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Migranti, centro sinistra: “Problema sottovalutato”

Il capogruppo del Partito Democratico Giorgio Colombo critica le posizioni dell'amministrazione...

Un atteggiamento di «spregiudicata sottovalutazione». Così Giorgio Colombo, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, bolla la posizione della Lega Nord in merito alla questione migranti. Ieri sera, lunedì 28, dopo la presentazione di una mozione contro i migranti del capogruppo del Carroccio Paolo Rimoldi, Forza Italia, AttivaMente, Movimento 5 Stelle e centrosinistra hanno abbandonato l'aula del consiglio (clicca qui per leggere la nostra notizia).

«Riteniamo le posizioni leghiste di Parabiago se non un’istigazione a violare la legge, quantomeno una forma di assoluta inosservanza delle norme e delle indicazioni del Prefetto – scrive Giorgio Colombo -. I sindaci dell’Alto Milanese, dal canto loro, si sono rimboccati le maniche e realisticamente hanno proposto alla Prefettura un patto di accoglienza integrata dei richiedenti asilo, una proposta di rete, secondo la filosofia dello SPRAR – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, avente lo scopo di evitare il pericoloso concentramento di gruppi eccessivamente numerosi di richiedenti asilo in un solo comune, o comunque in realtà territoriali isolate (si pensi alla proposta originaria di ospitare 300 persone nella caserma di Legnano) e di affrontare l’accoglienza orizzontalmente, secondo un’ottica di razionale e sostenibile redistribuzione, agendo in sinergia per creare soluzioni di integrazione, inserimento linguistico, culturale e socio-occupazionale, per evitare marginalità e disagio».

Di seguito le riflessioni integrali di Colombo.


Il consiglio comunale tenutosi ieri sera a Parabiago aveva all’ordine del giorno una mozione della Lega Nord dal titolo Mozione per una gestione dell’accoglienza senza danni ai privati, un documento a sostegno della scelta del sindaco Raffaele Cucchi, leghista a sua volta, di non aderire al patto di accoglienza integrata dei richiedenti asilo firmato dai sindaci dell’Alto Milanese e presentato al Prefetto.

Oltre al sostegno nei confronti del sindaco, la mozione conteneva una serie di dati, per lo più populisticamente alterati, finalizzati a creare allarme sull’invasione nel nostro Paese di “immigrati irregolari” (terminologia strumentalmente errata per indicare i richiedenti asilo, categoria di persone assistite per legge, come sanno benissimo i leghisti, secondo il dettato dell’articolo 10 della Costituzione Italiana) e alcune rivendicazioni sommarie sulle quali si sarebbe dovuto esprimere il Consiglio Comunale, che andavano dalla richiesta di garanzie sanitarie contro le presunte patologie introdotte in Italia dai richiedenti asilo alle rassicurazioni contro la possibilità che si creino “tendopoli” sul territorio di Parabiago.

La mozione presentata dal consigliere leghista Rimoldi aveva il chiaro intento di disinformare e diffondere pregiudizi, oltreché, ovviamente, difendere il sindaco in una scelta di cieca irresponsabilità che ci vede fermamente contrari.

Ho usato il condizionale molto semplicemente perché discussione e voto sulla mozione non ci sono stati, per assenza del numero legale: l’intero Consiglio, infatti, dai rappresentanti di Forza Italia, ai due consiglieri rispettivamente di M5S e Attivamente, oltre ovviamente a noi consiglieri di opposizione, ha preferito allontanarsi dall’aula, lasciando i leghisti a guardarsi in faccia l’un l’altro, attoniti.

Se la discussione avesse avuto luogo come Partito Democratico e, in generale, come centrosinistra ci saremmo energicamente opposti a una mozione a dir poco indecente, che suscitava in noi imbarazzo, tanto come amministratori quanto come cittadini parabiaghesi; abbiamo, tuttavia, apprezzato l’assunzione di responsabilità dei consiglieri di maggioranza non leghisti e la loro scelta di prendere le distanze da posizioni politico-amministrative demagogiche, fuorvianti e del tutto irresponsabili.

Non si tratta di un giudizio moralistico: la nostra ferma contrarierà, oltre che etica, sia ben chiaro, prende corpo da considerazioni realistiche, di amministrazione e gestione della politica territoriale, aspetti di cui si saranno indubbiamente resi conto gli stessi consiglieri di Forza Italia che ieri sera hanno abbandonato la seduta.

L’atteggiamento del sindaco di Parabiago e del gruppo leghista nella sua interezza, infatti, è un atteggiamento di spregiudicata sottovalutazione di una questione che, si voglia o meno, tocca Parabiago come tocca l'intera società in questi anni: il fenomeno migratorio al quale stiamo assistendo è la conseguenza di una realtà di guerra che circonda l’intera Europa. Ne siamo tutti siamo consapevoli, fatta eccezione per i “barbari sognanti” in camicia verde, evidentemente, che vivono con la testa sotto la sabbia.

Data questa realtà, lo Stato, il Prefetto e in generale tutte le istituzioni DEVONO individuare percorsi per affrontare una situazione che non può più essere considerata emergenziale, e lo devono fare PER LEGGE, dati i contenuti dell’articolo 10 della Costituzione. Riteniamo le posizioni leghiste di Parabiago se non un’istigazione a violare la legge, quantomeno una forma di assoluta inosservanza delle norme e delle indicazioni del Prefetto.

Per inciso, vorrei ricordare ai colleghi leghisti, che così facilmente accusano di irresponsabilità le istituzioni nazionali, che in questo contesto la Regione Lombardia non ha fatto altro che restare inattiva, scaricando per intero il peso dell’accoglienza sulle spalle dei comuni, senza far da tramite tra governo centrale ed amministrazioni comunali.

I sindaci dell’Alto Milanese, dal canto loro, si sono rimboccati le maniche e realisticamente hanno proposto alla Prefettura un patto di accoglienza integrata dei richiedenti asilo, una proposta di rete, secondo la filosofia dello SPRAR – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, avente lo scopo di evitare il pericoloso concentramento di gruppi eccessivamente numerosi di richiedenti asilo in un solo comune, o comunque in realtà territoriali isolate (si pensi alla proposta originaria di ospitare 300 persone nella caserma di Legnano) e di affrontare l’accoglienza orizzontalmente, secondo un’ottica di razionale e sostenibile redistribuzione, agendo in sinergia per creare soluzioni di integrazione, inserimento linguistico, culturale e socio-occupazionale, per evitare marginalità e disagio.

Il tutto mettendo in dialogo enti pubblici, terzo settore, associazionismo e volontariato, privato e cattolico.

Il tutto senza alcun onere per i bilanci comunali, perché il progetto si ripropone di fruire dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea.

Nell’intero territorio dell’Altomilanese si sta lavorando secondo questa filosofia. Gli scopi non sono unicamente morali o astrattamente umanitari: il tentativo è infatti quello di creare le condizioni ideali affinché nessuno si trovi ad affrontare una realtà complessa in solitudine, affinché non si creino situazioni pericolose o ingestibili.

L’accoglienza integrata è l’unica soluzione per agire politicamente e con intelligenza, anche perché in quest’ottica sarebbero pochissime le persone ospitate in ciascun comune, con la possibilità di conseguenze positive per l’intera comunità, come nel caso di quelle realtà territoriali a noi vicine in cui si sono create occasioni virtuose di inserimento dei richiedenti asilo in circuiti di utilità sociale, collaborazione e integrazione intelligente. Mi riferisco a ciò che è stato messo in atto a Legnano, a Rho, a ciò che sta avvenendo in innumerevoli comuni nell’ambito dei progetti SPRAR. Mi riferisco ad amministrazioni che si sono date da fare, senza limitarsi a dire “che siano quelli di sinistra a prendersi gli immigrati a casa loro”.

È questa l’unica strada da percorrere per prevenire le tanto temute “tendopoli” sbandierate dai leghisti; essi stessi ne sono perfettamente consapevoli ma preferiscono battere sul tasto della strumentalizzazione e della paura.

Pertanto, ci sembra inaccettabile e pericoloso constatare che Parabiago non si ponga il problema, a differenza di tutti i comuni del territorio. Non esiste alcun tipo di servizio sociale destinato a stranieri in città e non vengono avanzate specifiche richieste alle associazioni che agiscono nel nostro comune per creare sinergie; il Comune di Parabiago, pertanto, non agisce, né direttamente, né indirettamente, vivacchia…

È vero che non tutte le ciambelle nascono con il buco ma in questo caso, vedendo la ciambella dei comuni che ci circonda, il buco è la stessa Parabiago.

Invitiamo pertanto il sindaco Cucchi, che sui giornali dice di avere “altre priorità”, ad assumersi realisticamente le proprie responsabilità in quanto amministratore e a tornare sui suoi passi, a valutare in accordo con gli altri comuni la possibilità di dar vita ad un progetto di accoglienza diffusa che abbia un’ampia convergenza, capace, questo sì, di prevenire condizioni di pericolo e insicurezza per i cittadini.

Ragioniamo oggi per evitare l’emergenza di domani; quando inevitabilmente sarà il momento di comprendere come accogliere la quota di richiedenti asilo assegnata al nostro comune, come giustificherà il sindaco Cucchi l’assenza di strategie e soluzioni a riguardo, nonostante la mobilitazione congiunta degli amministratori e degli enti del nostro territorio? Si faranno le barricate come tristemente è accaduto altrove? Servirà a quel punto sventolare il terrore delle “tendopoli” quando sarà palese che tutti avranno lavorato proprio per evitare rischi analoghi tranne la nostra amministrazione?

Giorgio Colombo, capogruppo e consigliere del Partito Democratico di Parabiago

Redazione
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Pubblicato il 29 Novembre 2016
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