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Un corso sui tumori del cavo orale: medici e odontoiatri le sentinelle della prevenzione

IL dottor Stefano Paulli, direttore S.C Maxillo Facciale e Odontoiatria ASST Ovest Milanese ha tenuto un partecipato incontro formativo a Palazzo Leone da Perego per gli odontoiatri e i medici di famiglia «professionisti che possono essere delle sentinelle in campo preventivo»

Generico 10 Apr 2023

«Come per tutti i tumori, anche per quelli del cavo orale la diagnosi precoce è la chiave di tutta la prevenzione». Ne è certo il dottor Stefano Paulli, direttore S.C Maxillo Facciale e Odontoiatria ASST Ovest Milanese che, sabato 13 aprile, ha organizzato un incontro formativo a Palazzo Leone da Perego dedicato ad odontoiatri e medici di Medicina Generale «professionisti che possono essere delle sentinelle in campo preventivo».

La pandemia ha purtroppo ritardato la diagnosi delle patologie oncologiche in particolare quelle oro-maxillo-facciali: «I pazienti si sono di fatto allontanati dalle strutture ospedaliere e questo ha portato a un ritardo diagnostico poi sfociato in problematiche di gestione della terapia e ha pure modificato la tipologia del paziente che ha a che fare con questo tipo di neoplasia – ha spiegato il medico -. Il solo fare una diagnosi di un tumore del cavo orale in uno stadio 1, quello più precoce, permette al paziente di sopravvivere in circa l’85-87% dei casi. Se invece la diagnosi viene fatta in uno stadio 4, ovvero tra i più avanzati la percentuale di sopravvivenza a 5 anni del paziente si riduce al 30-32%». Quindi appare fondamentale che l’odontoiatra e il medico di base siano capaci di intercettare il problema e «inviino subito il paziente dallo specialista di riferimento per affinare la diagnosi con esami strumentali radiografici ed eventualmente l’esame bioptico – ha precisato il dottor Paulli -. I tumori del cavo orale poi sono anche spesso sottovalutati dalla popolazione e, di conseguenza, non viene attuata una adeguata prevenzione primaria che passa attraverso il controllo dei fattori di rischio: fumo, alcool e adeguata igiene orale».

In una partecipata sala (una sessantina di medici presenti) i docenti del corso di formazione hanno affrontato diversi temi come quello relativo all’approccio dello screeningCure palliative. Non sono mancati interventi sull’uso degli oppiacei e su tutto quello che c’è da fare prima di arrivare alla sedazione «che non è mandare in coma farmacologico il paziente, ma cercare di avere il controllo del sintomo».  È stato poi trattato il percorso di assistenza infermieristica per il paziente affetto da carcinoma del cavo orale e in questo contesto gli esperti hanno parlato del paziente terminale e sono stati toccati anche argomenti inerenti alla nutrizione. 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Aprile 2023
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