Quantcast

Parabiago chiede un cambio di passo sull’affido familiare: “La comunità deve essere l’ultima spiaggia”

Il sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi in pressing su Azienda So.Le. per la "ristrutturazione" del servizio di affido familiare: "Troppi ragazzi rimangono troppo a lungo in comunità"

raffaele cucchi

Il servizio per l’affido familiare va ripensato per fare in modo che la comunità sia (davvero) l’extrema ratio. La “sfida” – non senza spunti critici nei confronti di Azienda So.Le., l’ente strumentale che gestisce servizi socio-assistenziali e socio-sanitari per conto di dieci degli undici comuni del Legnanese – arriva dal sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi, che peraltro conosce l’affido da vicino essendo lui stesso tutore di minori.

«Il compito affidato ad Azienda So.Le. è particolare e difficile – sottolinea Cucchi -: si parla di persone, uomini, donne e minori. Su alcuni fronti, come i nidi e l’educativa scolastica, l’azienda sta facendo un buon lavoro, ma come amministrazione riteniamo che sul fronte più delicato, quello della tutela minori, ci sia ancora molto da fare e come comune abbiamo evidenziato questo aspetto in più occasioni. Riteniamo che sia dovere delle amministrazioni comunali perseguire il dettato normativo: quando ci sono famiglie in difficoltà, bisogna assicurare ai minori l’inserimento in nuclei familiari che possano garantire loro una vita più serena rispetto alla comunità, ma sono ancora troppi i ragazzi che rimangono troppo a lungo nelle case famiglia».

Un dato incontrovertibile, soprattutto se si pensa che in base ai dati resi noti dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza già cinque anni fa erano più di 23mila i minori ospitati nelle oltre 3mila comunità per minorenni italiane. Numeri che è difficile pensare non siano ulteriormente aumentati in questi ultimi anni, in un momento storico in cui i comuni italiani sono costretti a moltiplicare le risorse stanziate a bilancio per fare fronte a tutte le esigenze che sono chiamati a gestire.

Come fare, quindi, per invertire la rotta? «È necessario intercettare i bisogni in anticipo, servono progettualità e visione sulle famiglie affidatarie e sulle esigenze dei minori – sottolinea il primo cittadino di Parabiago -. Se la legge prevede che la comunità sia l’ultima spiaggia, significa che davanti ad un problema in famiglia dovremmo lavorare per inserirli in una famiglia affidataria. Sicuramente ci sono situazioni in cui l’inserimento in comunità, che può avere il valore di riequilibrare il minore e dargli delle regole, è necessario, ma se non si trovano famiglie affidatarie è troppo facile dire che dipende dal contesto sociale. Azienda So.Le. dovrebbe, ad esempio, realizzare uno studio per capire come avvicinare le famiglie a questa bellissima esperienza e far sì che la portino avanti: gli incontri informativi non bastano. Il servizio va potenziato, e per farlo è indispensabile guardarlo con gli occhi dei genitori affidatari, serve autocritica dall’interno».

Proposte che il comune di Parabiago ha già portato anche ai tavoli ufficiali di Azienda So.Le. «Si parla spesso della necessità di mettere al centro l’interesse del minore, ma spesso lo sguardo divaga – conclude Cucchi -: è indispensabile ragionare criticamente su questo problema per il bene di bambini e ragazzi e anche della stessa Azienda So.Le., ed è necessario aprirsi all’ascolto e metterci la testa per ri-strutturare il servizio di affido familiare lavorando sulla prevenzione e sulla conoscenza del territorio e delle situazioni di crisi per fare in modo che la comunità sia un’ipotesi residuale, scongiurando in questo modo il rischio che siano i ragazzi a pagare le conseguenze di scelte sbagliate».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 30 Giugno 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore