Mantide di Parabiago: arrestata una delle figlie per l’omicidio di Fabio Ravasio
La trentenne Ariane è stata accompagnata in carcere a Como nella mattina di sabato dai Carabinieri di Legnano. È accusata di aver avuto un ruolo nella pianificazione dell'omicidio di Fabio Ravasio

È stata arrestata stamattina con l’accusa di concorso nell’omicidio di Fabio Ravasio la figlia di Adilma Pereira Carneiro. Si tratta della 30enne Ariane Pereira Carneiro, sorella di Igor Benedito già a processo insieme alla madre e ad altre sei persone per la morte del commerciante parabiaghese, investito la sera del 9 agosto 2024 mentre tornava a casa da Magenta in bicicletta.
L’arresto è stato eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Legnano che sono andati a prelevarla a casa. Su di lei pesano le dichiarazioni del barista-amante della mantide di Parabiago, Massimo Ferretti, che nell’ultima udienza del processo in Corte d’Assise che si sta svolgendo a Busto Arsizio ha puntato il dito verso la ragazza rivelando che anche lei era a conoscenza del piano per uccidere il 51enne compagno della madre proponendo «di cercare un killer tra gli zingari di Magenta». Un’accusa a cui aveva assistito anche la stessa Ariane che aveva poi reagito urlando insulti dal pubblico all’indirizzo dell’imputato, venendo poi allontanata dall’aula: «Sei un’infame di m…, bugiardo. Mettetegli la macchina della verità». La decisione del pubblico ministero Ciro Caramore di chiedere l’arresto di Ariane, però, sarebbe basata anche su altri elementi che al momento non sono stati resi noti. Più volte interrogata durante le indagini aveva rimediato anche un’accusa di false dichiarazioni.
Il fratello di Ariane
Igor Benedito ha confermato davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio quanto aveva già anticipato due mesi fa: «Mia madre ha programmato insieme a Massimo Ferretti l’esecuzione dell’omicidio». Benedito, figlio della donna soprannominata la “mantide” di Parabiago, era alla guida dell’auto che il 9 agosto 2023 ha travolto e ucciso Fabio Ravasio. Lunedì 14 luglio ha ribadito la versione dei fatti, subito dopo aver appreso che sarà sottoposto a una perizia psichiatrica. L’obiettivo è stabilire se al momento dell’omicidio fosse capace di intendere e di volere, se sia affetto da disturbi mentali e quale sia, in tal caso, il legame tra l’eventuale patologia e la dinamica dell’azione, valutando anche una possibile pericolosità sociale.
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