Festa del Santo Patrono caratterizzato soprattutto da due momenti, l'omelia del nuovo prevosto mons. Angelo Cairati, durante la messa in Basilica, e il discorso del sindaco e supremo magistrato al Maniero della contrada San Magno che, come ogni anno, apre la serie delle presentazioni delle reggenze.

Dopo la cerimonia, al mattino, in Municipio per la consegna delle benemerenze civiche (qui il servizio), in serata, la celebrazione della messa ha radunato attorno al prevosto e alla "nobile" contrada del centro le autorità e le altre sette consorelle. Tempio con tanti, troppi posti rimasti vuoti.

L'attesa per l'omelia di mons. Cairati non è andata delusa. Forte e profondo il richiamo all'amicizia "virtù della civitas", unica dote con la quale "si può imparare ad ascoltare le ragioni dell'altro e così affidarsi a una corretta onestà intellettuale".

Due gli impegni ai quali ha invitato monsignore: perseguire il bene comune prima del benessere individuale, dare una prospettiva alla salvezza dell'uomo e non solo alla salute dell'individuo.

"Come ricordava il cardinale Martini – una citazione del prevosto -, apriamoci a una comunità alternativa. Tocca ai cristiani dare l'esempio di una società alternativa, con relazioni alte, profonde e reali, una società composta da persone che sanno comunicare e che puntano al bene comune".

"Ma anche una società – mons. Cairati ha alzato il tono dell'omelia –  capace di ringiovanirsi, di accogliere i nuovi, di ispirarsi, come indica il nostro cardinale Scola, al concetto del meticciato, dell'unire cioè culture e personalità diverse per una crescita comune".

Infine, l'invito conclusivo carico di una personalità che non è passata inosservata: "Fermiamo il movimento fatto di maldicenze e pettegolezzi, capaci solo di insinuare il tarlo del sospetto. Basta! Accettiamo invece il presupposto che ognuno di noi sia in buona fede".

Mons. Cairati capisce che l'omelia, forse, è sconfinata nella "predica". Mentre sta per tornare all'altare si ferma. Volge lo sguardo soprattutto alle prime file dove siedono le autorità e sussurra in tono assolutamente paterno: "Sono stato troppo duro?". "No, monsignore, no", si leva da più fedeli una rassicurante risposta… al termine sono in tanti quelli che aspettano il sacerdote all'esterno della basilica per un saluto, per complimentarsi, per una semplice stretta di mano.

"Questo prete – afferma una giovane ragazza – mi sta facendo tornare la voglia di venire in chiesa più frequentemente".

In un affollato maniero di via Berchet, invece, la festa della contrada San Magno, proseguita poi in un noto ristorante della zona.

Tra i tanti discorsi, quello del sindaco Centinaio con il quale ha voluto di nuovo rassicurare l'intero mondo contradaiolo: "Di me si può dire tutto – il suo esordio – ma non che vengo meno alla parola data. Ho sempre affermato che il Palio è un evento importante per la città e la recente nomina di Mino Colombo a cavaliere del Carroccio va proprio nella direzione di una presenza convinta del Comune nell'organizzazione paliesca. Inoltre, tra qualche giorno, in una riunione di Comitato Palio sarà presentato un progetto riferito ad Expo 2015 per dare alla manifestazione un carattere internazionale".

"Basta con il piangerci addosso – Centinaio ha dato l'impressione di rilanciare l'appello di mons. Cairati – e piuttosto rimbocchiamoci le maniche. Lavoriamo insieme perchè nessuno ci regala niente e solo con la collaborazione potremo realizzare i nostri comuni progetti".

La conclusione di Centinaio è stata dedicata a Gianfranco Bononi, "cavaliere" uscente: "Ho trovato un cavaliere del Carroccio, lascio un amico. Grazie".

marco tajé

Immagini di Luigi Frigo