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Vaccinazioni e malattia Covid: quando fare il vaccino e quante dosi

Una recente ordinanza ministeriale ha rivisto i casi e i tempi di vaccinazioni e richiami per chi ha sviluppato la malattia. Situazioni differenti tra chi ha più o meno di 12 anni

vaccinazioni  foto asst sette laghi

Quando sottoporsi a vaccino se si è fatta la malattia Covid?

All’inizio, il Ministero della Salute indicava un intervallo di tempo di almeno tre mesi. Recentemente, però, questi intervalli sono stati rivisti, anche sulla scorta di indicazioni internazionali. Ora si dice che la prima vaccinazione dopo la malattia possa avvenire entro i 6 mesi e comunque non oltre un anno.

Nel caso, invece, la malattia sia insorta entro i successivi 14 giorni dalla prima vaccinazione , il Ministero raccomanda di conclude il prima possibile e comunque entro i sei mesi. Nel Stati Uniti, per esempio, la prima vaccinazione viene fatta subito dopo la guarigione mentre nel Regno Unito è previsto un intervallo di 28 giorni dal primo tampone positivo. 

Tre mesi di intervallo a meno di situazioni particolari

A livello pratico, quindi, si mantiene un intervallo di massima di tre mesi tra la malattia e la dose di vaccino con l’eccezione di situazioni particolari, come l’ aumentato rischio di salute per il paziente, ad esempio in stato di immunocompromissione, oppure per consentire ad un cittadino di recarsi presso uno Stato estero per motivi di studio o lavoro in cui è obbligatoriamente richiesta la dose vaccinale: in questi casi è possibile anticipare la dose di vaccino nei guariti da COVID comunque non prima di 28 giorni dal tampone positivo. I dati di sorveglianza internazionali sono tutti concordi sulla sicurezza della dose vaccinale a distanza ravvicinata rispetto all’infezione. 

Indicativamente, quindi, ci si attiene a una tabella che descrive situazioni relativa ai minori e ai maggiori di 12 anni.

VACCINI E COVID: QUANTO TEMPO DEVE PASSARE PER UN MINORE DI 12 ANNI?

Nel caso dei bambini più piccoli, l’intervallo tra la malattia e la prima dose va dai 3 agli 11 mesi ma è preferibile sottoporsi entro i 6 mesi e non si effettua il richiamo. Diversamente, se la malattia è venuta un anno prima o un tempo superiore, l’inter vaccinale rimane uguale con prima e seconda dose.

Nel caso la malattia si sviluppasse dopo più di due settimane dal primo vaccino, il richiamo non è più previsto mentre se insorge entro i 14 giorni  la seconda dose andrebbe effettuata il prima possibile ( a seconda dello stato di luce del minore) entro sei mesi dalla malattia. La terza dose non è prevista, al momento, per questa fascia di età.

VACCINI E COVID: QUANTO TEMPO DEVE PASSARE PER CHI HA PIU’ DI 12 ANNI?

Nel caso di soggetti con più di 12 anni si prevede la prima dose di vaccino entro un intervallo tra i 3 mesi e gli 11 dalla malattia e poi il richiamo ( booster) dopo almeno 120 giorni dalla prima vaccinazione.

Se la malattia è avvenuta cn un intervallo superiore all’anno, il ciclo vaccinale è completo con le tre dosi a intervalli di tempo standard ( 21/28 giorni per la seconda dose e 120 giorni per la booster)

Se la malattia insorge dopo la prima dose si distingue tra infezione dopo 14 giorni dal primo vaccino, si fa la booster dopo almeno 120 giorni, se l’infenzione arriva entro i 14 giorni la seconda dose si recupera il prima possibile e comunque entro i 6 mesi dalla malattia, e così anche la terza dose dopo almeno 120 giorni.

Nel caso l’infezione insorgesse dopo le prime due dosi la dose booster va fatta dopo almeno 120 giorni dall’infezione. 

VACCINAZIONI ANCHE PER CHI E’ IN AUTOSORVEGLIANZA E PER GLI STUDENTI IN SORVEGLIANZA

A livello più generale, la vaccinazione si può fare a chi non ha alcuna misura sanitaria, a chi è in autosorveglianza e ai bambini in sorveglianza con doppio tampone T0 e T5 ( purché asintomatici). Non va fatta se la persona è in quarantena o in isolamento.

Ricordiamo la differenza tra le diverse situazioni:

Quarantena (contatto): misura sanitaria per cui è obbligatorio restare al proprio domicilio e che si attua ad una persona sana (contatto stretto) che è stata esposta ad un caso COVID-19, con l’obiettivo di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi. 

Isolamento (caso accertato): misura sanitaria per cui è obbligatorio restare al proprio domicilio, per separare quanto più possibile le persone affette da COVID-19 da quelle sane al fine di prevenire la diffusione dell’infezione, durante il periodo di trasmissibilità. 

Auto-sorveglianza (contatto): contatto ad alto rischio con caso accertato in soggetto guarito / vaccinato con due dosi da meno di 120 giorni con obbligo di indossare le mascherine FFP2 fino al decimo giorno successivo all’ultima esposizione al soggetto positivo al COVID-19. I contatti scolastici, ad oggi, seguono una regolamentazione propria a seconda del grado di istruzione. 

Sorveglianza T0-T5 (contatto): Nella scuola primaria in presenza di 1 caso accertato nella stessa classe si procede con sorveglianza con test antigenico rapido o molecolare da svolgersi prima possibile (T0) dal momento in cui si è stati informati del caso di positività e da ripetersi dopo cinque giorni (T5). Il bambino in questa situazione, per accedere al centro vaccinale, deve aver già effettuato, con esito negativo, almeno il tampone T0. 

Redazione
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Pubblicato il 31 Gennaio 2022
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