Parsifal Xotta, il poeta rap della Canazza
Intervista al giovane legnanese che parla dei suoi libri e racconta il suo punto di vista riguardo la poesia...

Intervista al giovane poeta legnanese Parsifal Xotta che ci parla dei suoi libri e ci racconta il suo punto di vista riguardo la poesia.
Come è iniziata la tua avventura nel mondo della poesia?
"Io vengo da una situazione familiare difficile e dalla Canazza un quartiere altrettanto difficile, infatti, la mia avventura è iniziata come una valvola di sfogo. Secondo me ogni forma d'arte è davvero spontanea solo se è fine a se stessa".
Che effetto ti ha fatto la pubblicazione del 1° libro?
"La più grande soddisfazione sta nell'essere riuscito a concretizzare qualcosa perchè da dove vengo io non ci sono grandi prospettive e non pensavo di riuscire a concepire un progetto tutto mio".
Che cosa racconti in Dreamer?
"In Dreamer racconto quanto è importante credere nei propri sogni, anche quando sembra impossibile realizzarli. Mi sono lasciato spingere dal fascino dell'arte di sognare raccogliendo tutte le emozioni che mi scaturivano da ciò che mi circonda".
Dopo Dreamer hai scritto Polisfobia, che tipo di progetto è?
"Polisfobia è un lavoro più maturo rispetto al primo e racconto quanto sia negativo capitalizzare una forma d'arte, valorizzando la propria emancipazione artistica. Pur mantenendo la costante di un linguaggio in rima molto metropolitano, analizzo attentamente le dinamiche sociali dei giorni nostri e ne denuncio le debolezze, le incoerenze e le ipocrisie".
Non ci sono molti poeti della tua età, perchè hai scelto questa forma d'arte?
"La mia poesia è cruda e diversa da quella classica, tanto che la definirei grunge, richiama molto il rap, ma essendo diventato un fenomeno di massa con pochi messaggi ho scelto di esternare i miei, proponendo una forma d'arte sicuramente meno popolare ma più distintiva."
Oltre alla scrittura, sei impegnato in altre attività?
"Faccio parte di un progetto legato all' hip-hop che si chiama "Lista Attitude" che si occupa di organizzare eventi e serate hip-hop a Legnano e dintorni. Penso che l'hip-hop sia quella cosa che riesce a farti sentire a casa anche su una panchina e l'unica in grado di abbattere ogni tipo di barrira mentale".
Ho saputo che ti autoproduci, come gestisci questa attività manageriale?
"In quanto penso che non ci sia uno spazio dignitoso per la poesia in questo Paese, ho scelto di essere manager di me stesso, per dare al messaggio che porto il peso che merita. Non è facile far fronte a tutti gli impegni ma la soddisfazione è grande perchè tutto quello che ho fatto l'ho fatto da solo, senza che qualcun altro facesse il lavoro per me".
Quali sono i tuoi progetti futuri?
"Per ora vado avanti a fare le presentazioni di polisfobia e sto cercando altri posti dove sponsorizzarmi, mi piacerebbe andare a presentare il mio libro nele scuole perchè penso che sia importante far vedere ragazzi che i sogni si realizzano e vorrei anche avvicinarli al mondo della poesia. In futuro vorrei provare a realizzarmi in California dal punto di vista artistico, dove andrò a ottobre con un nuovo progetto in inglese a cui sto lavorando. Questa "emigrazione" perchè in Italia non ci sono grandi opportunità per i poeti che hanno nuove idee e non hanno i mezzi per realizzarli in grande scala".
Un saluto per chi ti segue!
"Voglio chi vive per leggere, e chi legge per vivere
chiunque sia disposto ad ascoltare
e non smetterò di scrivere
finchè con le mie poesie farò sognare".
Per chi volesse altre informazioni qui la sua pagina facebook
Intervista a cura di Andrea Tezza
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