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Ex Tribunale, in più di 200 alle visite guidate

Tra i visitatori anche Michele Achilli, socio dello studio Canella che ha progettato l'edificio, e Riccardo Canella, figlio dello scomparso Guido

Porte aperte all'ex Tribunale di via Gilardelli: Daniele Berti lavorava da tempo a questa iniziativa e oggi, sabato 21 aprile, è riuscito a "riportare in vita" per un pomeriggio il fu palazzo di giustizia legnanese. Ottenuta l'autorizzazione da Palazzo Malinverni e superato lo "scoglio" della responsabilità civile per eventuali danni grazie ad una polizza costata 150 euro, sono più di 200 i curiosi che oggi pomeriggio, guidati dal comitato "Biblioteca sì, sprechi no", si sono addentrati tra i corridoi dell'ex ufficio giudiziario.

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Così per qualche ora le aule che per anni sono state la "culla" della giustizia cittadina sono tornate a vivere e a raccontare la loro storia. A partire da quando all'inizio degli anni '80 ha visto la luce il progetto, passando per l'inizio dei lavori, fino alla nascita vera e propria dell'edificio che ancora oggi chi passa da via Gilardelli può osservare. Edificio che, peraltro, è solamente un terzo di quello complessivamente progettato in origine, che prevedeva la realizzazione di un'altra ala simmetrica a quella esistente rivolta verso via Matteotti e, fra i due rami, uno spazio destinato a piazza coperta.

Un tuffo nell'architettura, dunque, quello a cui tanti legnanesi hanno preso parte nel pomeriggio. Ma anche un ennesimo tentativo da parte del comitato di fermare il progetto della giunta Fratus per una nuova biblioteca, o meglio centro culturale, nel parco Falcone e Borsellino. Aprire le porte della ex sede distaccata del Tribunale di Milano, infatti, aveva anche, o meglio soprattutto, lo scopo di dimostrare che – il comitato lo ripete da settimane – proprio quella di via Gilardelli, dove la giunta è intenzionata a creare una succursale di Palazzo Malinverni, potrebbe essere la soluzione per una nuova "casa dei libri" made in Legnano.

Tesi, quella del comitato, che trova la condivisione di chi quell'edificio lo ha progettato. Tra le aule del palazzo di giustizia, infatti, oggi c'erano anche due ospiti d'eccezione: l'architetto Michele Achilli, socio dello studio Canella che ha progettato la struttura, e Riccardo Canella, figlio dello scomparso Guido. «Abbiamo trovato l'edificio in ottime condizioni – spiega Michele Achilli –, del tutto rispondente al possibile uso come biblioteca o centro culturale. Non ci sono molti lavori da fare, si tratta solo di aggiornare gli impianti. Gli spazi esterni agli uffici, i corridoi, sono possibili luoghi di aggregazione e di scambio: la biblioteca non è solo un luogo dove si va a leggere, e questi spazi sono proprio l'ideale, anche se non erano pensati per questo. Abbiamo letto la relazione fatta dall'ufficio tecnico che contesta la possibilità di una biblioteca: l'amministrazione naturalmente può fare quel che vuole, ma tecnicamente qui ci sta benissimo una biblioteca».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Aprile 2018
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