Troppi soldi dal Comune per il District Festival? Polemica a Legnano sul contributo comunale
Dopo il post del consigliere Brumana, critico sul contributo di quasi 60mila euro per la tre giorni di musica, Il Salice difende il valore sociale del festival: "Diamo a Legnano un evento di portata nazionale senza biglietti d’ingresso"

Anche quest’anno torna a Legnano il District Festival, la rassegna musicale organizzata da Il Salice di Legnano nel cuore del rione di Mazzafame. Tre giorni di musica rap, uban e punk, pensati per accendere il quartiere con la proposta di un evento gratuito che si rivolge a un pubblico giovane, reso possibile dal contributo economico del Comune. Ed è proprio attorno ai fondi stanziati dall’amministrazione comunale che è partita la polemica, innescata dalle critiche del consigliere comunale del Movimento dei Cittadini all’opposizione, Franco Brumana. Secondo l’esponente della minoranza la cifra concessa di 18.918,13 euro per ognuna delle tre serate è eccessiva: «La spesa e’ stata giustificata dalla giunta Radice perché si tratterebbe di un appuntamento “culturale” che costituirà nientemeno che “un punto di riferimento per l’aggregazione giovanile, l’inclusione sociale e la rigenerazione urbana “ – scrive Brumana in un post diffuso sui social -. La cultura proposta è quella di un genere musicale molto particolare che aveva già caratterizzato il Rugby Sound e che evidentemente è prediletto da chi ci governa. I giovani con questo gusto musicale non solo di Legnano si aggregheranno sicuramente ma lo faranno solo per tre serate. Non si comprende come possa essere ottenuta un’ inclusione sociale e soprattutto cosa abbia a che fare questo festival con la rigenerazione urbana. Non resta che prendere atto che il comune di Legnano è pieno di soldi ed è estremamente generoso . E’ auspicabile che questa prodigalità si manifesti anche in altre forme».
A rispondere alla riflessione di Brumana è Riccardo Meraviglia, portavoce del gruppo “Il Salice Giovani”. In una lettera aperta si rivolge direttamente al consigliere, scrivendo: «Vorrei innanzitutto raccontarle cos’è davvero il Centro Pertini – Il Salice. Non è semplicemente un luogo che ogni tanto apre le porte per qualche evento, ma uno spazio vivo e pulsante che resta aperto sette giorni su sette, dove ci si incontra per un caffè al bar, si seguono corsi, conferenze, concerti, spettacoli, attività del centro di aggregazione giovanile o anche solo per una pizza in compagnia. In questi dodici anni abbiamo portato avanti migliaia di iniziative, tutte costruite insieme e tutte pensate per dare a Mazzafame non solo un punto di ritrovo, ma un vero motore di crescita sociale. Il quartiere, in questi anni, è cambiato e migliorato anche grazie a questa energia collettiva. Il District Festival – prosegue Meraviglia – è la festa che ogni anno celebra proprio questo percorso. Non è un lusso, né un vezzo, ma il momento in cui il lavoro quotidiano trova un’espressione pubblica, aperta e gratuita per tutti. È un festival che dà a Mazzafame e a tutta Legnano un evento di portata nazionale senza biglietti d’ingresso, capace di far incontrare residenti, cittadini e persone che arrivano anche da fuori città, portando nuova linfa al quartiere e facendone scoprire la bellezza. Ecco perché mi sorprende che ci siano dubbi sul suo valore: passando al Centro Pertini – Il Salice è evidente e sotto gli occhi di tutti la qualità del lavoro svolto e la ricchezza di multiculturalità che ogni giorno riempie quello spazio. Saremmo felici di poterla accogliere e parlarne di persona. Parlando più concretamente come membro del Consiglio di Amministrazione della cooperativa Italia Sahel Lavoro, che gestisce il centro insieme ad Albatros, qui il punto centrale è semplice: non facciamo impresa, non inseguiamo profitti. La cooperativa ha sei dipendenti fissi che non sono numeri, ma storie di vita: persone con disabilità, disoccupati di lunga durata, uomini e donne con permesso di soggiorno. La nostra missione è dare loro un lavoro e, con esso, una possibilità concreta di inclusione. Il contributo comunale che lei cita non è quindi un “regalo” ma un investimento che permette a questo progetto sociale di continuare a crescere e, attraverso il Festival, di restituire alla città cultura, partecipazione e senso di comunità. Per noi il District non è un palcoscenico isolato, ma la naturale conseguenza di un lavoro quotidiano che da dodici anni anima e rafforza il quartiere. È il modo in cui una comunità intera sceglie di festeggiare sé stessa e di aprirsi al mondo».
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