anche agli starti più bassi della popolazione. Noi dobbiamo essere un partito europeista, ma denunciando anche le storture che ci sono. L'Europa non può essere solo finanziaria.

Qual è la tua opinione su un eventuale governo Lega – 5 Stelle che si sta profilando in queste ore?

Io la vedo malissimo. Ma credo soprattutto che gli elettori vadano rispettati. Già adesso Lega e 5 Stelle si stanno scontrando con promesse irrealizzabili, fumo negli occhi, e credo che l'elettorato stia già iniziando a capirlo. Serve trovare una sintesi. Andare a votare ora non servirebbe a nulla senza una diversa legge elettorale. Con quella attuale, inutile negarlo, serve un accordo tra due dei tre poli. E questo non poteva arrivare con il PD. Un eventuale accordo con i 5 stelle la nostra base non lo avrebbe mai accettato, ma non perchè lo ha detto Renzi, ma perchè è davvero così. Chiunque parli davvero con la base, lo sa. E a proposito di chi dice che bisogna tornare alla base e ai circoli: è vero, ma che non sia una presa in giro. Abbiamo perso molta penetrazione nelle classi sociali.

Redazione
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Pubblicato il 16 Maggio 2018
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