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Il presidente regionale CRI in difesa di Bonaldo

Gussoni, responsabile per la Lombardia, attacca i sindacati per difendere il presidente del comitato di Legnano: "avete superato i confini del ridicolo"...

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del presidente Maurizio Gussoni della Croce Rossa del comitato regionale Lombardia (nella foto) in relazione alle afferamazioni espresse dai sindacati della Cri sul processo di privatizzazione (leggi qui).


In riferimento al comunicato stampa delle sigle sindacali CIGL, USB, FIALP CISAL , a valle dell'intervento effettuato da un nostro dipendente e sindacalista CRI Lombardia nel corso del congresso regionale della Cgil, la Croce Rossa della Lombardia si sente in dovere di replicare.

E, in particolare, replica al seguente grottesco passaggio contenuto nel comunicato pervenuto (passaggio evidentemente riferito ai volontari): “Scellerata l'idea di voler caricare di enormi responsabilità dei cittadini sommariamente formati. Sarebbe come chiedere ad un'assistente di volo di pilotare un aereo".

Al di là della polemica sulla riforma della Croce Rossa e delle rivendicazioni sindacali, del tutto legittime, la Croce Rossa della Lombardia da queste parole non può che trarre un'unica conclusione: da importanti problematiche di un ente fondamentale per la struttura sanitaria nazionale e dalla – assolutamente lecita -dialettica dei dipendenti nei confronti dell'ente stesso, simili affermazioni non possono che arrivare a superare i confini del ridicolo.

In particolare, la critica nei confronti di un nostro presidente di comitato locale lombardo (il quale ha l’incondizionato plauso del suo Comitato Regionale) che ha organizzato un corso per volontari della Croce Rossa destinato a formarli per il coordinamento dei mezzi della CRI, appare esclusivamente come una volgare provocazione. Infatti, i servizi di Croce Rossa vengono effettuati, nella loro gran parte, da personale volontario. La Croce Rossa è nata da volontari. E la Croce Rossa è dei volontari. E tale rimarrà. Per sempre. Piaccia o non piaccia agli estensori del comunicato. Tutte le attività di emergenza (protezione civile) sono messe in essere da volontari, il servizio notturno, serale e festivo delle ambulanze, sia da 118 che da trasporto, è svolto da volontari. Le attività sociali (Unità di strada, distribuzione viveri, raccolta di vestiario, ecc) sono quasi completamente sulle spalle dei volontari.

Tutti gli incarichi di vertice e di medio vertice, per statuto, possono essere conferiti solamente a volontari. Solo in Lombardia il rapporto numerico, tra volontari e dipendenti, è di 22.000 a 820 circa.

Un volontario della Croce Rossa (com'è noto a tutti gli enti) percorre delle autentiche autostrade di formazione. I nostri sono, in assoluto, i corsi più difficili e complessi.

Un volontario, prima di salire su un'ambulanza di soccorso, impiega quasi un anno di tempo in formazione e tirocinio. Solo per mettersi al petto un distintivo della CRI è necessario seguire parecchie ore di lezione (Corso Base) e superare un esame. Con tanto di promossi e bocciati.

Il tutto, giova ricordarlo, in forma assolutamente gratuita.

Stupisce, quindi, che dei sindacati di tale rilevanza, si lascino scappare affermazioni di questa fatta. Infatti, i dipendenti ed i volontari della Croce Rossa hanno la medesima formazione. E le nostre ambulanze quando accorrono, indipendentemente dal personale che recano a bordo, forniscono lo stesso tipo di assistenza. Non per nulla la Croce Rossa della Lombardia incide per quasi il 40% sull'intero sistema del 118 della nostra regione. Non per niente qualunque cittadino, quando si parla di Croce Rossa, il primo pensiero lo rivolge ai volontari ed alle Crocerossine.

Se queste sigle sindacali, con simili affermazioni, perseguono il disegno di creare dei deprecabili attriti tra il mondo dei volontari e quello dei dipendenti, stiano serene: sono sulla buona strada. Spiace, però, che tutto questo inutile polverone lo abbiano messo in essere mentre i nostri (oltre) ottocento validissimi dipendenti correvano per la regione con le ambulanze a soccorrere cittadini. In attesa di smontare dal proprio turno e cedere il volante agli equipaggi dei volontari. O… a riprendere servizio come volontari. E così, all'infinito, 24 ore su 24. Per 365 giorni all’anno.

Le rivendicazioni sindacali quando arrivano al livello dell'offesa verso un mondo o un’ideologia servono solo a fare del danno ai dipendenti stessi.

Quando, poi, superano il livello di guardia dell'offesa, come già detto, naufragano miseramente nel ridicolo.

 Il presidente Regionale CRI Maurizio Gussoni 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 31 Marzo 2014
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