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Regionali, “day after” a due facce del Legnanese ma preoccupazione bipartisan per l’astensionismo

Il giorno dopo la chiusura delle urne delle regionali nel Legnanese c'è chi sorride e chi invece pensa a come ripartire, ma l'astensionismo fa riflettere

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Tempo di bilanci per la politica nel Legnanese, che all’indomani della tornata elettorale per le regionali si ferma ad analizzare il voto tanto nei comuni della zona quanto a livello più ampio.

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Soddisfazione per il risultato della tornata elettorale ottenuto a Legnano e a Nerviano arriva dal Carroccio. «A Legnano la Lega è andata bene, ha alzato la media nazionale che era del 9% – sottolinea la candidata Daniela Laffusa -. Sono molto soddisfatta delle preferenze perché molte persone hanno scritto il mio nome sulla scheda elettorale e sappiamo tutti che è un risultato molto difficile da raggiungere. È stata un’esperienza molto bella, grazie alla quale ho conosciuto molte persone nuove ma anche molti nuovi problemi di cui mi occuperò quando tornerà alla vita “normale” da consigliere comunale». Già pronto a ripartire a «testa bassa» e «a lavorare con maggiore impegno ancora per il bene di Nerviano» l’ex sindaco Massimo Cozzi, soddisfatto per i voti di preferenza ottenuti.

Sorride – pur nella sconfitta – anche il PD, che come in tutta la provincia di Milano anche a Legnano ha retto l’onda d’urto del partito di Giorgia Meloni. «Che il vento soffi a destra è innegabile ma anche dalle sconfitte bisogna trarre spunti per una costruttiva riflessione – commentano dal circolo della Città del Carroccio, augurandosi che la stagione congressuale e la scelta del nuovo segretario indichino «la strada del rinnovamento» -. Il risultato del Partito Democratico di Legnano è, in percentuale, migliore di quello delle precedenti regionali e sta a significare che comunque i valori, le aspirazioni e le speranze della comunità legnanese sono ancora fortemente rappresentati dal PD, anche grazie al concreto e positivo lavoro della amministrazione di centro-sinistra guidata dal sindaco Lorenzo Radice. Si pensava inoltre che il Partito Democratico sarebbe stato mutilato dalle presenze dei 5 Stelle e del Terzo Polo: così non è avvenuto e il partito è ancora una volta pronto ad affrontare le sfide che la città impone, restando pur sempre aperto al dialogo con tutti coloro che vogliono lavorare concretamente per realizzare una città aperta e inclusiva».

Chi invece si aspettava un altro responso dalle urne è il terzo polo. «Il risultato è insoddisfacente, ci aspettavamo qualcosa di meglio – è il pensiero di Paola Barbazza, candidata e referente di Azione Legnano -. Siamo penalizzati dal meccanismo elettorale che in qualche modo estremizza il voto mentre noi abbiamo una posizione terza. Abbiamo perso il voto di opinione che invece a settembre ci aveva premiato e probabilmente ci ha penalizzato un po’ anche la scelta del candidato, che non è stata del tutto compresa. Detto questo si dice sempre che non esistono fallimenti ma momenti per imparare, quindi dobbiamo sicuramente avere ancora più forza e volontà di migliorare, di radicarci sul territorio e soprattutto di far capire alle persone la nostra proposta politica».

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Parla di «sconfitta netta» alle regionali anche il Patto civico per Majorino Presidente. «Poco contano le piccole e insignificanti soddisfazioni personali, ma il risultato la dice lunga sul pensiero dei cittadini lombardi sulla politica – sottolinea il vicesindaco di San Giorgio e candidato Walter Cecchin -. Il 60% è rimasto a casa e oltre il 50% ha scelto di non cambiare. La sconfitta alle elezioni però può essere un punto di partenza per mettersi in discussione e ripensare alle proprie strategie politiche, identificare le ragioni della sconfitta e cercare di correggere gli errori commessi. Può rappresentare un’opportunità per rinnovare la propria visione e il proprio programma politico, coinvolgendo maggiormente i cittadini e cercando di comprendere meglio le loro esigenze. Tuttavia, è importante non perdere di vista il rispetto dei valori e dei principi fondamentali, per evitare di compromettere la propria credibilità e la propria coerenza ideologica. Come Movimento Civico continueremo a lavorare sui territori in modo più organizzato e coeso affinché le persone e le nuove generazioni siano il vero centro della politica».

Al netto dei risultati, però, a preoccupare rispetto all’esito delle regionali anche a Legnano e dintorni è soprattutto l’astensionismo. «Seria e stringente riflessione va posta sul problema dell’astensionismo – sottolineano i Dem -: è un inequivocabile segnale che la maggioranza della gente ormai non considera la politica come qualcosa di influente sulla propria vita reale e concreta. Da questa analisi bisogna ripartire per stare più in contatto, uscendo da sedi e gazebi, ascoltando e condividendo, non solo nei due mesi prima delle elezioni, i problemi e le difficoltà che ogni giorno affliggono la società».

Le preoccupazioni del PD legnanese, peraltro, trovano sponda nel sindaco di Legnano Lorenzo Radice, rammaricato anche dall’ipotesi di una mancata rappresentanza territoriale, nella prima cittadina di Cerro Maggiore Nuccia Berra, che ha sottolineato la necessità di «riconquistare la fiducia di chi ha deciso di non votare», e nel sindaco di San Giorgio su Legnano Claudio Ruggeri, che al 58,73% dei sangiorgersi che ha scelto di non votare ricorda che «altri hanno deciso anche per loro», invitandoli ad avere «almeno la decenza di non lamentarsi se le cose non vanno» come vogliono.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Febbraio 2023
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