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Al“Torno” di Castano Primo gli atleti paralimpici Alberto Amodeo e Simone Barlaam

L'incontro, promosso dalle Professoresse Piera Colombo e Patrizia Morosi, si è tenuto il 21 marzo u.s. nella nuova aula immersiva dell'Istituto.

Generico 18 Mar 2024

Ospiti d’eccezione all‘Istituto “Torno” di Castano Primo gli atleti paralimpici Alberto Amodeo e Simone Barlaam, i due assi del nuoto, plurimedagliati ai mondiali di Tokyo 2020 e di Manchester 2023 (ove entrambi hanno meritato l’oro).

L’incontro, promosso dalle Professoresse Piera Colombo e Patrizia Morosi, si è tenuto il 21 marzo u.s. nella nuova aula immersiva dell’Istituto. Accuratamente preparato e interamente gestito dalle studentesse e dagli studenti delle classi 1^ A e 4^ A del Liceo Scientifico ha costituito una preziosa opportunità di riflessione sullo sport inteso come potente strumento di inclusione e coesione sociale.

Simone nasce con una malformazione al femore destro, aggravata da una frattura occorsa al momento del parto e nei suoi primi anni di vita viene sottoposto a numerosi interventi chirurgici; Alberto subisce l’amputazione della gamba destra a seguito di un incidente. Entrambi hanno saputo fare della loro disabilità uno straordinario punto di forza. Lo dicono il loro sorriso, l’entusiasmo e la carica di energia positiva che riescono a trasmettere.

Singolare l’intervista condotta dai ragazzi che, dopo aver proposto un breve video dedicato ai due atleti e realizzato assemblando scatti significativi della loro infanzia, dei loro successi e del profondo legame di amicizia che li unisce, basato sulla complicità e sulla comprensione reciproca, sulla condivisione di eventi e momenti straordinari ma anche di vita comune e quotidiana, li hanno sollecitati ad evocare ricordi e ad esprimere emozioni partendo da immagini e citazioni in qualche modo emblematiche del loro percorso.

I due giovani atleti si sono così alternati nel raccontare e raccontarsi, descrivendo la loro giornata tipo, fatta di eccezionale impegno e sacrificio, gli inevitabili ostacoli che entrambi hanno dovuto affrontare a causa della disabilità, l’itinerario che li ha condotti non senza fatica a maturare consapevolezza di sé e fiducia nelle proprie risorse, le difficoltà che attualmente incontrano nel conciliare sport agonistico e studio universitario (entrambi sono iscritti al Politecnico di Milano), il desiderio di misurarsi sempre in nuove sfide (ad attenderli i Giochi Paralimpici di Parigi, che si disputeranno dal 28 agosto all’8 settembre
2024).

Da piccoli Nemo, il pesciolino della Disney che, nato con una pinna atrofica, riuscirà ad esplorare il grande mare e le sue paure, i due atleti ventitreenni sono ormai divenuti squali, sicuri e padroni di sé. E pensiamo – ci suggeriscono – a quanto sia aggraziato ed elegante uno squalo, nonostante la sua stazza: tutti si focalizzano sulle sue terribili mascelle ma ha anche lunghe pinne che sembrano ali e danno l’impressione di volare nell’acqua.

Alberto e Simone tuttavia – lo si evince dalle loro testimonianze – non sono solo due campioni del nuoto, sono soprattutto due giovani entusiasti della vita, che amano divertirsi e dedicare il poco tempo libero a coltivare le proprie passioni. Alberto, ad esempio, ama la musica elettronica, fare il dj, seppure – come dice lui-  o usare i mattoncini Lego. Simone invece
adora disegnare, leggere, viaggiare, montare video al pc e si diletta in cucina, più come assaggiatore – ammette- che come cuoco».
Significativo il messaggio trasmesso agli studenti del “Torno”: lo sport fa superare le differenze perchè non è solo competizione ma è anche spirito di squadra, coesione e unità d’intenti, bellezza dello stare insieme, capacità di gioire dei successi dell’altro oltre che dei propri. Olimpici e paralimpici sono atleti e basta: fanno parte della stessa famiglia. Lo sport è lo stesso per tutti e
anche la piscina olimpica per tutti misura 50 x 25 metri. Il nuoto, del resto, ti mette a nudo, più di qualsiasi altro sport: non c’è modo, quando sei un nuotatore, di nascondere la tua disabilità. Ma essere speciali significa proprio riuscire a far capire che il tuo punto debole può diventare quello di cui vai più fiero».

Laura Fusaro per l’Istituto Torno

Redazione
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Pubblicato il 23 Marzo 2024
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