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Nuovi esuberi per il gruppo NMS: a rischio 31 dipendenti dei 42 di BioNerviano

L'appello dei sindacati alle istituzioni: "In un Paese civile non si può consentire che il profitto finanziario prevalga sul valore del lavoro, della ricerca e dell’interesse nazionale"

NMS Group Nerviano

Altra doccia fredda, l’ennesima, per il Gruppo NMS di Nerviano. Lunedì 27 ottobre la direzione ha comunicato nuovi esuberi per 31 dei 42 dipendenti di un’altra azienda del gruppo, BioNerviano: l’ennesima tegola che arriva mentre sindacati e proprietà sono ancora in attesa del prossimo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la procedura di licenziamento collettivo avviata per la Nerviano Medical Sciences, fissato per mercoledì 12 novembre.

«Il gruppo NMS di Nerviano ha aperto agli inizi di settembre una procedura di licenziamento collettivo, mettendo così una pietra sopra all’unico sito italiano dedicato alla ricerca e allo sviluppo di farmaci oncologici che in passato hanno dato risultati di rilevanza internazionale – spiegano Filctem CGIL, Femca CISL e Uilcom UIL Ticino Olona/Milano -. Il fondo cinese PAG, attuale proprietario di Nerviano Medical Sciences Group, dopo aver assorbito competenze e conoscenze frutto di decenni di lavoro e di professionalità tramandate di generazione in generazione, decide ora di dismettere, “tornando a casa” e lasciando dietro di sé macerie occupazionali e scientifiche. Sono a rischio 73 posti di lavoro, insieme a un patrimonio di ricercatrici e ricercatori altamente qualificati ed a un segmento di ricerca che rappresenta un’eccellenza nazionale».

«Nonostante il Ministero delle Imprese e del Made in Italy abbia di nuovo convocato le parti per il 12 novembre e vietato all’azienda qualsiasi azione unilaterale, la proprietà continua imperterrita nel suo percorso di smantellamento – aggiungono le tre sigle sindacali -. Proprio oggi, la direzione ha comunicato, con un’ulteriore procedura di licenziamento, nuovi esuberi, 31 su 42 lavoratori, all’interno di Bionerviano, azienda del gruppo che fornisce servizi essenziali per la filiera di ricerca. Mentre il Ministero si sta adoperando per individuare soluzioni industriali e possibili acquirenti in grado di mantenere in Italia la ricerca e i posti di lavoro, PAG agisce in aperta violazione dello spirito di collaborazione istituzionale, portando avanti una politica di dismissione che smentisce nei fatti ogni impegno dichiarato, anzi è evidente il disinteresse a portare avanti il core business di tutto il centro ricerca di Nerviano».

«Accettare di “collaborare” non può significare accettare le dismissioni dei servizi e la perdita di competenze uniche nel Paese – concludono Filctem CGIL, Femca CISL e Uilcom UIL Ticino -. Come è possibile che un fondo finanziario straniero operi indisturbato, ignorando le istituzioni e le regole del confronto sociale, senza che vi sia un intervento efficace da parte dello Stato? Le organizzazioni sindacali Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL chiedono un intervento immediato e deciso delle istituzioni. In un Paese civile non si può consentire che il profitto finanziario prevalga sul valore del lavoro, della ricerca e dell’interesse nazionale».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Ottobre 2025
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