Dopo le comunicazioni del Comune, questa volta è NAM stessa a riferire sul futuro della piscina di Cerro Maggiore. Il gestore dello stabilimento è netto e non lascia spazio a interpretazioni: la piscina non chiude. Il tutto è messo nero su bianco in una lettera indirizzata a utenti e cittadini e firmata da Francesca Cremonesi, amministratore unico.

NAM ripercorre la storia travagliata dell'impianto, tra fideiussioni, diritti di superficie e concessioni. E va all'attacco sostenendo che il provvedimento del Comune con cui l'ente ha dichiarato risolta la concessione per la gestione della piscina (dopo aver dovuto pagare 1,7 milioni di euro come fideiussore) sia «illegittimo» perchè «secondo i nostri legali, la fideiussione era, per più ragioni, nulla (cioè come se non esistesse). Il Comune non ha neppure provato a far valere la nullità verso ICS (l'istituto per il credito sportivo, ndr) così da evitare il pagamento».

[pubblicita] «NAM può proseguire nel servizio di gestione della piscina che il Comune vorrebbe interrompere – continuano dalla società -. Infine il Comune non potrebbe comunque ricevere da NAM quanto pagato a ICS (1.700.000 euro). Al contrario, se per ipotesi la concessione venisse risolta, il Comune dovrebbe pagare a NAM una somma ingente. Secondo quanto previsto dalla concessione, il Comune dovrebbe infatti corrispondere a NAM un indennizzo per la realizzazione dell'impianto e l'indennizzo dovuto è ben maggiore di quanto versato dal Comune a ICS. Nondimento abbiamo proposto al Comune un accordo che prevede: a) la cessione delle nostre quote in NAM ai soci di minoranza, coloro che di fatto stanno gestendo il servizio; b) il ritrasferimento a NAM del diritto di superficie; c) la prosecuzione del servizio e d) il pagamento al Comune, a rate, di quanto versato a ICS».

Nel frattempo NAM ha impugnato il provvedimento del Comune. Progetto Comune – UDC, invece, torna a chiedere un'assemblea pubblica con i cittadini.