Scuola, nel Legnanese 250 alunni in meno. Il sindacalista: “Investiamo su classi più vivibili”
L'amaro commento del sindacalista della Cgil Scuola: "Invece di approfittare del calo degli alunni e mantenere classi più vivibili, il Governo abbassa i parametri in tutti gli ordini di scuola"

Sono 134mila gli alunni in meno in Italia rispetto all’anno precedente e ben 5.660 le cattedre tagliate dal Governo con la finanziaria 2025. I dati, con un importante riflesso anche nelle scuole del territorio, forniti dal sindacalista della Cgil Scuola Pippo Frisone, descrivono bene il trend in corso. A Milano e provincia il calo nelle scuole statali di Milano e provincia raggiunge 5.900 unità. Ad essere maggiormente colpita, anche quest’anno, è la scuola primaria con -2.900 alunni, segue la secondaria di 2°grado con -1.600, Infanzia e Secondaria di 1° grado con -700 a testa. «Questo calo – riassume Frisone – ha comportato come primo effetto una riduzione di 226 classi in meno e di conseguenza un taglio agli organici dei docenti. Obbiettivo prioritario per l’amministrazione è rimasto quello di salvaguardare il più possibile il tempo pieno alla Primaria. Per fare ciò sono stati ceduti 210 posti dalla secondaria superiore alla Primaria e altri 42 posti dalle Medie. Ciò ha comportato una riduzione degli organici a 6.395 su posti comuni nelle Medie ( assegnati 6.437) e a 9.110 ( assegnati 9.320) alle Superiori. Alla Primaria i posti comuni sono calati a 10.085, nonostante l’apporto di 252 posti dalla secondaria, garantendo, nonostante il forte calo degli alunni, 5.364 classi a tempo pieno (-190 classi)». In aumento esponenziale, invece, alunni disabili e posti di sostegno, oltre 5.800 che in adeguamento con le deroghe raddoppiano.. 135 i docenti perdenti posto.
Nel legnanese, le scuole comprese nel distretto 69, seguono l’andamento del calo generalizzato. «Nelle 14 scuole del distretto – spiega il sindacalista – si perdono oltre 250 alunni, per lo più nei Comprensivi e circa 8 classi a tempo pieno. Anche quest’anno sulla formazione classi è stata un’occasione mancata. Il Governo punta sul calo demografico per fare della Scuola un settore dove realizzare risparmi, piuttosto che investimenti. Da qui a dieci anni si perderanno 1,5 milioni di studenti con una perdita di posti stimati attorno a 134mila ( Sole 24 ore). Nel frattempo si formano ancora le classi coi criteri del DM 81/09, che aveva previsto un innalzamento dei valori massimi per risparmiare sulla spesa pubblica nell’Infanzia fino a 29 alunni, nella Primaria fino a 26, nella Media fino a 28, nelle Superiori fino a 30. E con l’aumento degli alunni disabili, classi fino a 25 con l’inserimento nella stessa classe anche di due o più disabili. Invece di approfittare del calo degli alunni e mantenere classi più vivibili, abbassando i parametri in tutti gli ordini di scuola, si mantengono ancora quelli del 2009. Un esempio ulteriore che anche con questo Governo la Scuola è il solito bancomat per realizzare risparmi. Di migliorare le condizioni di vita di chi ci lavora e degli studenti, pare che non interessi più a nessuno. Se alle classi affollate aggiungiamo i bassi stipendi dei docenti, il cerchio si chiude mentre la Scuola rischia di sprofondare sempre più in basso.
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