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L’azienda “Bracciani” di Parabiago premiata come attività storica: “Umanità e dialogo le armi vincenti”

Ad oltre un secolo da quando mosse i primi passi, l'attività della famiglia Bracciani è entrata nel novero delle attività storiche di Regione Lombardia

bracciani

Quando nel 1900 “el siur Pinela”, al secolo Giuseppe Bracciani, aprì a San Lorenzo di Parabiago il suo “Albergo dell’Angelo con stallazzo”, di certo non immaginava dove sarebbero arrivati i suoi discendenti e l’infilata di riconoscimenti che nell’arco di oltre un secolo avrebbero ricevuto, da diplomi e medaglie al premio “Milano Produttiva” della Camera di Commercio alla medaglia di diamante per i 50 anni di commercio dalla Fenacom di Milano, passando per le medaglie di “Maestri del Commercio”. E cinque generazioni dopo, per l’attività di famiglia dei Bracciani i riconoscimenti non sono ancora finiti: l’ultimo in ordine di tempo arriva dalla Regione Lombardia, che nei giorni scorsi ha premiato la srl come attività storica insieme ad altre 455 realtà del tessuto economico regionale.

bracciani attività storica

«L’azienda è stata avviata dai miei bisnonni – ci racconta Luigi Bracciani, titolare dell’azienda fino al 2019, anno della trasformazione in srl, inizialmente insieme al fratello Giancarlo e dal 1976, dopo che l’azienda si fece in due prendendo strade diverse, con la collaborazione della moglie Luigia Ceriani -. Giuseppe Bracciani, che in zona tutti conoscevano come “el siur Pinela”, nel 1900 ha iniziato con una locanda con stallazzo per viandanti, carrettieri e cavalli a San Lorenzo di Parabiago e poi ha aperto anche una macelleria in via San Michele. L’attività dell’albergo è stata portata avanti con l’aiuto prima di mio nonno Antonio, scomparso prematuramente, e poi di mio padre Ferruccio, che nel 1941 ne è diventato titolare e in seguito ha avviato l’attività della casa vinicola. Io ho iniziato a lavorare con lui nel 1956 e proprio in quegli anni è iniziato il “boom” delle acque minerali, settore in cui ci siamo progressivamente affermati e tuttora continuiamo a lavorare, introducendo anche prodotti come bibite, birre e latte a lunga conservazione».

Luigi Bracciani, però, non si è fermato lì, e negli anni ha sviluppato prima il ramo delle consegne a domicilio e poi un drive-in per le vendite in sede sfruttando la posizione strategica. Poi il passaggio dall’imbottigliamento alla commercializzazione del vino confezionato e l’arrivo di nuovi prodotti nel settore delle bevande, con il volume di affari che cresceva sempre di più fino a spingere il nipote del fondatore ad acquistare dalle sorelle ciò che ancora rimaneva dell’albergo-ristorante, rimasto attivo fino al 1969, per rendere più fluido l’afflusso della clientela, arrivando a dare forma agli spazi che ancora oggi tutti conoscono e riconoscono in via Manara.

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Un secolo di storia che di certo non è stato facile costruire, soprattutto nell’era dei discount e delle catene commerciali. «Al giorno d’oggi la parte del leone la fa la grande distribuzione, soprattutto in zone densamente abitate come la nostra – sottolinea Luigi Bracciani -. Quello che fa la differenza è il dialogo con il consumatore finale: chiunque andando in un supermercato può trovare di tutto, ma con chi può parlare? La nostra arma vincente sono l’umanità e il dialogo, che sono anche la nostra vera forza. E poi non va dimenticata la serietà dell’azienda e quella che da sempre è la nostra filosofia, che prevede che il cliente quando arriva al punto vendita vada trattato in una certa maniera».

E anche se i momenti difficili, come in ogni attività, non mancano, per l’azienda la parola d’ordine è una sola: mai fermarsi. «Nel primo anno di pandemia, complice il fatto che facciamo anche consegne a domicilio, per noi c’è stato un incremento del lavoro – conclude Luigi Bracciani -: la gente era quasi bloccata in casa e abbiamo registrato un 10/15% di vendite in più. In quel periodo, poi, possiamo dire che è stata riscoperta l’importanza del commercio di vicinato, di chi ancora parla con il cliente, e questo ci ha aiutato. Certo le difficoltà non mancano, basti pensare al problema riscontrato di recente da alcuni produttori con il reperimento dell’anidride carbonica necessaria per rendere gasate l’acqua e le bibite, ma l’importante è farsi trovare pronti e rimanere sempre a galla».

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 31 Luglio 2022
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