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Servizi di salute mentale: a Legnano la vicinanza al malato arriva anche da remoto

Durante la pandemia nessun paziente è stato lasciato da solo. Ecco come si sono adattati i servizi di salute mentale durante il 2020

Salute Mentale

I servizi di salute mentale dell’Asst Ovest Milanese durante il 2020 non si sono mai fermati. Così, nessun paziente è stato lasciato da solo: un risultato positivo per il dottor Giorgio Bianconi, responsabile della direzione U.O.C. Psichiatria di Legnano, convinto che il virus Sars-Cov2 ha mostrato anche un lato positivo. Se da una parte, infatti, il Coronavirus ha stravolto gli equilibri del vivere quotidiano collettivo, cancellando i progetti delle persone, dall’altra ha costretto ad accelerare i tempi di utilizzo della telemedicina e tele-psichiatria. Strumenti che, prima della pandemia, erano sconosciuti tra gli specialisti ma non venivano sfruttati a 360 gradi.

Le piattaforme online nel periodo pandemico sono diventate risorse importanti sia per i servizi del territorio, quindi nei Centri Psicosociali (CPS), nei centri Diurni (CD) e nelle comunità, sia dai medici che che operano nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) dell’Ospedale di Legnano. Zoom e Skype sono entrati in ospedale non solo per monitorare i pazienti, ma anche per portare avanti attività terapeutiche come gli incontri di gruppo.

«In questo modo siamo riusciti a tenere vivo il servizio scoprendo sul campo l’utilità di questa novità – spiega Bianconi -. È da diverso tempo che la tele-psichiatria veniva segnalata come strumento efficace nel campo della salute mentale, ma di fatto soltanto con la pandemia è stato possibile utilizzare questa modalità. La visita da remoto permette ai pazienti di non spostarsi restando in contatto con i sanitari di riferimento. Ciò significa diminuire lo stress emotivo dell’utente e nel contempo favorire la sostenibilità ambientale. I tempi si ottimizzano e anche gli spazi».

I servizi di salute mentale nel territorio della UOC Psichiatria Legnano hanno in carico dai 4 ai 5mila pazienti: una parte di questi, affetti da disturbi più severi, è rappresentata da persone particolarmente fragili dal punto vista psichico e biologico a causa delle frequenti comorbillità somatiche e dei prolungati trattamenti farmacologici. Sono persone in condizioni socioeconomiche spesso svantaggiate con un’ottima attitudine ad auto isolarsi. Proprio questa propensione all’isolamento ha loro permesso di «non incontrare il virus Sars-Cov2». «Abbiamo registrato alcuni casi, ma i nostri pazienti più gravi contagiati dal Coronavirus sono stati davvero pochi».

Ricordando l’inizio della pandemia, Bianconi ha segnalato che i servizi territoriali (CPS) durante la prima ondata avevano «sensibilmente ridotto le loro attività e nel contempo il reparto di Psichiatria era stato trasferito a Magenta. In quel periodo per i pazienti più gravi è stata posta particolare attenzione al monitoraggio con visite domiciliari e sono state avviate le tele visite per i pazienti meno gravi». Proprio con questa esperienza alle spalle la seconda ondata, registrata in autunno, è stata affrontata con un nuovo spirito. «Ad ottobre quando il virus è stato più cruento sul nostro territorio, avendo ben chiaro i protocolli anti-contagio, i servizi territoriali hanno garantito una pressoché regolare attività in presenza, pur continuando ad utilizzare per alcuni utenti le visite “in remoto”. A fronte della naturale tendenza all’aggregazione dei pazienti, i Centri Diurni, nei quali le attività in gruppo sono prassi abituale, hanno interrotto la loro attività a carattere riabilitativo. Nel corso del tempo, i Centri Diurni hanno proposto attività di gruppo in remoto. Servizio quest’ultimo che molti pazienti, soprattutto i più giovani, hanno particolarmente gradito. Solo alla fine dello scorso anno, a con molta cautela, alcune attività di gruppo sono riprese tenendo conto le regole di protezione individuale e di distanziamento».

Il reparto di Psichiatria (SPDC), quindi, durante la seconda ondata, non ha lasciato Legnano ed ha realizzato una “Zona grigia”, ossia «una zona dedicata ai pazienti probabilmente positivi – spiega il dottor Bianconi -, in questa zona sono stati accolti pazienti in acuzie psichiatrica in attesa di capire l’esito del tampone. Anche nel corso della seconda ondata è stato attivato l’HUB Covid Psichiatrico all’Ospedale di Niguarda: qui sono stati ricoverati alcuni pazienti legnanesi che, in corso di uno stato di acuzie psichiatrica, sono stati riscontrati Covid-positivi. Nel contempo le comunità psichiatriche (una a Legnano e due a Parabiago) hanno continuato la loro attività orientate verso un’attività terapeutica-riabilitativa ed assistenziale cercando di implementare e diffondere le regole anti contagio».

Nel futuro della Psichiatria di Legnano resterà la tele-psichiatria: «Ovviamente l’incontro in presenza è il modo più naturale di incontrare il paziente, ma quando l’emergenza sanitaria sarà rientrata non smetteremo di fare visite ed incontri da remoto». Il sogno, invece, resta quello di veder un maggior investimento sulla Salute mentale, soprattutto in materia di prevenzione: «Sono ancora tanti i casi che non riusciamo a intercettare. Ancora oggi, troppo spesso, i pazienti arrivano quando la situazione è ormai grave. Se ci fosse una vera cultura di prevenzione si riuscirebbe ad individuare per tempo le situazioni di disagio mentale», la conclusione del dott. Bianconi.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Febbraio 2021
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