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Palio di Legnano

«Riccardo Ciapparelli, un “hombre vertical” al quale il Palio di Legnano deve solo riconoscenza»

Past magistrati del Palio commentano l'uscita di scena del cavaliere del Carroccio che ha gestito le ultime edizioni. Unanime il giudizio di una collaboratore capace e discreto

riccardo ciapparelli

Una vita intera consumata tra contrada, gruppo cerimonieri, Collegio e cavaliere del Carroccio collocano Riccardo Ciapparelli tra i veri uomini di Palio. Soltanto riconoscimenti per il suo operato dal mondo paliesco il giorno dopo la nomina del suo successore, Andrea Monaci.

Si diceva che, insieme a Mino Colombo, Riccardo Ciapparelli ha contribuito in maniera decisiva a dare alla carica di “cavaliere” uno spessore mai avuto in precedenza tanto che il primo a giudicare il suo operato è poprio un ex “collega”, Vittorio Frscoli, cavaliere del Carroccio dal 1996 al 1998: «Le dimissioni di Ciapparelli – questo il messaggio di Frascoli dopo la pubblicazione della notizia con la decisione di Riccardo di lasciare l’incarico –  sono motivo di delusione per il movimento del Palio. Persona capace, organizzatore eccellente e con un presenza costante mai vista in precedenza, mi auguro ci ripensi e spero anche che il sindaco non le accetti».

Non è andata come era nelle speranze di Frascoli, la cui linea di pensiero è sposata da Romano Colombo, gran maestro dal 2011 al 2015: «Riccardo merita soltanto riconoscimenti. Il suo impegno nel Palio è stato assoluto, completo e costante. Tutte le migliori iniziative degli ultimi anni, soprattutto a livello culturale e storico, portano la sua firma. Ricordo la realizzazione del mantello di Bamberga, le manifestazioni per Expo Milano 2015, la collaborazione con l’accademia di Brera, la cura dei restauri nella chiesa di sant’Ambrogio, l’area museale al Castello insieme all’amico Alessio Fancesco Palmieri Marinoni, per arrivare agli ultimi lavori che hanno permesso al Carroccio di camminare sulle sue ruote».

«La sua è stata una vita paliesca di sacrifici, assolutamente discreta, vissuta in maniera troppo isolata. Ecco, questo è stato il suo difetto che ha acuito un carattere non facile – così ancora Colombo -, ma Riccardo è un vero “hombre vertical” che non si piega a compromessi. Atteggiamento che lo ha penalizzato, ma che deve essere visto come assolutamente meritorio».

«Perdiamo uno straordinario collaboratore operativo –  il giudizio di Norberto Albertalli che vanta 16 anni da gran maestro -. Riccardo è un uomo altruista. Incarna lo spirito del genuino volontario attivo nel mondo del Palio che non ha interessi personali, ma lavora soltanto per il bene comune. Discreto e riservato fino alla esagerazione. Penso alla ristrutturazione del Carroccio. Ha fatto tutto lui, trovando anche gli sponsor per il progetto. Quando ho avuto bisogno di una persona che si impegnasse a Legnano per la Fondazione Gratta Tinchieri ho pensato subito a Riccardo, convinto che avrebbe fatto bene. Il risultato è stato eccellente».

«Sono convinto che ci sia modo e modo per fare le cose. In questa vicenda, si sarebbe potuto agire diversamente», la conclusione di Albertalli.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Ottobre 2023
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