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Amga chiude il 2023 con 3,9 milioni di euro di utili e quasi 450 dipendenti

Il tallone di Achille di Amga rimane il teleriscaldamento, che rispetto a tutti i business del gruppo e al risultato globale nel 2023 è il "ramo" che ha rallentato di più

amga legnano

Quasi 70 milioni di euro di fatturato, un utile di 3,9 milioni di euro e 444 dipendenti: si è chiuso con il segno più il 2023 per il gruppo AMGA, che in due anni ha fatto registrare un aumento di circa 10 milioni di euro nel fatturato e di una 30ina di unità nei dipendenti, destinati ad arrivare a quota 450 entro fine anno secondo le previsioni della multiservizi, realtà che ad oggi annovera fra i suoi soci 13 Comuni dell’hinterland di Milano e da qualche mese anche Castellanza.

«Amga – spiega il presidente Pierluigi Arrara – è una società che ha numeri importanti, una società in salute che assolutamente non deve sedersi sugli allori ma continuare a guardare avanti senza rallentare la sua marcia industriale di crescita e con questi numeri può farlo in modo più consapevole. I temi fondamentali per il gruppo Amga sono due: la sensibilità verso il territorio, i cittadini e i lavoratori, continuando a mantenere altissimo il livello dell’attenzione sulla salute e sulla sicurezza, e l’innovazione, perché in questi anni abbiamo toccato con mano i problemi toccati ai cambiamenti climatici e all’energia e innovare vuol dire cercare di convivere con queste sfide adattandosi con dei cambiamenti reali. Stiamo preparando nuovo piano industriale che vuole ridefinire il ruolo di Amga al di là dei servizi standard e studiare sviluppi di aggregazioni».

Il servizio di igiene urbana

Nel perimetro della multiservizi – dove l’indebitamento scende dagli 11,5 milioni di euro del 2021 a 6,4 milioni nonostante gli investimenti siano passati da 5,5 a 6,7 milioni di euro, come spiega Giulio Cozza, dirigente dell’Area Amministrazione, Finanza e Controllo di Amga – a fare la parte del leone è sempre Aemme Linea Ambiente, che da sola ha portato 41 milioni di euro di fatturato (+8,3% rispetto all’anno precedente) ed è arrivata ormai a servire complessivamente 19 Comuni e circa 300mila abitanti. Ad oggi la partecipata conta 341 dipendenti (di cui 316 operativi) e una flotta di 279 mezzi, quasi la metà dei quali alimentanti a metano, GPL o elettricità: dipendenti e personale che in un anno gestiscono circa 140mila tonnellate di rifiuti, avviandone a recupero circa 105mila con una percentuale di raccolta differenziata media del 76%.

I risultati migliori sul fronte della differenziata arrivano dai Comuni che hanno introdotto la tariffa puntuale: Canegrate, Magnago, San Giorgio su Legnano, Dairago, Villa Cortese e Legnano, cui a stretto giro di posta si aggiungeranno Buscate e Parabiago. Intanto la società con Neutalia «ha fatto una scommessa sul termovalorizzatore di Borsano – come sottolinea Arrara – : non possiamo ancora dire che è una scommessa vinta, ma sicuramente il piano industriale di Neutalia è stato un grande traguardo per tutto il territorio. Era una battaglia coraggiosa, nell’ottica dell’economia circolare, ma oggi questo intervento pone il nostro territorio come uno dei principali protagonisti della transizione ecologica».

La distribuzione del gas

Più incognite, invece, sul fronte della distribuzione del gas, core business di un’altra partecipata del gruppo, ovvero Aemme Linea Distribuzione. Anche in questo caso gli investimenti sono in crescita dai 2,3 milioni di euro del 2021 ai 3,6 milioni dello scorso anno, con contratti di concessione attivi in 15 Comuni, 98.500 clienti serviti, 147 milioni di metri cubi di gas distribuiti e 984 km di condotte in media e bassa pressione gestite. La distribuzione del gas, però, da qualche anno è nel limbo: un limbo che non riguarda solo Amga ma tutti gli operatori economici, che ormai (troppo) tempo sono in attesa delle gare ATEM per i rispettivi ambiti territoriali.

Il teleriscaldamento

Il tallone di Achille rimane sempre il teleriscaldamento, che rispetto a tutti i business del gruppo e al risultato globale conseguito rimane il “ramo” che «ha rallentato di più» pur avendo chiuso il 2023 con ricavi e costi in sostanziale pareggio. Anche su questo fronte, comunque, da via per Busto Arsizio si punta sugli investimenti: sono stati avviati i lavori per l’installazione di un nuovo motore di cogenerazione che andrà a sostituire uno dei due attuali, «elemento importante nel disegno di revamping del teleriscaldamento per garantire lo standard di teleriscaldamento efficiente» come ha sottolineato il direttore generale di Amga Stefano Migliorini.

Rimane la “spada di Damocle” tariffaria, con le tariffe del teleriscaldamento entrate nell’alveo dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente e l’attesa del documento che indichi come sarà disegnata la tariffa nel 2025. La svolta, però, il gruppo Amga per il gruppo Amga potrebbe arrivare dall’interconnesione tra le rete del teleriscaldamento e il termovalorizzatore di Borsano, per la quale dopo le incertezze iniziale è stato confermato il finanziamento dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (con fondi nazionali e non più PNRR): su questo fronte, è stato aggiudicato il primo lotto di lavori per l’ampliamento della rete da via Menotti alla rotatoria dell’ospedale passando per via Pace.

Il coordinamento soci: “Amga azienda importante in uno dei territori più ricchi d’Italia”

Numeri, quelli del 2023, che per Lorenzo Radice, sindaco di Legnano e presidente del coordinamento soci di Amga, spazzano via le polemiche che da sempre si allungano sulla partecipata. «In questi anni Amga ha preso sempre più consapevolezza di essere un’azienda importante in uno territori più forti e più ricchi di Italia – ribadisce Radice, dando voce al pensiero del coordinamento soci -. Oggi abbiamo la consapevolezza sempre più forte che Amga è un’azienda che dà sostenibilità al territorio, non solo per il capitale ma perché è un’azienda che dà sostenibilità ai servizi e quindi alla qualità di vita dei cittadini, un’azienda di sostenibilità ambientale, un’azienda di sostenibilità sociale e non di interessi speculativi».

«Oggi Amga non è più una municipalizzata – aggiunge Radice -: è un’azienda che negli ultimi 10/15 anni ha avuto nel suo DNA l’Alto Milanese, e oggi sempre di più abbiamo bisogno di guardare ad un’area più vasta, all’area metropolitana. Ormai l’azienda si deve misurare con bacini sempre più ampi che non possono più essere solo rappresentati sono da Legnano e dai comuni limitrofi, e deve avere il coraggio di aprire partnership importanti con soggetti solidi per costruire in maniera paritetica delle operazioni di sviluppo industriale, sempre con una finalità pubblica».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Maggio 2024
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