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Exchange student: Camilla a Vancouver

Le considerazioni di una studentessa legnanese, impegnata in una esperienza scolastica all'estero. 

Riceviamo e con piacere pubblichiamo le considerazioni di una studentessa legnanese, impegnata in una esperienza scolastica all'estero.

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Sono passati ormai cinque mesi da quando ho intrapreso questa esperienza da Exchange student e sono arrivata a metà del mio viaggio. Com’è volato il tempo!
Con i miei 16 anni non è stato così facile lasciare casa e prendere il volo per Vancouver e,  quel giorno, ancor più difficile è stato dire arrivederci a tutte le persone che amo. Cambiare paese, poi, non è semplicemente cambiare dimora, ma significa cambiare vita: conoscere e vivere una cultura completamente diversa dalla propria, dove le regole sono diverse, dove il cibo e i ritmi giornalieri non coincidono con le proprie abitudini e dove è complicato esprimere i propri pensieri in una lingua che non è la propria, con persone che non ti hanno visto crescere e non ti conoscono (nonostante ce la mettano tutta per farti sentire a casa!).
Nuova scuola, nuovi compagni e nuovi insegnanti e un ambiente diverso dal solito. Qui il sistema scolastico è molto diverso. Si passa più tempo a scuola rispetto all’Italia, ma la quantità di tempo da dedicare allo studio è molto meno; questo è molto strano per me. In classe, infatti, facciamo molti lavori di gruppo e progetti e il metodo di insegnamento dei professori non è come quello dei nostri. Non si usano i libri e ognuno impara qualcosa dai propri compagni e l’insegnante è l’ultimo a esprimersi. Nulla è sbagliato e nulla è corretto.
Vancouver è una città multiculturale e da quando sono arrivata ogni giorno incontro persone provenienti da tutto il mondo con cui ho occasione di parlare, e ognuna ha una storia da raccontare arricchendomi. E’ meraviglioso vedere come è grande il mondo e quanta diversità di pensiero, di cultura e di abitudini si possa trovare. 
C’è poi la famiglia ospitante, che dopo tutto questo tempo considero parte della mia famiglia e della mia vita: mi hanno voluto bene fin da subito mostrando ogni giorno un affetto sincero nei miei confronti. Grazie al loro impegno è bello sentirsi a casa, pur non essendo a casa propria.
Ho ancora cinque mesi da affrontare, cinque mesi in cui conoscerò sicuramente tante altre persone, tutte diverse e tutte un po’ simili nell’essere unite da questa città; cinque mesi di esperienze che mi cambieranno la vita ancora e ancora. Penso a ciò che ho vissuto fino ad ora, a quello che sto vivendo e a ciò che mi aspetta e non mi pento assolutamente della scelta che ho fatto, anche se essere a metà strada porta nostalgia di casa e della “vecchia vita”. Non si può essere tristi qui, in ogni caso: ho avuto un’opportunità unica, che non tutti possono vivere. Sono felice perché sto conoscendo meglio anche me stessa, scoprendo tratti di me che erano nascosti, e grazie a questa esperienza  mi rendo conto delle differenze che ci sono tra la mia vita qui e quella in Italia. tutto ciò mi aiuta ad apprezzare maggiormente ciò che ho e come vivo a casa. 
So che quando tornerò sarò “diversa”, non necessariamente migliore ma certamente sarò cresciuta come persona, sarò più matura e sarò più libera da tante idee pregiudizievoli e preconcetti che avevo prima della mia partenza, che l’impatto con un mondo così diverso ha cancellato lasciando spazio alla curiosità per la vita.

Camilla

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Febbraio 2017
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