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Discarica Cerro, «un no deciso oltre il colore politico»

L'accordo di programma del 1999 e un fattore di pressione già ampiamente superato sono le "armi" con cui Cerro e Rescaldina hanno intenzione di scacciare lo spettro della discarica bis

L'accordo di programma del 1999 e un fattore di pressione già ampiamente superato: sono queste le "armi" con cui Cerro Maggiore e Rescaldina hanno intenzione di scacciare lo spettro della discarica bis, tornato ad allungarsi dopo che Ecoceresc ha presentato una valutazione di Impatto Ambientale a Città Metropolitana per una discarica controllata di rifiuti speciali non pericolosi inorganici da realizzare al polo Baraggia. 

La presa di posizione delle due amministrazioni è netta e va «al di là del colore politico: una scelta forte contro lo spiraglio di vedere aperta una discarica che a fine anni ‘90 aveva creato tantissimi problemi e un fortissimo malcontento nella popolazione. Mai e poi mai – ribadiscono ad una sola voce Nuccia Berra e Michele Cattaneo, primi cittadini rispettivamente di Cerro Maggiore e Rescaldina –apriremo nuovamente quello che è stato un buco nero in questa zona e per questo abbiamo deciso di muoverci insieme per dire un no secco e deciso a quello che si sta prospettando».

Nell'attesa di un incontro con il vicesindaco di Città Metropolitana Arianna Censi e il consigliere delgato all'ambiente Pietro Mezzi, che dovrebbe essere fissato a stretto giro di posta, sono soprattutto due gli aspetti contro i quali Berra e Cattaneo puntano il dito. 

In primis l'accordo di programma di venti anni fa per il ripristino di adeguate condizioni ambientali e di riqualificazione territoriale del Polo Baraggia: accordo le cui finalità, ad oggi, non sono state completamente assolte, in base al quale non era prevista la possibilità di conferire altri rifiuti. Poi il fattore di pressione, criterio localizzativo per le discariche che punta ad evitare concentrazioni eccessive di rifiuti in base al rapporto tra il quantitativo di rifiuti e l'estensione del territorio, nell'ottica di tutelare l'ambiente e la salute pubblica pur garantendo un corretto dimensionamento delle aree adibite a discarica. Valore che al momento alle due amministrazioni non risulta rispettato.

«Per la comunità di Rescaldina è intollerabile anche solo il pensiero di poter aggiungere anche solo un rifiuto al sito del Polo Baraggia – sottolinea Michele Cattaneo –. La pressione ambientale dovuta ai rifiuti sulla nostra zona è già oltre l'umanamente sopportabile: la discarica di Gerenzano posta a confine, la discarica di Gorla Maggiore a meno di 5 km di distanza dicono che per il nostro territorio è davvero impensabile che si possa anche solo ipotizzare l'apertura di una nuova discarica, di qualsiasi tipo di rifiuti si stia parlando. Al momento della chiusura della discarica era stato siglato un accordo di programma che diceva chiaramente "mai più un rifiuto". A questo impegno ci atteniamo e a questo impegno riteniamo tutti si debbano attenere, Regione Lombardia in primis». 

«Qui dobbiamo metterci in testa che nell’accordo di programma del settembre 1999 veniva sancito il recupero mediante ritombamento con terre e rocce da scavo e tale previsione aveva di fatto recepito la decisione delle amministrazioni locali di procedere con un recupero ambientale che non potesse in alcun modo derivare dalla realizzazione di un nuovo sito di discarica con nuovi conferimenti di rifiuti – gli fa eco la collega cerrese Nuccia Berra –. La società Ecoceresc s.r.l., venendo meno alla proposta fatta qualche settimana fa in sede ufficiale di conferire terre e rocce di scavo nel sito, ha invece avviato un procedimento assolutamente differente in Città Metropolitana volto all’ottenimento dell'autorizzazione per la realizzazione di una nuova discarica di rifiuti speciali non pericolosi nel terzo lotto del Polo Baraggia. Nello scritto inviato a Città Metropolitana, oltre all'accordo di programma, abbiamo sottolineato la situazione territoriale ed ambientale dell’ambito interessato che, nel raggio di 5km dall’aerale oggetto di intervento, vede la presenza di ulteriori numerose discariche già autorizzate negli anni passati per un totale di oltre 10 milioni di metri cubi di rifiuti (di tipologia inerte o non pericolosa) che determinano una situazione di inquinamento ambientale e degrado territoriale già preoccupante per la salute ed il benessere della popolazione residente».

Quella contro la discarica bis, insomma, si preannuncia già come una lotta senza quartiere. Anche perchè Cerro Maggiore e Rescaldina sono disposti a fare di tutto: «siamo disposti alla mobilitazione e a cercare tutte le vie legali per fare in modo che non succeda, metteremo in campo tutte le nostre forze e le forze dei 15mila abitanti di Cerro e dei 14mila abitanti di Rescaldina». Puntando a coinvolgere anche la Regione, (che deve essere «vero protagonista di questa battaglia» anche perchè «regionale è il piano rifiuti e soprattutto il concetto di pressione ambientale definito proprio da una delibera di giunta regionale») e a portare il tema sul tavolo del Patto dei Sindaci, che era già sceso in campo a fianco di Busto Garolfo e Casorezzo contro il progetto Solter per la discarica di rifiuti speciali nel sito ATEg11, quello, per intenderci, delle ex Cave di Casorezzo.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Gennaio 2019
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