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Migranti a San Vittore Olona: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”

Il consiliere comunale Alberto Fedeli torna sul caso di scabbia e ricorda al sindaco che la mancata firma del protocollo migranti impedisce l’applicazione dei previsti limiti per i nuovi arrivi

«Chi è causa del suo mal pianga se stesso». Il consiliere comunale Alberto Fedeli del gruppo consiliare “Patto civico per S. Vittore Olona” torna sulle polemiche sollevate sul caso scabbia e profughi a San Vittore Olona e ricorda che la mancata firma da parte dell'amministrazione sanvittorese del Protocollo d'Intesa sull'accoglienza migranti «impedisce l’applicazione dei previsti limiti per i nuovi arrivi, che sarebbero stati pacificamente applicabili al nostro comune, dato che il numero dichiarato di profughi ospitati (27) è ben superiore rispetto alla quota assegnata dal protocollo al comune (23)»

«Le ultime recenti dichiarazioni rilasciate dal Sindaco Vercesi lasciano esterefatti – scrive il consiliere in un comunicato stampa –  Il modo scomposto, confuso e in più punti contraddittorio con cui il Sindaco si scaglia contro l’Associazione, rea a suo dire di non aver informato il Comune dei profughi presenti, lascia trasparire tutto l’imbarazzo nel non aver saputo gestire questa vicenda e in generale la questione profughi. 

Il Sindaco non può dire che non sapesse il numero dei profughi presenti a S. Vittore Olona. A suo tempo nelle sedi istituzionali il Sindaco aveva dichiarato la presenza di 27 profughi.  Attualmente risultano essercene 26, compresi quelli dell’Associazione “Cielo e Terra”. Il numero di profughi presenti era dunque noto. Vero è che, rispetto ad altre presenze diminuite, sono aumentati quelli di competenza dell’Associazione. Ma sbaglia il Sindaco a lamentarsi con l’Associazione. Dovrebbe lamentarsi semmai con la Prefettura che li ha inviati, senza che coinvolgesse o informasse preventivamente il Comune. 

Condividiamo la censura di tale modalità, così come l’hanno condivisa anche gli altri comuni dell’Altomilanese che hanno sottoscritto il protocollo concordato tra Prefettura e Comuni della Città metropolitana.  Questi comuni non si sono limitati a lamentarsi ma, proponendo un sistema di accoglienza diffusa e sostenibile dei profughi, hanno ottenuto che si recepisse nel protocollo l’esplicito obbligo per la prefettura di avvisare preventivamente i comuni nel caso di utilizzo per l’accoglienza di alloggi messi a sua disposizione. Ma, come noto, il Sindaco non ha voluto firmare il protocollo. È il caso di dire “chi è causa del suo mal pianga se stesso”! La mancata firma impedisce inoltre anche l’applicazione dei previsti limiti per i nuovi arrivi, che sarebbero stati pacificamente applicabili al nostro comune, dato che il numero dichiarato di profughi ospitati (27) è ben superiore rispetto alla quota assegnata dal protocollo al comune (23).  Alla cogestione dei profughi, con i coinvolgimenti, i limiti e le garanzie previste dal protocollo, l’Amministrazione non firmando ha scelto insomma di chiamarsi fuori esponendosi a nuovi invii imposti dalla Prefettura. 

Apprendiamo poi, da dichiarazioni rese alla stampa dall’Associazione, che si erano comunque avvisati gli uffici competenti delle presenze dei profughi, e non solo l’anagrafe. Insomma, il Sindaco non poteva non sapere. 

Sul caso invece della scabbia contratta da un ospite, secondo il Sindaco l’Associazione avrebbe gravemente sbagliato a non avvisarla della situazione. Ma in questi casi la comunicazione viene fatta immediatamente all’ATS (ex ASL), la quale poi informa il Sindaco. E così è stato. Peraltro, prima ancora della comunicazione dell’ATS, l’Associazione è subito intervenuta con tutta la profilassi e gli interventi del caso, risolvendo il problema. Eccessive sono state dunque le prime reazioni del Sindaco, con il rischio di diffondere ingiustificati allarmismi rispetto a una malattia infettiva non grave, di cui si guarisce facilmente, e subito neutralizzata. A quanto si apprende, la malattia non è stata contratta dall’ospite nell’appartamento in dotazione all’Associazione, ma prima del suo arrivo. Non si tratta certo di strutture sovraffollate, con carenze igienico sanitarie, ma di tre appartamenti, due con 4 ospiti ciascuno e uno con 3, tutti regolarmente convenzionati con la Prefettura. L’Associazione poi ha un ulteriore appartamento dove ospita tre italiani in emergenza abitativa. Non si occupa solo di profughi ma anzitutto di aiuto d’emergenza a chi perde casa, e per questo servizio l’Associazione è richiesta da tutti i comuni della zona, S. Vittore Olona compresa. 

Altre polemiche “populiste” sulle cooperative che lucrano sui profughi lasciano il tempo che trovano. Anzitutto inviterei il Sindaco a correggersi. “Cielo e Terra” non è una cooperativa come continua a dire ma un’associazione ONLUS, che istituzionalmente non ha scopo di lucro e non può ripartire tra i propri associati eventuali utili. Poi invito a distinguere ciò che è guadagno da ciò che è copertura di costi. Quello che ricevono le associazioni Onlus servono appunto a coprire i costi di accoglienza dei profughi. Ricordo infine che il Comune non sta spendendo nulla per i profughi. 

È ora auspicabile che realmente si lascino da parte tutte le polemiche e le strumentalizzazioni e si giunga a instaurare una effettiva prassi di collaborazione tra Comune e le realtà non profit che a S. Vittore Olona, senza fini di lucro, stanno gestendo l’accoglienza, anzitutto nell’ambito dei servizi sociali, che coinvolga anche le altre associazioni sanvittoresi presenti nella consulta sociale, al fine di garantire la migliore accoglienza possibile in termini di integrazione sociale dei profughi e di sicurezza». 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Luglio 2017
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