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FRANCO TOSI: IL DISCORSO DELLO STUDENTE STEFANO PEDRETTI

Come avviene da tempo, sul palco degli oratori anche un allievo del "Bernocchi" di Legnano...

Il dovere del ricordo

“Non possiamo dimenticarci di queste persone:

le loro sofferenze, le sofferenze delle loro famiglie,

meritano il rispetto del ricordo”


Ho avuto la fortuna di partecipare nel mese di marzo dello scorso anno a un viaggio della Memoria a Trieste il quale mi ha permesso di conoscere in modo più approfondito il tema delle foibe, dei deportati politici e della Grande Guerra.

Spesso ci chiediamo come siano potute accadere certe cose e questo viaggio mi ha dato proprio l'opportunità di trasformare ciò che normalmente leggiamo sui libri di storia in un'esperienza diretta. Mi ha permesso, inoltre, di conoscere ciò che è realmente accaduto diventando così, in un certo senso, testimone di queste atrocità.

In questi tre giorni a Trieste ho potuto visitare il Sacrario di Redipuglia, la Risiera di San Sabba e la Foiba di Basovizza. Questi luoghi sono la prova di tutto il Male che è stato commesso e in ricordo di tutti i caduti abbiamo deposto una corona d'alloro, un semplice gesto per ricordare tutto ciò che è accaduto proprio in questi luoghi.

Spesso davanti a questi scenari si rimane in silenzio perché, come si dice, a volte il silenzio vale più di mille parole, ma invece oggi più che mai dobbiamo cercare di ricordare. Questa è un'esperienza che trasmette tristezza, angoscia ma nel contempo rabbia nei confronti di chi ha potuto causare tutto questo e di chi semplicemente è stato zitto mentre queste cose accadevano.

Tutto questo l'ho potuto osservare guardando negli occhi le persone, per lo più ragazzi, con cui ho condiviso questo viaggio. Il viaggio mi ha spinto a riflettere su quanto sia importante la vita e sul fatto che nessuno può porvi limitazioni. Quando l'uomo dimentica di avere davanti uno come lui la vittoria è della cattiveria e purtroppo la storia ci ha dato e continua a darci tristi esempi di questa lotta tra bene e male.

Come io ho provato a mettermi nei panni di coloro che passarono da questi luoghi e che persero la loro vita oggi, tutti noi dobbiamo metterci nei panni dei deportati della Franco Tosi e degli altri deportati di Legnano che sulla divisa del lager avevano cucito il Triangolo Rosso simbolo dei deportati politici, dei partigiani e dei sindacalisti deportati nei lager. In questa commemorazione non dobbiamo trascurare però gli altri operai della Franco Tosi e di altre aziende di Legnano deportati in seguito agli scioperi del marzo 1944 e altri partigiani e antifascisti arrestati e deportati in altri contesti. In totale furono poco meno di una quarantina i lavoratori e gli antifascisti di Legnano deportati. Molti di loro non poterono tornare alle proprie case.

La deportazione da Legnano fu un fenomeno imponente e purtroppo ancora oggi poco conosciuto nelle sue dinamiche.

Il 5 gennaio 1944 le SS fecero irruzione nella Franco Tosi e poco prima di mezzogiorno un gruppo di militari nazisti sparò a raffica su un gruppo di lavoratori riuniti nel piazzale provocando il terrore. Tutti i sindacalisti che stavano trattando con la dirigenza vennero arrestati e caricati nei vagoni piombati con destinazione il lager di Mauthausen. Solo uno di loro fece ritorno ritorno a casa.

Ha scritto un deportato politico:“Hitler era convinto che sarebbe bastato arrestare un migliaio di persone perché tutti gli operai corressero al lavoro con la coda tra le gambe. Non sapeva ancora quanto filo da torcere stavano per dare alle sue armate gli operai e i contadini della Resistenza!”

Dobbiamo avere ben presente che la storia la facciamo noi, dobbiamo riflettere sul fatto che non era facile scioperare con i fascisti pronti alla repressione di qualunque forma di dissenso. Eppure ci furono gli scioperi, le proteste.

Il desiderio di giustizia, il coraggio di quei giorni devono essere ancora oggi momento di riflessione. Non possiamo dimenticarci di queste persone: le loro sofferenze, le sofferenze delle loro famiglie, meritano il rispetto del ricordo.

Stefano Pedretti,
ISIS “Bernocchi” di Legnano

http://www.youtube.com/watch?v=g3-KFi7rhbM

Redazione
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Pubblicato il 10 Gennaio 2014
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