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RSA San Remigio, il licenziamento della coordinatrice fa discutere

Il licenziamento della dipendente ha scatenato un duro botta e risposta tra le colleghe e la direzione - La parola ora passa al giudice. 

Rischia di far discutere a lungo il licenziamento di M.A., ex coordinatrice infermieristica della R.S.A. San Remigio.

La comunicazione della risoluzione del rapporto di lavoro risale all'8 maggio scorso, ed è stata motivata dalla RSA come conseguenza delle modifiche apportate all'organigramma della struttura. In seguito ai cambiamenti apportati, infatti, la posizione ricoperta dalla ex coordinatrice – scrivono dalla struttura residenziale – «è stata parzialmente soppressa e parzialmente affidata ad altro personale».

Ma il licenziamento ha scatenato una vera e propria rivolta tra le colleghe della ex dipendente, 23 delle quali il giorno successivo alla comunicazione hanno deciso di scrivere al consiglio di amministrazione della Fondazione Il Cerchio, cui la RSA fa capo, per far sentire il proprio dissenso e dare supporto alla malcapitata.

«Siamo venute a conoscenza dell'avvenuto licenziamento da parte del consiglio di amministrazione della fondazione della sig.ra M.A., poichè è stato assunto un nuovo coordinatore che ha fatto sì che la stessa risultasse così in "esubero" – si legge nella missiva –. Questo ci ha francamente lasciate sgomente, perchè sebbene i sindaci abbiano formalmente richiesto a questo consiglio di amministrazione, oramai al termine del suo mandato, di non procedere a nuovi licenziamenti e di non aggravare il clima di tensione che permea la RSA, lo stesso in modo arrogante e violento ha comunque licenziato la collega M.A..».

Non solo: secondo le dipendenti della casa di riposo, il caso di M.A. non sarebbe che l'ultimo di una lunga serie di situazioni analoghe, che hanno finito per generare un «clima di paura» in piena regola nella struttura: «Lunga è la lista del personale che a vario titolo è stato allontanato dalla RSA da questo consiglio di amministrazione – continua infatti la lettera –, e lunga la serie di intemerate scelte poste in essere nel tempo, con le relative e quotidiane ricadute sulla qualità dell'assistenza erogata ai nostri ospiti. Al fine di ridare dignità e tranquillità al lavoro di noi tutte che ci occupiamo degli ospiti della RSA S. Remigio, e per riportare un clima di serenità in struttura, siamo a richiedere il ritiro del licenziamento della collega M.A., che come altri in precedenza viene colpita vigliaccamente nella propria vita lavorativa e sociale, lasciandola senza lavoro. Speranzose che a breve cessi questo clima di paura e che non si debba più temere per il nostro futuro lavorativo, auspichiamo una immediata risoluzione della brutta vicenda che vede vittima la nostra collega M.A. – concludono le dipendenti –, esprimendo la massima vicinanza e il massimo rispetto sia personale che professionale alla stessa, così brutalmente allontanata dal suo lavoro e dagli ospiti»

Una simile presa di posizione non poteva certamente cadere nel vuoto. E infatti a stretto giro di posta la RSA San Remigio ha replicato alle dipendenti, ribadendo in primo luogo che la modifica organizzativa si era resa necessaria già dalla fine del 2015, quando i limiti del precedente modello strutturale si erano resi evidenti. Da lì i cambiamenti, con una nuova assunzione che aveva determinato la posizione in esubero della ex coordinatrice. Alla quale però, secondo la ricostruzione del consiglio di amministrazione della fondazione, un'alternativa era stata offerta, e cioè «la possibilità di restare alla San Remigio come infermiera, con un trattamento economico di gran lunga superiore alle colleghe». Ma proprio sul trattamento economico non era stato possibile trovare un accordo, e da lì era nato il licenziamento. 

Ma nemmeno le affermazioni sul "tranquillo clima di paura", per parafrasare un famoso film, sono piaciute ai vertici della San Remigio: «Relativamente, poi, al clima di cui si parla – replicano infatti dal consiglio di amministrazione –, si evidenzia che questa amministrazione ha sempre agito nel rispetto delle maestranze quale elemento portante dell'attività della San Remigio». E a sostegno di questa affermazione la fondazione porta una serie di benefit adottati a favore del personale. Benefit con i quali «stride il clima di paura che viene denunciato da chi – scrivono dalla RSA –, forse non avendo un comportamento coerente con i doveri che derivano da rapporto di lavoro, teme provvedimenti che non possono non essere assunti a tutela del benessere psico-fisico degli ospiti».

Giustificazioni, quelle della casa di riposo, che non sono bastate alle dipendenti "dissidenti" e tanto meno al sindacato che assiste M.A.: «Al San Remigio c'è una vera e propria situazione di terrore – ribadiscono dalla UIL-FPL territorialmente competente –. Il personale è spaventato ed anche i sindaci si sono espressi contro questo licenziamento». La RSA San Remigio, peraltro, in questi giorni sta vivendo una fase di cambiamento, con il rinnovo del consiglio di amministrazione, e proprio nel cambiamento ripongono le loro speranze dal sindacato. Nell'attesa di vedere cosa succederà, ad ogni modo, il sindacato ha impugnato il licenziamento, e sarà il giudice a stabilire il verdetto finale.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Maggio 2017
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