Loris Boni, calciatore legnanese che vanta un passato lilla sia da giocatore che da tecnico, è sempre stato apprezzato non solo per le qualità calcistiche, ma anche per la sincerità nel dialogo con tutti. Non sorprende più di tanto, quindi, oggi, martedì 23 giugno, leggere alcune sue dichiarazioni dopo la scomparsa di Pierino Prati, con il quale ha condiviso la maglia giallorossa della Roma.

Così, tra tanti ricordi espressi in maniera generale dedicati all’ex campione di Cinisello Balsamo e tutti confinati in ambito sportivo, fa eccezione quello di Loris, rimasto campione anche nel saper dire sempre quello che pensa: «Credo sia facile parlare di un bravissimo uomo, oltre che di un grande calciatore. Può sembrare retorica ma Piero era un grande – questa la sua dichiarazione apparsa sul sito romanews -. Era stato ricoverato in una casa di riposo perché aveva problemi cognitivi, ma si sa benissimo che i problemi cognitivi vengono curati in strutture diverse. Ma non voglio entrare troppo nel merito, mi sono già sfogato di queste cose e non voglio fare il paladino di nessuno. È stato abbandonato dalla famiglia, solo il figlio se ne occupava. Non è morto per nessun tipo di male, è morto perché si è lasciato andare. Eravamo molto amici ma ci sentivamo solo al telefono. Sarei dovuto intervenire prima, fare qualcosa, ma una serie di circostanze non me lo hanno permesso, si è sentita male anche mia madre, poi c’è stato il Covid. Lui aveva un bellissimo rapporto con la tifoseria romanista, era entrato nel cuore di tutti i sostenitori giallorossi in pochissimo tempo. Prati dopo un gol correva prima dai tifosi e poi dai compagni. Era amato, molto più rispetto a quanto fosse amato a Milano».

Nella foto in copertina, Loris Boni a destra, con Pierino Prati a sinistra, dal sito passionedelcalcio.it