Quantcast

Un po’ di Legnano potrebbe andare su Marte grazie a Pietro Marsella, studente del Galilei

L'alunno, durante uno stage estivo presso la società D-Orbit, ha progettato un dispositivo che sarà testato in una missione spaziale che simula un'escursione su Marte.

legnano generica

Si chiama Life Support System la “creatura” di Pietro Marsella, studente del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Legnano che a soli 17 anni è riuscito a progettare un software che verrà testato nella missione SMOPs (Space Medicine Operations), durante la quale si simulerà un’escursione su Marte riproducendone le difficili condizioni di vita. Il dispositivo programmato da Pietro è in grado di ripulire l’aria e di monitorarne la qualità fornendo dati importanti. La missione si sta tenendo proprio in questi giorni alla Mars Desert Research Station nel deserto dello Utah (USA) e durerà fino al 23 aprile, coinvolgendo 6 astronauti (4 dei quali italiani) che per l’occasione indossano tute completamente made in Italy confezionate da RadiciGroup, azienda con sede a Gandino (BG) «leader mondiale nelle soluzioni tessili avanzate».

Alla missione sta partecipando Luca Rossettini, CEO di D-Orbit, società di Fino Mornasco «leader mondiale nella logistica spaziale» presso la quale Marsella ha effettuato uno stage che è durato tutta la scorsa estate. L’esperienza del giovane legnanese, che frequenta la 4°A della sezione Scientifico Più, sarebbe dovuta durare appena due settimane, ma la società gli ha chiesto poi di rimanere per l’intera estate. Programmare è sempre stata la passione di Pietro, una passione che coltiva da quando aveva 12 anni. Questo suo eccellente risultato testimonia «l’eccellente preparazione dei ragazzi del Galilei nelle materie scientifiche», sebbene informatica non faccia parte del curriculum dell’istituto. Che Pietro fosse un prodigio lo si era capito già nel 2020, quando aveva vinto i campionati studenteschi nazionali di studi logici con il suo team della allora 3°A del Liceo Scientifico Galileo Galilei.

In particolare, Marsella ha progettato l’architettura del software e poi, usando il linguaggio Python, ha scritto il programma. Molto focus è stato dato al monitoraggio delle particelle catturate dal purificatore in quanto fondamentali per lo studio della crescita dei batteri nello spazio. Lo scorso gennaio, l’ing. Cazzaniga, mentor di Pietro in D-Orbit, ha annunciato al ragazzo che il suo Life Support System funzionava perfettamente e che era stato scelto come dispositivo da testare nella missione SMOPs. Da quel momento, nonostante si trovasse in scambio culturale negli Stati Uniti, il diciassettenne ha continuato a migliorare l’architettura del software mantenendosi in contatto con la società.

Pietro è ora «molto orgoglioso» di questo traguardo, che però è solo un punto di partenza per un futuro nello spazio.

di
Pubblicato il 20 Aprile 2022
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore