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Dialogo: sacerdoti a lezione di Islam

La Diocesi ha organizzato dieci incontri riservati ai preti per conoscere i volti dell'Islam - Il commento del nostro decano, don Fabio Viscardi...

(g.somazzi) – Che cosa sappiamo dei musulmani? Quanti sono gli Islam, in che cosa differiscono?

Questi sono alcuni interrogativi che saranno affrontati in un ciclo di incontri proposto dalla Diocesi di Milano ai propri sacerdoti. Gli appuntamenti si terranno a Milano nel Salone degli Archi alla parrocchia di Santa Maria Incoronata (corso Garibaldi 116, Milano). Si tratta di una decina di incontri fino al 15 aprile.

«Di fronte a quanto sta succedendo e che coinvolge in maniera tragica e disumana molte persone di fede diversa dalla nostra non possiamo evitare di porci alcuni interrogativi senza trincerarci dietro il politicamente corretto. Non si tratta banalmente di assumere un atteggiamento politicamente corretto: i pregiudizi e le precomprensioni fanno parte del gioco», osserva Paolo Branca, islamista dell’Università cattolica e responsabile dei rapporti con l’Islam per la Diocesi di Milano.

Il corso, riservato ai parroci e ai sacerdoti responsabili degli oratori, agli educatori, nasce dalla costatazione della presenza dei musulmani non solo nella società ma anche nelle stesse comunità cristiane della diocesi ambrosiana.

Secondo la ricerca, “Educare generando futuro. I minori di origine straniera in Oratorio: dall’integrazione alla condivisione”, realizzata lo scorso anno da Ismu, Fondazione Oratori Milanesi, Caritas Ambrosiana e dall’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Milano quasi un terzo dei bambini che frequentano le attività dell’oratorio nella Diocesi di Milano è di origine straniera; tra questi il 60% è di fede cattolica, il 25% è di fede islamica, il resto di altre confessioni cristiane.

«La Chiesa ambrosiana da 25 anni è impegnata nel dialogo con l’Islam e le altre fedi. Oggi proprio la frequentazione, a vario titolo, d elle nostre comunità da parte anche di cittadini di fede islamica, può essere un’occasione storica preziosa per favorire quella comprensione e integrazione che sono la sola strada per una positiva e proficua convivenza a partire da una sempre più approfondita conoscenza», osserva don Giampiero Alberti collaboratore del servizio per l’ecumenismo e i dialogo della Diocesi di Milano.

A livello cittadino, abbiamo chiesto a don Fabio Viscardi, parroco ai Santi Martiri e decano di Legnano, un commento su questa iniziativa. Eccole le sue considerazioni:

"Basta un dato a spiegare quanta ignoranza ci sia in occidente (non solo tra i preti) circa l’Islam. Riguarda la rivista Oasis, fondata a Venezia dall’allora Patriarca card. Angelo Scola oggi nostro arcivescovo, il cui scopo è proprio quello di favorire la reciproca conoscenza tra le grandi religioni rivelate. Essa conta circa 6.000 abbonati nei paesi del medio oriente e non arriva a 200 in Italia. Un dato che fa molto riflettere. L’ignoranza è sempre cattiva consigliera, specie se alimentata da pregiudizi. In questo è giusto che la chiesa si muova per prima, quasi una sorta di azione di supplenza verso lo stato, specie verso alcune frange laiciste che identificano nell’assenza di valor religiosi il presupposto della pacifica convivenza tra le persone. In realtà ad una (faticosa) coesistenza si arriverà solo grazie al rispetto e alla valorizzazione delle differenze"

"Ben vengo dunque questo corso per i preti – la conclusione di don Fabio -. Con l’auspicio che altri se ne organizzino (a breve) per il mondo laicale".

Nella foto qui sopra, don Fabio Viscardi e don Paolo Gessaga, parroco alla Mazzafame: due presenze discrete in un recente incontro di preghiera della comunità italo-araba legnanese

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 24 Gennaio 2015
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