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Puzze in valle Olona, pugno duro o dialogo con i responsabili?

Istituzioni e cittadini si sono confrontati in un'assemblea pubblica sulle molestie olfattive in valle Olona: i cittadini esasperati dalle puzze chiedono durezza verso i responsabili

depuratore perstorp polo chimico castellanza

Cittadini, Sindaci, Provincia di Varese, Regione Lombardia, Ats, Arpa, Alfa, Ato, Politecnico di Milano: la lotta alle puzze che da tempo stanno causando disagio in valle Olona arriva da più fronti.
Ieri sera, martedì 8 febbraio, tutti questi soggetti si sono dati appuntamento al teatro di via Dante a Castellanza, per fare chiarezza su un problema che pregiudica fortemente la qualità della vita dell’area interessata. Presenti dunque i Primi cittadini dei tre comuni maggiormente colpiti dai nauseabondi miasmi: Elisabella Galli da Marnate, Giovanni Montano da Olgiate Olona e Mirella Cerini, da Castellanza, che ha dato avvio ai lavori, ricordando come l’impegno delle Amministrazioni comunali vada avanti da anni.
Un concetto che anche l’assessore regionale Raffaele Cattaneo ha voluto subito rimarcare: «Questa sera siamo qui per approfondire questo problema con nuove energie, per fare il punto di quanto emerso grazie agli ultimi approfondimenti fatti, ma, sia chiaro: questo non significa che solo ora ce ne stiamo interessando. E’ una problematica conosciuta, di cui le Istituzioni da tempo si stanno facendo carico».

LA SALUTE DEI CITTADINI NON È COMPROMESSA

Fra i primi temi analizzati, quello sentito relativo alla salute delle persone. La puzza che si avverte in valle Olona è oggettiva, ma quali sono le conseguenze dell’inquinamento olfattivo sulle persone che risiedono in zona? Stando a quanto spiegato da ATS, non vi sono effetti a lungo termine sulla condizioni sanitarie dei residenti in zona. Sono stati presi in esame i dati relativi al consumo di prestazioni sanitarie da parte di chi è sottoposto quotidianamente a questi miasmi: «E’ stato riscontrato fra i residenti dell’area della valle Olona coinvolta un maggior accesso alle strutture sanitarie per prime visite, per problemi oculistici, dermatologici e pneumologici, ma si tratta di problematiche che non richiedono poi ulteriori visite specialistiche». Non ci sarebbero quindi i numeri per parlare di gravi conseguenze sulla salute delle persone, seppur i referenti di ATS abbiano ribadito come il disagio sia oggettivo.
Una relazione che ha scatenato la contestazione da parte dei cittadini presenti, tanto che la conferenza ha dovuto interrompersi per un momento.

Contestazione del comitato No Elcon all’assemblea pubblica sulle puzze in valle Olona

LE ISPEZIONI DI ARPA ALLE AZIENDE COINVOLTE

E’ stato poi il momento di ARPA, che ha ricostruito anni di verifiche ispettive e controlli sugli sversamenti da parte delle aziende coinvolte: sono stati ricordati il problema della vasca di accumulo dell’azienda Ecosis e subito dopo spiegato come le condizioni risultino sostanzialmente migliorate oggi. Si è parlato del collettore di via Isonzo la denominata “cameretta 49”, che non risulta essere fonte delle molestie olfattive avvertite dalla popolazione, ma costituisce un punto di verifica delle immissioni di reflui maleodoranti in pubblica fognatura. Si è poi giunti all’approfondimento sulla ditta Perstorp, coinvolta recentemente dall’assessore Cattaneo, che ha esplicitato il suo coinvolgimento fra le cause dei miasmi.

Puzze in Valle Olona, Cattaneo: “La principale causa è la Perstorp. Si rivedranno le deroghe”

Nella ricostruzione dell’iter giudiziale che ha coinvolto l’azienda, ARPA ha ricordato l’impegno della Provincia di Varese, che era intervenuta con limitazione alle deroghe allo scarico, dopo l’evidenza di una sua responsabilità relativa alle molestie olfattive; una limitazione annullata dall’intervento del Consiglio di Stato che, dopo il ricorso di Perstorp, aveva impugnato il provvedimento.
Nella visita straordinaria eseguita da ARPA nel corso del 2021 è emerso come il volume delle acque reflue generate dall’attività di Perstorp superi il limite di portata previsto, pari a 2mg/litro e come la composizione chimica-fisica del refluo ad elevato contenuto di sostanza organica e l’odore mutino di ora in ora senza una ciclicità riconoscibile: questo a causa di una limitata omogeneizzazione/equalizzazione prima dello scarico in fognatura.
A questo punto è stata annunciata una data: il 17 marzo, il momento in cui il Consiglio di Stato dovrà esprimersi sulle deroghe concesse alla società.

L’INTERVENTO DI ALFA SUL DEPURATORE DI OLGIATE

Lo scorso gennaio ALFA srl ha preso in gestione il depuratore di Olgiate Olona e che, subentrando alla società Olona ha così iniziato a ricoprire un ruolo strategico nella gestione della problematica. «Abbiamo immediatamente riscontrato significative differenze fra il depuratore olgiatese e le altre strutture, perchè viene percepito un odore atipico rispetto agli altri. Normalmente i depuratori non “profumano”, ma ciò che si avverte a Olgiate Olona è totalmente differente rispetto ai consueti odori diffusi in altre zone. Inoltre è importante ricordare come i depuratori siano nati negli anni ’80, sostanziamente per gli scarichi domestici, mentre nell’impianto in valle Olona arriva un maggior carico industriale rispetto ai reflui civili. Sono stati effettuati anche dei controlli su ciò che viene versato nell’impianto da parte delle industrie: si parla di 458 verifiche eseguite in tutta la provincia, 82 solo a Olgiate Olona».

depuratore olgiate olona
Il depuratore di Olgiate Olona

Alfa ha cercato di intervenire immediatamente: «In un anno di gestione di questa struttura abbiamo fatto la progettazione per apporre dei cambiamenti e il depuratore è stato rimesso in funzione il 10 gennaio 2022. Intanto abbiamo affidato al Politecnico di Milano lo studio di questa problematica».

LE ANALISI DEL POLITECNICO DI MILANO

Due gli studi eseguiti dall’ateneo milanese. «In una prima fase abbiamo cercato, coinvolgendo la popolazione e chiedendo la loro collaborazione, di geolocalizzare la provenienza delle puzze: per una metà delle segnalazioni si arriva a Via Isonzo, dove è situata l’azienda Ecosis, mentre l’altra metà delle denunce giunge dall’area del depuratore. In un secondo tempo, Alfa ha affidato al Politecnico un monitoraggio continuo degli odori che si avvertono all ingresso dell impianto, per identificare quali sostanze chimiche causino le puzze. Per rispondere a questa domanda sono state utilizzate tecnologie innovative, con analisi olfattometriche e analisi chimiche. Si tratta di uno studio complesso, perchè non esiste una macchina che elabori automaticamente una lista delle sostanze coinvolte: a gennaio la situazione sembra migliorata, non sono stati riscontrati picchi di odori, ma stiamo ancora verificando» hanno spiegato i referenti della società.

INVESTIMENTI PER IL DEPURATORE

E’ stata poi la volta di ATO, che ha dato visibilità agli investimenti della Provincia per affrontare il problema: «Per far ripartire il depuratore di Olgiate, abbiamo investito 400 mila euro. E’ inoltre in corso una valutazione del revamping dell’impianto per la cifra di 8milioni e mezzo di euro: un progetto che ha come data conclusiva dei lavori il 2025. Elenchiamo queste cifre per mostrare l’interesse per la risoluzione di questo disagio per la popolazione».

PUGNO DURO O DIALOGO CON LE AZIENDE RESPONSABILI DEGLI ODORI?

Assemblea puzze valle Olona

Lo sguardo verso l’area della valle Olona e la determinazione a far cessare le molestie olfattive giunge dunque da più fronti.
Nel momento in cui il microfono è passato al pubblico, tante sono state le testimonianze di cittadini easperati da una puzza che impatta fortemente sulla qualità della vita.
«Non riesco a vendere la mia casa, dove mi risulta impossibile aprire le finestre o far uscire i nipotini a giocare in giardino – ha raccontato un uomo di Marnate rivolgendosi alle Istituzioni presenti – per favore, fate qualcosa».
Fra le sollecitazioni emerse dai presenti (meno numerosi in sala rispetto a ciò che ci si sarebbe potuti aspettare leggendo il disagio manifestato sui social, ndr), la volontà di usare il “pugno duro” verso le realtà industriali che contribuiscono all’insorgenza di questi forti odori nauseabondi. La chiusura delle aziende coinvolte è la risposta migliore?

I relatori hanno però spiegato perchè un’altra strada è preferibile: «E’ ora fondamentale cercare di trovare soluzioni di accordo con i soggetti perché entrare in lunghe dispute legali non aiuta il disagio dei cittadini. Rivedere la deroga alle aziende per il versamento, studiare un programma di rientro e costringere l’azienda a scaricare meno può essere la modalità migliore per risolvere il problema. Noi ci stiamo provando».

Redazione
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Pubblicato il 09 Febbraio 2022
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