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Maira Cacucci (Fratelli d’Italia): “L’Alto Milanese deve tornare ad essere il cuore pulsante della Provincia di Milano”

Per tutti Maira, 40 anni, originaria del territorio del Legnanese, è candidata per le elezioni del consiglio regionale della Lombardia nella lista provinciale di Milano di Fratelli d’Italia

Maira Cacucci, per tutti Maira, 40 anni, originaria del territorio del Legnanese, è candidata per le elezioni del consiglio regionale della Lombardia nella lista provinciale di Milano di Fratelli d’Italia, movimento dove milita fin dalla sua fondazione. Avvocato penalista, ha cominciato la sua esperienza amministrativa a Rescaldina, poi è stata assessore al Commercio e Polizia Locale a Legnano e, attualmente, è assessore a Rozzano. È al terzo tentativo di arrivare in consiglio regionale: «Grazie all’esperienza maturata in diversi Comuni, ho potuto capire quanto sia importante Regione Lombardia nel sostenerli per portare a termine progetti grazie a bandi e finanziamenti. Credo che le buone prassi dei singoli Comuni debbano essere esportate anche negli altri, attraverso la regia di Regione Lombardia. Anche per questo ho deciso di candidarmi», spiega.

Maira, per quanto riguarda bandi e finanziamenti, su cosa punterebbe per il territorio dell’Alto Milanese? Quali sono le maggiori esigenze?

«Le necessità dei nostri Comuni sono tantissime: l’esperienza mi ha portato a verificare con mano quanto siano serviti i bandi in favore degli enti locali ad esempio per l’acquisto di strumentazione idonea per la Polizia Locale o quanto siano stati e siano utili i bandi destinati ai Distretti Urbani del Commercio. Lo stesso vale per i finanziamenti nei confronti dei giovani imprenditori e delle start-up. Per rispondere all’esigenza di personale formato alle nostre aziende, Regione Lombardia dovrà focalizzarsi molto sull’alternanza scuola lavoro e sulla formazione professionale, sostenendola, in accordo con associazioni di categoria e imprese, per dare risposte mirate, settore per settore. Regione Lombardia dovrà inoltre sostenere e finanziare gli enti che intendono dotare le proprie scuole di materiale tecnologico, potenziando così la digitalizzazione in ambito scolastico: l’esperienza mi ha insegnato quanto questo sia importante».

Qual è il ruolo secondo lei che dovrebbe avere l’Alto Milanese all’interno della Regione?

«L’Alto Milanese deve tornare ad essere il cuore pulsante dell’industria della Provincia di Milano, come lo è stato storicamente. Senza dimenticare le nostre tradizioni, da mantenere e tutelare. Non mi riferisco solo al Palio di Legnano, ma a tutte le sagre, i mercati e le fiere cittadine che abbiamo sui nostri territori e che meritano di essere tutelate».

Cosa potrebbe fare la Regione per valorizzare il Palio di Legnano ?

«Credo che la sfilata del nostro Palio sia più bella ed emozionante di quella di Siena e debba essere riconosciuta in tutta Italia, anzi nel mondo. Come è ormai chiaro che si debba valorizzare il “Made in Italy”, allo stesso modo Regione Lombardia deve fare con il Palio di Legnano: non è normale che a Milano ci sia ancora chi non lo conosca. Il Palio non si limita alla manifestazione in sé, bisogna fare emergere tutto il lavoro dei contradaioli, riconoscerne anche il ruolo sociale, un esempio da esportare. In questo contesto Regione potrebbe investire maggiormente per sostenerlo e “portarlo” al di fuori dei confini nazionali. L’idea del Palio al Castello è ottima, anche se la realizzazione è complessa dal punto di vista economico e dovrà essere compatibile con il rispetto dell’ambiente: certo è che se tra gli investimenti e i bandi di Regione Lombardia si potessero reperire i fondi per realizzarlo, perché non provarci? Del resto, la location per eccellenza del Palio di Legnano non può che essere il Castello». Maira Cacucci

Quali sono le sue proposte in tema di ambiente e in particolare per contrastare l’inquinamento del fiume Olona?

«Per quanto riguarda l’Olona, la prima risposta dovrà essere quella di investire sulla formazione di operatori in grado di intervenire in tempi più celeri in caso di versamenti anomali nelle acque dell’Olona. Basterebbe formare la Polizia Locale. In generale credo si debba tutelare l’ambiente, ma senza  limitare l’attività dell’uomo: l’introduzione dell’Area B a Milano è un esempio negativo di un provvedimento che si riversa su tutta la Città Metropolitana. Regione Lombardia dovrà poi continuare a sostenere l’efficientemente energetico».

Qual è la sua proposta per rendere più efficiente il sistema di trasporti in Lombardia. Come intende intervenire per limitare i disagi dei pendolari alle prese quasi quotidianamente con ritardi e guasti?

«La maggior parte dei problemi del sistema ferroviario è legato alla rete ferroviaria gestita da Rfi. Non abbiamo reti idonee e molto spesso i pendolari non arrivano a destinazione a causa di guasti alla stessa. Per decenni non si è investito sul ferro e oggi ne paghiamo i risultati. Per quanto riguarda la capienza limitata dei treni, i pendolari hanno tutta la mia solidarietà, sono stata anche io pendolare. Durante la presidenza Maroni sono stati ordinati 200 nuovi treni che, purtroppo, a causa della tempistica per la produzione non sono ancora arrivati nella totalità: ne sono arrivati  70. Questi treni saranno più performanti e più capienti e riusciranno in parte a migliorare il servizio. Quello che secondo me va fatto, oltre al ferro, è incrementare il Trasporto Pubblico Locale rivisitando anche i percorsi di alcune linee interagendo, in alcuni casi, anche con il privato. Faccio l’esempio dei Malpensa Express che spesso viaggiano con diversi posti liberi: si potrebbero individuare un paio di fermate durante il loro passaggio in autostrada. Questo faciliterebbe anche lo spostamento dei turisti.  In generale per quanto riguarda tutto il sistema di trasporti la prima regola deve però essere quella di rendere i mezzi sicuri, con l’introduzione di personale delle Forze dell’Ordine da affiancare l personale operante per tutelare la sicurezza sui messi pubblici».

Nella sanità la Regione gioca un ruolo chiave. Come intervenire per ridurre le liste di attesa? Per quanto riguarda la carenza di medici di base e di personale in generale, cosa può fare la Regione? Che ruolo potranno avere le case di comunità in tutte queste problematiche?

«Quello che si può fare, attraverso Regione Lombardia, è creare servizi dedicati in modo che il personale possa dedicarsi all’attività lavorativa in maniera più comoda: l’ospedale di Legnano, per fare un esempio, potrebbe ospitare un asilo nido o un servizio 0-6 anni. Questo potrebbe permettere un impegno in termini di ore maggiore da parte del personale o la possibilità di svolgere visite il sabato e la domenica per alleggerire le liste di attesa. Per risolvere quest’ultimo problema è però necessario fare interagire le agende del pubblico e del privato. Per quanto riguarda le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità, bisogna dare il tempo di renderli operativi e popolati. Nessuno ha la bacchetta magica: Regione Lombardia dovrà portare a termine questa riforma. Sempre in tema di sanità ritengo fondamentale rendere più celeri le diagnosi per le disabilità in età scolare. Un grandissimo lavoro andrà fatto anche sul fronte delle dipendenze, un problema enorme, favorendo la prevenzione e l’inserimento in comunità di recupero».

Redazione
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Pubblicato il 06 Febbraio 2023
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