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Alessia, la ricercatrice che ha isolato il virus: «Primo passo per combatterlo»

Alessia Lai è di Parabiago e fa parte dell’Ospedale Sacco  SABATO 29 LA DECISIONE SULLA PROROGA DELLE LIMITAZIONI  "RIDATECI LA MESSA FERIALE", LA RICHIESTA DEI VESCOVI

Alessia Lai, ricercatrice di Parabiago, fa parte della squadra di ricercatori dell’Ospedale Sacco che 4 giorni dopo l’inizio della ricerca sul materiale biologico dei primi tre pazienti italiani di Coronavirus, è riuscita a isolare la versione italiana del Covid-19

Insieme a lei, coordinati dall'immunologa Claudia Balotta, fanno parte della squadra Annalisa Bergna, Arianna Gabrieli, il ricercatore polacco Maciej Tarkowski e il professore Gianguglielmo Zehender.

[pubblicita] «Lo scorso venerdì, quando sono arrivati i primi pazienti positivi, che provenivano dalla zona rossa attorno a Codogno, abbiamo prelevato il materiale biologico, e da domenica abbiamo cominciato a monitorare in vitro la crescita del virus e l’effetto sulle cellule: in questo modo potremo seguire le sequenze molecolari, capire come il virus si è sviluppato, quale è la sua origine e se è mutato nel tempo», spiega Alessia Lai che lavora al Sacco da 15 anni, prima come dottoranda, poi come assegnista e attualmente come libera professionista. 

A differenza del virus isolato allo Spallanzani, originario della Cina, il coronavirus  isolato al Sacco è quello che si sta diffondendo in Italia. I ricercatori potranno pertanto individuare le differenze fra i due, stabilire il percorso del virus in Italia, e capire se questo appunto è cambiato nel tempo e in che modo. «Quello a cui siamo arrivati – spiega la ricercatrice parabiaghese – è un punto di partenza, un passo importante, ma adesso è fondamentale andare avanti nella ricerca: in pochi giorni potremo già avere risultati importanti che potranno nel tempo permettere ai nostri colleghi di sperimentare i farmaci e i vaccini per curare il virus».

È ottimista sulla possibilità di arginare la diffusione del virus? 

«Le misure di contenimento e prevenzione stanno avendo effetto – risponde Alessia Lai – I casi di guarigione sono un fattore positivo. Bisogna continuare a seguire le indicazioni, senza panico». Il lavoro del team di ricercatori in questi giorni è estremamente intenso: «Lavoriamo 12-13 ore al giorno: è il nostro lavoro, ci piace, lo facciamo con passione e per la salute di tutti», spiega senza esitazione la ricercatrice che sta ricevendo molti grazie e complimenti, tra questi anche quelli del sindaco della sua città, Raffaele Cucchi.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Febbraio 2020
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