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Consiglio comunale al vetriolo a Rescaldina, resa dei conti tra il consigliere Casati e la maggioranza

Bufera in consiglio comunale a Rescaldina, con una resa dei conti che ha spaziato dal ringraziamento pubblico a Mirko Oro alla palazzina esplosa

comune rescaldina

Seduta al vetriolo, come non se ne vedano da anni, in consiglio comunale a Rescaldina, dove la discussione sul rendiconto della gestione relativa all’anno 2021 si è trasformato in una vera e propria resa dei conti tra il consigliere del centrodestra Ambrogio Casati e la maggioranza che sostiene il sindaco Gilles Ielo: resa dei conti che è arrivata ad assumere toni dai quali non è difficile prevedere che sarà quasi impossibile tornare indietro.

Pietra dello scandalo le cifre che mettono nero su bianco la situazione economico-finanziaria di Piazza Chiesa nel 2021, a partire dai quali l’ultimo arrivato in consiglio tra i banchi del centrodestra ha tracciato un bilancio degli ultimi otto anni che non è solo quello scritto nei numeri. «Che i numeri del bilancio quadrino non c’è dubbio: quello che certamente non quadra è la mancanza assoluta di dialogo tra la maggioranza e l’opposizione che sarebbe stata utile in questi tre anni per analizzare i problemi del paese, trovare insieme soluzioni efficaci e soprattutto verificarne l’esito – è stata la durissima presa di posizione di Casati -. Siamo convinti che ciò sia da attribuire alla concezione di dialettica politica del capogruppo di Vivere Rescaldina, mosca cocchiera di questa amministrazione che non sempre però la guida per la retta via. L’atteggiamento di questo personaggio non offende certo l’opposizione, che comunque non ha mai rinunciato a svolgere il proprio ruolo né mai lo farà, ma svilisce i componenti della maggioranza stessa, palesemente inclini a subirne i diktat. Il leit motiv è incolpare qualcun altro, scavando in un passato lontano almeno otto anni se non ancora più remoto anziché darsi da fare per affrontare e risolvere i problemi attuali».

E da quel passato Casati ha poi “risuscitato” più di un episodio. A partire dall’aumento dell’addizionale comunale IRPEF ai tempi in cui il sindaco era Paolo Magistrali, arrivando poi fino al ringraziamento pubblico indirizzato nel 2013 a Mirko Rosa alias Mirko Oro, e alla palazzina esplosa in via Brianza nel 2018. «Tra gli esempi di accanimento verso scelte del passato senza saper giudicare con obiettività il proprio operato abbiamo l’accusa all’ex sindaco di centrodestra di aver riconosciuto un’onorificenza ad un commerciante poi finito miseramente – ha sottolineato Casati -: vero anche questo, ma l’accusatore non si ricorda di aver quasi beatificato una persona che stava costruendo una bomba in casa, poi scoppiata, per fortuna senza morti ma con molti danni alle abitazioni vicini che devono essere ancora risarcite». 

consiglio comunale rescaldina

L’intemerata del consigliere di centrodestra è poi passata a più recenti fatti di cronaca, per finire con la richiesta di dimissioni al sindaco Gilles Ielo. «Continuiamo a dire che il nostro paese è in una grave posizione, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza: lo dimostrano i fatti di cronaca nera che hanno portato Rescaldina ad essere definita da diversi giornali capitale del crimine, capitale dello spaccio, capitale della droga. “Ahi Rescaldina, di dolore ostello, nave sanza cocchiere in gran tempesta, non donna di province ma bordello”: frase di Dante che mai avrei pensato si adattasse su misura a Rescalidna. Dopo questa disamina su crimine, spaccio e droga, alla quale dobbiamo aggiungere i licenziamenti di Auchan e quelli previsti per la Emerson, non so cosa deve succedere di più e di peggio a Rescaldina perché il sindaco si dimetta: ha trovato una situazione pesante, lasciatagli dal suo predecessore, e poi sono successi fatti imprevedibili, ma è proprio in queste situazioni che si vede chi è capace e chi no di amministrare un paese. Ci dorma sopra – ha concluso Casati rivolgendosi direttamente al primo cittadino – e domattina prenda un foglio bianco e una penna e scriva le sue dimissioni: non sono necessarie neanche le giustificazioni perché tutto il paese le capisce. Se non lo vuole fare per loro, lo faccia per sé stesso e per la sua dignità».

Parole pesanti, che non potevano non suscitare reazioni dai banchi della maggioranza. A partire dall’ex primo cittadino Michele Cattaneo, più volte citato – direttamente e indirettamente – nell’intervento del consigliere di centrodestra, che dopo aver fatto «i complimenti del gruppo di Vivere Rescaldina perché questo paese è amministrato davvero bene» e aver respinto le accuse di essere il sindaco ombra, ha sottolineato si essersi «vergognato» come rappresentante del  consiglio comunale per le parole di Casati. «Mi sono vergognato perché ho sentito definire “un commerciante poi finito miseramente” un delinquente, ma la cosa che mi ha fatto vergognare, che mi ha fatto male, è che si sia parlato di una cosa successa a Rescaldina che ha ferito profondamente questo paese dicendo una gigantesca falsità: nessuno stava preparando una bomba, lo posso dire tranquillamente, e ci si prenderà le responsabilità di quello che si dice perché con queste falsità si va a colpire non una persona defunta ma una famiglia, dei minori, le persone coinvolte in quell’incidente, un intero paese che ha deciso di sostenere quella situazione perché c’era una sofferenza, della cui risposta io sono orgoglioso come lo sono di questa amministrazione per come, insieme anche all’opposizione, ha deciso di affrontare quello che è successo. Ritengo vergognoso l’accostamento di Rescaldina al bordello citando Dante, ritengo vergognoso strumentalizzare persone che stanno perdendo il lavoro come se fosse colpa di questa amministrazione. Altro che dimettersi: bisogna vivere il paese prima di parlare in consiglio comunale, altrimenti si prendono queste cantonate».

Concetti, quelli espressi da Cattaneo, che hanno trovato sponda nel vicesindaco Enrico Rudoni («È una grande tristezza sentire queste parole in consiglio comunale: d’altronde chi non è in grado di entrare nel merito delle cose, chi non le approfondisce e non vive il paese, può solo fare un intervento del genere: un intervento vergognoso, non ci sono altre parole, con una serie di inesattezze, strumentalizzazioni e accuse senza entrare nel merito, con uno stile che denota un’infinita bassezza politica»),  nell’assessore Gianluca Crugnola («La scelta dei licenziamenti è indipendente dall’amministrazione in carica – ha sottolineato Crugnola, che ha parlato di «strumentalizzazione assurda» per l’attacco a Cattaneo -, abbiamo avuto un femminicidio commesso da e ai danni di residenti da meno di un anno, non erano casi segnalati, non c’erano denunce, non c’era nulla, in che modo l’amministrazione avrebbe potuto prevedere cosa sarebbe successo? L’omicidio nei boschi è successo a Rescaldina per 50 metri, forse meno: il problema non è di Rescaldina ma di tutto il territorio. Questo intervento è la cosa peggiore che ho sentito in tredici anni di presenza in consiglio comunale: il consigliere ha chiesto le dimissioni del sindaco, forse dovrebbe rivolgere quel discorso a sè stesso, perché non so come possa continuare a rappresentare la cittadinanza in questa istituzione») e nella consigliera Federica Vezzoli («È questa la politica che volete? Una politica fatta di parole becere, cariche di odio, scontrose, false, che vanno a colpire le persone e che non raporesentano la realtà dei fatti).

Ma soprattutto hanno trovato eco nel discorso del sindaco Gilles Ielo. «Non tradirò l’atteggiamento con cui fin dall’inizio ho voluto interpretare il mio mandato, non colgo la provocazione – ha messo in chiaro il primo cittadino -. A molte delle cose pesanti dette hanno già risposto i miei colleghi. Io non ho nessun problema rispetto alla mia posizione perché chi pensa di offendermi dicendomi che sono l’alter ego del precedente sindaco non ha capito come lavora questo gruppo e non conosce la realtà di Vivere Rescaldina, che è qualcosa di differente da tutti gli altri gruppi: il sindaco ha un dialogo costante e continuo con tutti gli elementi di questo consiglio comunale e non solo. I miei sonni non sono né lunghi né tranquilli per quello che è successo in questi anni e tutte le mattine mi sveglio e mi chiedo se sia il caso di dimettermi, ma non certo per la mia dignità dal momento che posso girare tutto il paese a testa alta e sono convinto che non ci sia un solo cittadino che possa recriminare. Ho uno zaino molto pesante sulle spalle e sono contentissimo di portarlo: mi sto impegnando e i risultati non sono io a doverli giudicare, lo faranno i cittadini alla fine del mio mandato».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 30 Aprile 2022
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