Era stata licenziata perchè la sua posizione era stata «parzialmente soppressa e parzialmente affidata ad altro personale», e il suo licenziamento aveva scatenato una vera e propria rivolta tra le colleghe, ventitre delle quali avevano scritto al consiglio di amministrazione per dar voce alla loro disapprovazione verso un gesto che aveva «colpito vigliaccamente nella propria vita lavorativa e sociale, lasciandola senza lavoro» la ex dipendente (qui il servizio).

Alla lettera, poi, era seguito un duro "botta e risposta" con il consiglio di amministrazione della Fondazione Il Cerchio, ente gestore della struttura residenziale, che non aveva gradito – per usare un eufemismo – le affermazioni delle dipendenti e aveva preso nettamente posizione per respingere al mittente le pesanti critiche avanzate dalle lavoratrici.

Ma la storia di M.A., ex coordinatrice della RSA San Remigio, si è conclusa con un lieto fine: proprio ieri, infatti, giovedì 25 maggio – termine ultimo per un "ripensamento" da parte della casa di riposo -, il licenziamento della dipendente della struttura residenziale è stato revocato e la donna è stata reintegrata nel proprio posto di lavoro, dove, a partire dal prossimo 9 giugno, potrà tornare a svolgere la sua attività professionale.

A farlo sapere, la UIL-FPL territorialmente competente, sindacato che ha assistito M.A. dopo la comunicazione della risoluzione del rapporto di lavoro dello scorso 8 maggio: «La revoca del licenziamento è stata decisa dal nuovo consiglio di amministrazione che si è appena insediato – commentano dal sindacato, visibilmente soddisfatti per l'esito della vicenda –. Naturalmente noi come sindacato abbiamo interrotto tutte le azioni legali che avevamo intrapreso contro il licenziamento. É certamente un'ottima notizia che una persona abbia potuto riottenere il proprio posto di lavoro, soprattutto di questi tempi».