Venerdì scorso,  2 aprile, è stato l’ultimo giorno di attività del centro vaccinale al nuovo ospedale di Legnano. Qui la prima vaccinazione era avvenuta lo scorso 31 dicembre. La dr.ssa Gabriella Monolo, direttrice socio-sanitaria dell’ASST Ovest Milanese, aveva aperto la campagna, dopo che nei giorni precedenti il dr. Pierangelo Clerici, direttore dell’unità di Microbiologia, e il dr. Danilo Radrizzani, direttore dell’unità Terapia Intensiva, insieme ad altri tre sanitari legnanesi avevano fatto parte del gruppo dei primi vaccinati al Niguarda di Milano.

Con anche oltre 200 dosi somministrate ogni giorno, sabato e domenica compresi, si sono succeduti operatori sanitari, soccorritori, personale scolastico, over80. Vaccinati non solo legnanesi, ma anche cittadini provenienti da fuori provincia, con la logica esattamente contraria alla “vaccinazione a chilometro zero”, invocata per evitare, soprattutto agli anziani il disagio di un viaggio scomodo.

Da sabato 3 marzo, sul nostro territorio, resta attivo l’hub vaccinale del Move In. In questa sede, già  nei prossimi giorni, saranno raggiunte le 500 dosi giornaliere, con il centro aperto dalle 9 alle 16, per supere quota mille da metà aprile, quando partirà la vaccinazione massimale, come dichiarato dal direttore generale dell’ASST Ovest Milano dr. Fulvio Odinolfi.

Proprio il centro del Move In è stato oggi al centro della trasmissione televisiva di TGcom24 “Dentro i fatti”, con l’intervista a Valeria Vanossi, presidente della associazione legnanese Il Sole nel Cuore, alla guida dei volontari impegnati nell’assistenza ai cittadini che devono essere vaccinati.

Il contributo del mondo del volontariato nella campagna vaccinale è fondamentale anche perchè, ha spiegato Vanossi «noi non solo presenziamo alle varie operazioni di controllo e assistenza, ma ‘coccoliamo’ gli utenti, li rassicuriamo, li seguiamo passo passo, gestendo situazioni a volte impegnative, specie in presenza di anziani che si presentano soli alla vaccinazione».

«Il lavoro svolto dalla ASST Ovest Milano – ha commentato ancora Vanossi – è di assoluto spessore, come quello del comune di Cerro Maggiore, della Protezione civile e di altre associazioni di volontariato che svolgono assistenza. Si tratta di una esperienza sanitaria importante, ma soprattutto umana. Un lavoro di squadra che evidenza l’eccellenza della sanità locale e del nostro mondo di volontari impegnati ogni giorno in un’opera stressante, ma che ci riempie d’orgoglio».