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Via libera alla convenzione per la riqualificazione del Polo Baraggia, tra le proteste del Comitato No Discarica

La convenzione per la riqualificazione ambientale è stata approvata con i soli voti della maggioranza. Pioggia di critiche dal Comitato No Discarica e dall'opposizione

discarica polo baraggia cerro maggiore

Via libera in consiglio comunale allo schema di convenzione tra il Comune di Cerro Maggiore per la riqualificazione ambientale del Polo Baraggia, l’area a cavallo tra Cerro Maggiore e Rescaldina teatro di tante battaglie negli anni ’90 per la chiusura dell’allora discarica.

La maggioranza: “Abbiamo agito in continuità con le battaglie del passato”

Durante la seduta consiliare l’assessore all’Urbanistica Alessandro Provini ha presentato le principali novità introdotte nel documento rispetto alla bozza precedente. «È stata recepita nella convenzione la richiesta del Comune di Rescaldina di un corridoio ecologico a fronte dell’ingresso di Rescaldina nella convenzione e abbiamo inserito la disponibilità a rivedere la viabilità con una rotatoria su via San Clemente per non appesantire la viabilità in entrata e in uscita su via Marco Polo. Rimane il vincolo reale sull’area con il divieto assoluto sine die di aprire nuovi impianti di discarica nell’area, ed è stato reiterato anche il vincolo che prevede che la convenzione sia definitiva: a differenza del passato, anche rispetto all’accordo di programma, in caso di inadempienza, al netto di eventuali proroghe motivate, si procederà con il recupero in fossa».

«Ulteriore novità – aggiunge il vicesindaco – è l’allegato relativo ai controlli: abbiamo sottolineato fin dall’inizio che ci sarebbero stati controlli qualitativi oltre quantitativi, ma a fronte delle richieste abbiamo voluto comunque inserire nella bozza di convenzione la previsione di una serie di controlli che garantiscano la sicurezza e la trasparenza l’attività rispetto ai cittadini. Abbiamo raddoppiato il livello di controlli alla fonte, con un piano di caratterizzazione non più ogni 3mila metri cubi ma ogni 1.500, e ogni camion in entrata sarà campionato: il nostro geologo potrà poi decidere di farli esaminare. Ci saranno più o meno 300 controlli l’anno: per una discarica il numero annuo di controlli arriverebbe al massimo alla decina».

«Dal punto di vista tecnico-amministrativo siamo convinti di aver atto il massimo – conclude l’assessore alla partita -. Siamo andati in continuità rispetto ai progetti del passato, accordo di programma compreso: oggi come allora per riempire una depressione di questo tipo serve una grande quantità di materiale, ma attualmente la normativa è molto più stringente. Crediamo di aver agito in continuità rispetto alle battaglie che sono state fatte, di aver migliorato per quanto possibile il progetto e di aver agito con la massima trasparenza, facendo tutto il possibile per coinvolgere chi voleva essere coinvolto».

Il Comitato No Discarica: “Nessuna data certa di chiusura e controlli farsa”

comitato no discarica cerro maggiore

Il documento, approvato con i soli voti della maggioranza, è finito ancora una volta nel mirino del Comitato No Discarica, che ha parlato di «un atto politicamente arrogante e tecnicamente fragile, portato avanti nel silenzio», esponendo anche al termine della seduta consiliare uno striscione con la scritta “Benvenuti a Cerro Maggiore, comune delle discariche”.

I dubbi del comitato arrivano da un documento «costellato di lacune, ambiguità e maglie larghe», costruito a loro parere per dare modo all’operatore «di muoversi con ampi margini di discrezionalità». «Un’impostazione che scarica i rischi sul territorio e sulla salute dei cittadini, lasciando invece spazio a ulteriori margini di profitto per il gestore – è l’accusa del comitato -. Il testo è pieno di contraddizioni: sul riempimento a lotti e sull’installazione del fotovoltaico convivono regole opposte, mentre la presunta durata di dieci anni è una mistificazione, perché la convenzione consente proroghe senza alcun limite massimo. Non esiste una data certa di chiusura. I controlli sono ridotti a una farsa: due controlli documentali all’anno, 8.000 euro annui per i controlli qualitativi e verifiche sui camion affidate alla stessa società che trae profitto dall’impianto. Il traffico viene controllato a posteriori, sulla base di targhe fornite dal gestore, mentre sparisce ogni limite al numero di camion giornalieri. Un sistema che rende le regole facilmente aggirabili».

«Grave anche la riduzione delle garanzie economiche, nonostante precedenti inadempienze accertate, e il riferimento a un permesso a costruire dai contorni volutamente poco chiari – prosegue il comitato -. A rendere ancora più evidente l’assenza di una reale volontà di confronto vi è un fatto difficilmente contestabile: la convenzione oggi portata in approvazione è sostanzialmente identica alla bozza presentata nel 2023, riproposta con un aggiornamento formale nel 2024. Questo dato smentisce clamorosamente la narrazione dell’ascolto e della disponibilità al dialogo: nonostante osservazioni, critiche e progetti alternativi avanzati dalla cittadinanza, l’impianto del documento è rimasto invariato. Le decisioni erano già prese, il resto è stato solo rappresentazione. Ancora più grave è il metodo: comunicazione pessima, documenti difficili da reperire sul sito comunale, tempistiche forzate e assenza totale di una reale partecipazione dei cittadini».

«Emblematica, in questo senso, è la convocazione di un consiglio comunale definito “aperto” con scarsissimo preavviso e a ridosso delle festività natalizie, una scelta che di fatto limita la partecipazione e riduce il confronto pubblico, dando la misura di quanto questa decisione si voglia mantenere affare per pochi, lontano da un reale coinvolgimento della comunità – conclude il Comitato No Discarica -. Un consiglio “aperto” convocato per chiudere il dibattito, non per aprirlo. I progetti alternativi presentati dai cittadini sono stati ignorati e la trasparenza proclamata dall’amministrazione si è rivelata solo propaganda. Questa convenzione non tutela il territorio né la salute pubblica. Tutela esclusivamente gli interessi del gestore. Procedere in questo modo significa imporre una scelta dall’alto, senza confronto e senza garanzie, assumendosi una responsabilità politica pesantissima».

L’opposizione: “Una “storia infinita” con conseguenze su traffico e inquinamento

Sulla stessa linea l’opposizione, con la civica di centrosinistra Bene Comune che ha “bocciato” ancora una volta la convenzione. «Il nostro voto contrario è la conferma di quanto abbiamo già espresso sia nella commissione in cui è stato presentato il progetto di novembre 2024 sia nel consiglio Comunale aperto di giugno – sottolineano da Bene Comune -. Come abbiamo già ampiamente sottolineato in molte occasioni e anche nell’ultimo consiglio, qualsiasi progetto sul futuro di quell’area avrebbe dovuto essere condiviso e discusso fin dall’inizio con i cittadini, soprattutto per rispetto alla storia che ha portato alla chiusura della discarica nel 1995. La giunta Berra e la sua maggioranza hanno invece deciso in completa solitudine e con incomprensibile ostinazione la riapertura dei conferimenti nella ex discarica, riaprendo una ferita mai rimarginata ed esponendo il paese e i cittadini a potenziali rischi gravissimi. La nostra contrarietà è dunque in primo luogo sulla scelta politica, la cui responsabilità ricade completamente sulla maggioranza».

«Quanto al contenuto della convenzione, nel testo rimangono tutte le criticità e i rischi che abbiamo più volte evidenziato, a partire dal conferimento di terre e rocce da scavo della ormai “famosa” colonna B, che prevede concentrazioni più alte di sostanze nocive – e di nocivo, in questo paese, non vogliamo proprio più nulla – mentre ci si sarebbe dovuti limitare alla sola colonna A – aggiungono dall’opposizione -. La durata della convenzione stessa è di ben dieci anni ,ma può essere addirittura prorogata: potenzialmente una “storia infinita” con conseguenze certe per il traffico e l’inquinamento. Non da ultimo, risalendo nella rete di società coinvolte nella convenzione, l’operatore che effettuerà l’intervento è già noto ai cerresi per i suoi precedenti. Per tutte queste ragioni continuiamo a essere fermamente contrari a questo progetto, sui cui sviluppi continueremo a vigilare, con particolare riguardo alle procedure di controllo sul materiale conferito, e ad informare i cittadini».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Dicembre 2025
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