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Centinaio: «La Tosi non deve uscire dall’Alto Milanese»

Il sindaco di Legnano replica al sindacalista della Fiom ribadendo che, se proprio il trasloco della Tosi sarà necessario, si batterà perchè questo non avvenga fuori dall'Alto Milanese...

(v.arini) – «Se proprio, per ragioni imprenditoriali, soltanto in  caso di estrema necessità e a fronte di insuperabili problemi logistici, la Franco Tosi sarà costretta a trasferirsi, questo non dovrà mai avvenire al di fuori del territorio dell'Alto Milanese. Il marchio Tosi non se ne deve andare e l'occupazione deve essere mantenuta qui, che sia Busto Garolfo, Canegrate o un altro Comune limitrofo». E' questa, sintetizzata, la frase pronunciata dal sindaco di Legnano, Alberto Centinaio, durante l'incontro al Ministero dello Sviluppo sulla valutazione delle offerte di acquisto della storica azienda legnanese.

Parole che, spiega il primo cittadino «sono state completamente travisate e strumentalizzate» da Mirco Rota, il segretario generale Fiom-Cgil Lombardia (Qui le dichiarazioni) che nella serata di ieri ha sostenuto che il sindaco si sarebbe detto disponibile ad accettare la chiusura ed il trasferimento della Franco Tosi da Legnano.

«Niente di più falso», replica Centinaio che non ha preso bene l'attacco del sindacalista «Il Comune ha sempre fatto tutto e farà tutto per difendere la Tosi – ribadisce il sindaco – è però un dato di fatto che tutte le aziende interessate hanno dichiarato di essere libere di andarsene dal territorio dopo due anni o di ridurre la loro presenza come metratura. Io ho alzato la mano e ho spiegato che il Comune questa cosa non la vuole accettare, ma ancor di più che l'azienda venga portata in Brianza o a La Spezia. Capisco le esigenze degli imprenditori che oggi hanno bisogno di spazi differenti e meno costosi da mantenere. Se ci sono delle aree dismesse nell'Alto Milanese che possono andare bene, perchè no? Ma da qui non si esce.».

Nessun speculazione edilizia: «Con una maliziosa insinuazione, il sindacalista ha avanzato l’ipotesi che in questo modo si lascerebbero libere aree oggi industriali per “affari immobiliari”. Ancora una volta siamo di fronte ad una concezione della politica e del sindacalismo basata più sui sospetti e sulla ricerca di retro pensieri che su una onesta e trasparente interpretazione della realtà. Il comparto Nord rimane produttivo – prosegue il sindaco –. Mi conforta aver letto che l’esponente della Fim-Cisl Ermanno Cova abbia sentito il dovere di smentire le malevoli considerazioni del suo collega interpretando correttamente il mio intervento. Nessuno si metta in testa che c'è un cambio di destinazione d'uso dell'area. Se qualcuno vuole sputare veleno tanto per sputarlo, non ha capito niente. Allora io mi domando come mai Rota continui ad insistere su Termomeccanica che dà valore alla Franco Tosi per 1 euro e ridurrebbe l'area a 20mila metri quadrati per usarla solo per i service?. Il Comune ha talmente a cuore la Franco Tosi che sarebbe disposto a mettere i soldi dei cittadini, una volta consultati, per salvarla. Eventualmente con l'avanzo di bilancio bloccato dal Patto di Stabilità o mettendo i soldi che questa deve al Comune per le tasse non pagate. E' una provocazione, perchè la legge non lo permette, ma è la dimostrazione di quanto noi teniamo alla Tosi». 

Il sindaco di Legnano torna infine a ribadire la necessità di un intervento del Governo e fa notare l'assenza all'incontro al Ministero dei parlamentari del territorio, Luigi Casero, Franco Monaco e Paolo Alli in testa. Presente invece l'assessore regionale, Massimo Garavaglia, che ha ricevuto l'apprezzamento da parte di Centinaio

E in questo momento difficile il sindaco legnanese richiama all'unità: «E' indispensabile che l’intera città si stringa attorno alla “sua” fabbrica mettendo da parte ogni sterile contrapposizione».

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Gennaio 2015
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