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“Fare il cenone di Natale con i parenti non è andare contro la legge, ma contro la propria salute”

Il dott. Paolo Viganò lancia il suo monito natalizio: "Radunarci attorno a una tavola tutti insieme sarebbe come mandare a nozze il coronavirus"

Legnano sanita

«La zona gialla in cui domani ricadrà la Lombardia non è un liberi tutti, ma è una condizione di ancora maggior senso di responsabilità da parte di ognuno di noi. Non voglio apparire antipatico, ma quando sento che si stanno organizzando pranzi e cene natalizie per 15 persone, io queste persone le vorrei portare con me all’ospedale di Legnano per vedere come stanno i pazienti con il casco. Nessun terrorismo, ma puro realismo». E’ sempre diretto, e anche severo, ma apprezzato proprio per la sua chiarezza espositiva, il dottor Paolo Viganò responsabile del reparto di malattie infettive dell’Ospedale di Legnano.

Nella sua settimanale chiacchierata con il sindaco e amico di Seregno, Alberto Rossi, il medico è intervenuto sul prossima Natale e la novità di domani, domenica 13 dicembre, in Lombardia: «Da maggio diciamo che dobbiamo prenderci cura di noi stessi, invece… – ha proseguito il dott. Viganò – . Ricordo che va bene tutto, ma mascherina, distanziamento e lavaggio delle mani restano sempre le armi migliori contro il virus. E stasera, percorrendo Seregno in bicicletta, ho visto tanta, troppa gente, troppa confusione».

«Non siamo chiusi come a marzo e aprile – ancora un pensiero del medico -, siamo tutti in giro e il virus circola soprattutto negli affollamenti. Radunarci tutti insieme attorno a una tavola sarebbe come mandare a nozze il coronavirus!  Se faremo il cenone con amici e parenti, non andremo contro la legge, ma contro la nostra salute. Stiamo andando incontro all’inverno. Avremo altre patologie da curare e le terapie intensive sono ancora piene. Altro che salvi tutti a gennaio con il vaccino.»

Proprio la corsa alla vaccinazione ha sollecitato il dott. Viganò a una riflessione sempre ispirata da una estrema chiarezza di pensiero: «Quando siamo in presenza di una vaccinazione di massa per pandemia, dobbiamo mettere in conto che avremo problemi. Soprattutto la prima fase sarà di sperimentazione. Più sicure saranno quelle che arriveranno tra qualche anno, ma non possiamo nemmeno aspettare l’ultimo modello di vaccino del 2014. Siamo in guerra, le pallottole ci fischiano attorno e noi dobbiamo proteggerci. Qualcuno però potrebbe anche cadere. Non scandalizziamoci se dovesse accadere e non andiamo nemmeno a cercare ipotetici colpevoli. E’ il rischio della vaccinazione fatta sulla popolazione, non sul singolo. Per questo, il vaccino non è la sola arma contro il virus. E’ il centravanti della squadra anticontagio, ma la partita la vinciamo anche con altri giocatori in altri ruoli e quindi ecco che torniamo alla responsabilità personale».

Tamponi. Altro tema attuale : «Non cadiamo nella frenesia del test a tutti i costi – ha affermato il dott. Viganò riprendendo anche il caso del ministro Lamorgese, positiva un giorno e negativa quello successivo – . Il tampone è una grande bella cosa, ma non ci assicura la negatività assoluta in modo costante. Nel mio reparto ho vietato qualsiasi tampone dal 21 dicembre, richiesto da chi poi vuole andare dalla nonna a pranzo. Riconfermo, il tampone è una fotografia di un preciso momento del nostro stato di salute. Dice che in quell’istante non abbiamo il virus. Ma verosimilmente, quando poche ore dopo arriva la risposta, potremmo essere positivi, perchè sono cambiate le nostre condizioni».

«Gente, state attenti», l’ultimo monito del medico che, avesse visto le immagini non solo della sua Seregno, ma anche quelle di Legnano stasera, abbastanza affollata in centro, chissà cosa avrebbe aggiunto ai suoi commenti già carichi di preoccupazione.

Legnanesi a passeggio in attesa della zona gialla

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 12 Dicembre 2020
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