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Femminicidio a Milano: “Quanto vale oggi la vita di un essere umano?”

La riflessione dello psicologo Francesco Fisichella dopo l'atroce morte a coltellate di Pamela Genini, 29 anni, ennesima vittima di femminicidio.

Femminicidio e violenza sulle donne generiche

Pamela Genini, 29 anni, è l’ennesima vittima di femminicidio. Martedì 14 ottobre, a Milano, la sua vita è stata spezzata dal compagno, un uomo di 52 anni.

Di fronte a notizie come questa, ci si interroga ancora una volta su un problema tanto discusso quanto irrisolto. Nonostante le battaglie culturali, politiche e sociali, e il lavoro incessante delle associazioni che da anni si battono per la tutela e la libertà delle donne, il fenomeno della violenza di genere continua a ripetersi con una drammatica regolarità.

Molte di queste storie nascono dentro relazioni apparentemente “normali”, ma in realtà profondamente tossiche, dove la dipendenza affettiva e la manipolazione psicologica intrecciano un legame difficile da spezzare.
Da un lato, troviamo donne che faticano a liberarsi da rapporti ormai distruttivi; dall’altro, uomini che nascondono dietro una facciata affascinante e sicura di sé un narcisismo patologico, un bisogno di controllo e potere assoluto sull’altro.
Sono individui incapaci di accettare la fine di una relazione, perché per loro l’amore non è condivisione, ma possesso. Dietro il loro sorriso sicuro e la vita “social” costruita ad arte, si cela spesso una fragilità profonda, un ego ferito che, quando messo di fronte al rifiuto, reagisce con rabbia, annientamento e violenza.

La giustizia farà il suo corso, come è giusto che sia. Ma resta la domanda più difficile: quanto vale oggi la vita di un essere umano?
Che tipo di società abbiamo costruito, se ancora esistono uomini che vivono la relazione come un terreno di dominio, incapaci di riconoscere la libertà e l’autonomia della donna?

Forse abbiamo smarrito il senso del valore sacro della vita, la percezione profonda del rispetto reciproco e della responsabilità emotiva.
Il narcisismo, esaltato da una cultura dell’apparenza e dell’ego, ha sostituito l’empatia e la capacità di amare in modo sano. Quando l’altro diventa uno specchio da possedere e non un essere umano da rispettare, l’amore si trasforma in controllo, e il rifiuto in minaccia.

E così, tragedie come quella di Pamela ci costringono a guardare in faccia un male antico, che oggi assume nuove forme ma nasce sempre dallo stesso abisso: la paura di perdere il potere e l’incapacità di amare senza distruggere.

Dott. Francesco Fisichella
Psicologo Psicoterapeuta Legnano
www.francescofisichella.com

Redazione
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Pubblicato il 15 Ottobre 2025
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