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Deportazione degli operai della Franco Tosi, il ricordo dell’Anpi Legnano

Primo Minelli, presidente ANPI Legnano, commemora l'ottantesimo anniversario degli scioperi che portarono alla deportazione

A Legnano l’80esima commemorazione dei deportati Tosi

Oggi ricorre l’ottantesimo anniversario degli scioperi nelle grandi fabbriche del nord che diedero avvio, a livello di massa, alla lotta di Liberazione.

Una ricorrenza importante per commemorare uomini, come i lavoratori della Tosi, della ex-Comerio, della Bozzi e le donne della Cantoni che con coraggio inaudito misero in fuga le brigate nere legnanesi e i nazisti che volevano bloccare lo sciopero.

Il ricordo di questi uomini è dovuto al loro coraggio e al prezzo altissimo che pagarono per la loro scelta antifascista. Pensiamo agli anni di galera e di confino dei fratelli Venegoni. Ricordare quegli episodi lontani nel tempo serve a noi e alle nuove generazioni non solo per non dimenticare la nostra storia nazionale, ma soprattutto per conoscere le radici su cui si fondano la nostra libertà e la nostra democrazia.

Ricordare quegli episodi ci serve soprattutto per guardare al futuro conoscendo e facendo tesoro del nostro passato con tutto il suo carico di responsabilità che come Italiani abbiamo avuto nelle vicenda del secolo scorso.

Tutto ciò per impedire che la storia possa ripetersi, come ci ricordava Primo Levi, magari sotto altre forme, ma con lo stesso contenuto. Ci dicono che parlare di antifascismo oggi sia anacronistico, fuori dal tempo, ma poi assistiamo a frequenti manifestazioni, l’ultima avvenuta a Roma, dove si inneggia al ritorno del fascismo con inni e saluti romani fino ad arrivare al calendario dell’Esercito ispirato dal Ministero della difesa.

La cosa più grave però, che dà uno schiaffo a questi uomini e a queste donne qui sepolte, è il fragoroso silenzio del Governo nel condannare l’apologia del fascismo che in quelle manifestazioni viene esplicitata. Addirittura, la seconda carica dello Stato, dice che il saluto fascista non è reato e quindi si può fare. Questo ci dice che è in atto una strisciante riscrittura della storia legata al ventennio del secolo scorso.

Tutto ciò può avvenire perché i conti con il nostro tragico passato non li abbiamo fatti fino in fondo, il fascismo è stato battuto militarmente ma, culturalmente e politicamente continua a vivere.

Dietro queste tolleranze al fascismo, attraverso varie manifestazioni si nega valore ai morti che oggi ricordiamo, si nega la lotta Partigiana, si nega il valore antifascista della Costituzione. Dietro la tolleranza o la sottovalutazione delle manifestazioni fasciste si vuol dimenticare cosa esso è stato.

Il fascismo è stato violenza e odio politico, è stato totalitarismo con le leggi speciali e con la soppressione delle libertà, è stato guerra di aggressione coloniale, è stato leggi razziali, è stato alleanza con i nazisti nella seconda guerra mondiale svendendo l’Italia ai tedeschi. Adesso parlano di Patria senza dire che la Patria è stata riscattata dalla lotta Partigiana.

Le vicende del passato hanno purtroppo un’ attualità nella classe dirigente odierna che non vuole rompere con quel triste passato, ponendo così l’Italia ai margini dell’Europa. Dopo l’assalto alla CGIL tutti accolsero la nostra storica proposta di messa fuorilegge di alcuni gruppi politici, poi però non se ne fece più nulla.

Adesso che queste manifestazioni di violenza e di apologia del fascismo si stanno intensificando è necessario che la messa fuorilegge venga recepita. Dobbiamo riscattarci da un passato” che non passa “ condannando politicamente le formazioni politiche che proteggono, tollerano o giustificano questi gruppi eversivi.

Oggi, nel ricordare i deportati della Tosi intendiamo dire, a Legnano e all’Italia intera, che il nostro impegno per far vivere i valori Partigiani e Costituzionali sono quanto mai attuali.

Ai giovani, agli studenti che qui partecipano, ma anche agli adulti smemorati, vogliamo dire che oltre a conoscere il nostro passato, dobbiamo guardare al futuro dando la speranza di un mondo migliore. Un mondo senza guerre, un mondo con più giustizia sociale, un mondo più solidale. Insomma la nostra memoria serva per costruire il domani attraverso un segno di speranza e di positività, in una società che abbia la forza dell’indignazione di fronte alle ingiustizie e che veda nella partecipazione attiva alla vita politica e sociale l’impegno contro un’indifferenza preoccupante.

Così facendo renderemo onore a questi morti per dire che il loro sacrificio non è stato vano, uscendo dall’indifferenza e dalla esclusive individualità per costruire un Paese fondato sui valori della Costituzione nata dalla Resistenza.

Primo Minelli
presidente ANPI Legnano

Redazione
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Pubblicato il 19 Gennaio 2024
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