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Casa per l’emergenza abitativa di Nerviano, l’ex sindaco Cozzi: «Nessuno è stato lasciato senza aiuto»

Lega, Gruppo Indipendente Nervianese e Con Nerviano respingono al mittente le critiche mosse dal PD sulla Casa per l'emergenza abitativa

casa emergenza abitativa nerviano

Mentre la Casa per l’emergenza abitativa di Nerviano si prepara a riaprire le porte a chi vive un momento di difficoltàa partire dai profughi in fuga dall’Ucraina, in paese, e soprattutto nell’agorà politica cittadina, continua il dibattito sui danni subiti dalla struttura ma anche sulle responsabilità politiche che hanno portato l’immobile alle condizioni in cui attualmente versa.

A scagliare la proverbiale prima pietra, dopo che dai sopralluoghi delle scorse settimane era emerso che per tornare ad essere effettivamente una soluzione per chi si trova in condizioni di fragilità la Casa per l’emergenza abitativa avrebbe avuto bisogno di qualcosa di più di una semplice “rinfrescata”, era stato il Partito Democratico, che durante l’ultima seduta consiliare ha portato tra i banchi del parlamentino cittadino un’interrogazione ad hoc per «avere un quadro il più preciso possibile» della situazione: «L’immobile, che è stato destinato ad affrontare situazioni di emergenza, non è stato utilizzato ed è stato abbandonato mettendo Nerviano nella condizione di non avere la capacità di accogliere situazioni di bisogno – aveva sottolineato la capogruppo Dem Antonella Forloni in consiglio comunale -: tutto questo merita una riflessione che ha sì un carattere politico su chi ha fatto queste scelte, ma si traduce anche, trattandosi di amministrazione pubblica, in termini di responsabilità: quello che ora si deve spendere finisce per presentare un profilo di danno».

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«L’immobile è rimasto abitato fino a maggio del 2019 – aveva replicato il sindaco Daniela Colombo durante la seduta consiliare -, dopodiché immagino che nessuno sia più andato a fare sopralluoghi: è rimasto totalmente inutilizzato perché evidentemente non c’era interesse da parte dell’amministrazione comunale precedente nell’usarla a scopi sociali o di orientarla ad altri progetti. Recentemente, su pressione della Prefettura, abbiamo fatto un sopralluogo per valutare se poteva essere idonea all’accoglienza: abbiamo potuto riscontrare uno stato di totale abbandono, c’erano sporcizia, mobili rotti, escrementi di uccelli, vari rifiuti probabilmente lasciati dagli occupanti. L’unico arredo che risulta è la cucina, il resto erano sostanzialmente dei rifiuti, si trattava di arredi messi dalle persone che si sono succedute nell’abitazione. Sul soffitto c’erano tracce di umidità, è stata effettuata un’ispezione sulla copertura e sono state sistemate delle tegole. Se parliamo di costi, l’ispezione è costata circa mille euro, la pulizia è costata circa 540 euro, la sanificazione e la derattizzazione circa 200 euro. Rimane l’imbiancatura: si era pensato di farla utilizzando personale ingaggiato per i progetti utili alla collettività, ma se non dovesse arrivare in tempi rapidi verrà imbiancata grazie al personale dell’ente. Più che danno erariale, c’è certamente un’incuria sotto gli occhi di tutti».

Chi alle critiche non ci sta è la coalizione che ha governato Nerviano nei cinque anni passati, che dopo aver messo i puntini sulle i in consiglio comunale, anche a valle della seduta del parlamentino ha definito quella presentata dal PD «un’interpellanza strumentale e chiaramente di parte», finalizzata a far passare la precedente amministrazione come «brutta, egoista, razzista e incapace di gestire il bene pubblico». «Il progetto si è concluso quando l’azienda So.Le. ha attivato l’Agenzia per la locazione, che ha i medesimi obiettivi ma estende l’ambito di azione a tutto il Legnanese – ha sottolineato l’ex sindaco Massimo Cozzi, che punta il dito anche contro la partecipazione ad un recente sopralluogo dell’ex assessore Pio Petrosino, che, com’è stata spiegata in consiglio comunale, ha sostituito la consigliera Forloni su autorizzazione del presidente del parlamentino Lorenzo Lattuada -. Deve essere chiaro che tutte le persone in difficoltà, e sottolineiamo tutte, sono state aiutate e supportate concretamente dai servizi sociali, riuscendo a collocarle in altri alloggi, svuotando definitivamente questa struttura, fino alla completa chiusura. È doveroso ricordare che siamo da sempre stati contrari a questa scelta che è costata più di 200mila euro per la sola ristrutturazione dei locali, di proprietà della parrocchia, ai quali vanno aggiunti i soldi per l’arredamento e i circa 30mila euro annui per la gestione affidata ad una cooperativa, più tutti i costi di manutenzione. Questa contrarietà non ha influito sull’utilizzo della stessa, fino a quando una volta vuota si è deciso di chiuderla in attesa di trovare una nuova destinazione sociale sulla quale poi confrontarsi con la parrocchia».

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La vocazione di housing sociale della Casa per l’emergenza abitativa di Nerviano, comunque, con buona pace di Lega, Gruppo Indipendente Nervianese e Con Nerviano con ogni probabilità è destinata ad essere confermata, anche se verosimilmente dopo l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina cambieranno le modalità di utilizzo e forse anche l’utenza: si tratta di «un investimento sulle persone e non di una spesa», ha sottolineato in proposito l’assessore alle politiche sociali Carolina Re Depaolini. La struttura potrebbe inoltre essere finalmente “battezzata”, anche se il nome ha suscitato in consiglio comunale più di una polemica: la proposta dei Dem di intitolarla a Daniele, un ex inquilino con problemi di tossicodipendenza che proprio tra quelle mura è morto anni fa, ha provocato infatti una netta reazione da parte dell’assessore ai lavori pubblici Sergio Parini, che ha ricordato come all’epoca fu proprio quella parte politica, al governo del paese a rifiutare di chiamarla così «in maniera molto ipocrita».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Marzo 2022
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