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San Bernardino abbraccia la “sua” reggenza: «Il Palio sia occasione per aggregare Legnano»

Sotto un solo da estate in anticipo, la reggenza di San Bernardino ha giurato fedeltà ai colori di contrada in vista del Palio ormai imminente

Palio di Legnano - Investitura religiosa della reggenza della contrada San Bernardino

Un sole da estate in anticipo ha “baciato” il saluto di San Bernardino alla “sua” reggenza, che a pochi giorni dal 29 maggio, come avevano fatto nei mesi passati le altre sette “sorelle” del Palio di Legnano, si è stretta intorno al gran priore Alessandro Moroni, al capitano Ermenegildo Lilli e alla castellana Silvia Banfi che, accompagnati dallo scudiero Riccardo Colombo e dalla gran dama Barbara Carolo Moroni, hanno giurato fedeltà ai colori biancorossi nel giorno del santo patrono della contrada.

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A poche ore dalla Veglia della Croce, ultima cerimonia in calendario prima della settimana che Legnano aspetta per un anno intero, all’ombra della Chiesa di San Bernardino è risuonato ancora una volta – e forse non poteva che essere così dopo due anni di pandemia, di normalità stravolta e di distanze forzate – quello che negli ultimi mesi è diventato il vero e proprio leit motiv del Palio che la città si appresta a vivere: l’invito a farne «un’occasione per aggregare ed arricchire».

Palio di Legnano - Investitura religiosa della reggenza della contrada San Bernardino

«Viviamo circondati dall’odio e non ce ne rendiamo conto – ha sottolineato don Walter Zatta durante l’omelia della messa che ha fatto da cornice alla promessa della reggenza, officiata insieme a don Luca Longoni -. Noi siamo fatti per la pace, per l’amicizia, per gli incontri ma in realtà l’esperienza di queste settimane ci mette di fronte a tanta violenza. Per questo penso che sia importante la parola che abbiamo ascoltata questa sera e che ci invita ad essere araldi dell’amore. Attorno a questa parola deve svilupparsi anche il nostro essere partecipi di quella grande manifestazione cittadina che è il Palio. Il Palio di Legnano per molti versi ha tutti i simboli della guerra, perché ricorda un fatto bellico, ma siamo chiamati a trasformarli ogni anno in simboli di pace e di amore affinché ritrovandosi tutti insieme si gareggi per portare avanti la bandiera della propria contrada ma con quell’atteggiamento di attenzione, giustizia e lealtà fondamentale perché questo momento di festa e di gioia proclami che in una società come la nostra se non ci si aiuta e non ci si vuole bene si rimane schiavi di una logica dell’odio che non vogliamo né sentire né condividere».

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Mission che si prefigge anche la “neonata” Fondazione Palio di Legnano, che nel suo discorso il gran priore di San Bernardino ha ricordato come una delle «scelte importanti fatte negli ultimi mesi per questo movimento, che porteranno a risultati molto interessanti», plaudendo al «coraggio» e alla «voglia di dialogo» dimostrate dal Supremo Magistrato, e sottolineando – prima che le parole del sindaco Lorenzo Radice, del gran maestro Raffaele Bonito, del presidente della Famiglia Legnanese Gianfranco Bononi e del cavaliere del Carroccio Riccardo Ciapparelli dessero il via al countdown verso il 29 maggio – l’importanza del punto di vista che potranno portare quei nomi in organico che magari «non hanno un grande curriculum paliesco e di contrada» ma «aiuteranno a vedere a 360 gradi il mondo all’esterno».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Maggio 2022
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