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PNRR: pochi fondi (per ora) per il maxi progetto dell’Alto Milanese, ma continua il lavoro di squadra

I comuni dell'Alto Milanese continueranno a lavorare ad un piano di area vasta per essere pronti ai nuovi bandi del PNRR e della comunità europea

Generica 2020

Sfuma la strada battuta dalle amministrazioni per il maxi progetto da più di 100 milioni di euro che aveva impegnato nelle scorse settimane i comuni dell’Alto Milanese nella predisposizione di piani urbani integrati da presentare alla città metropolitana di Milano, alla quale proprio il PNRR, nell’ambito dell’apposita linea progettuale, ha assegnato risorse per quasi 280 milioni. Quello che rimane, però, sono i progetti, che il territorio è deciso a portare avanti, così come è deciso a continuare a lavorare in forma integrata per scrivere il futuro dei comuni della zona, in una fase in cui superare l’impatto sociale ed economico della pandemia sfruttando le opportunità che si apriranno con la ripartenza è quasi un imperativo categorico.

PNRR, l’Alto Milanese fa squadra per un maxi progetto da oltre 100 milioni di euro

A metà novembre Palazzo Isimbardi aveva aperto una fase di confronto per raccogliere le proposte dei comuni, che avrebbero potuto riguardare tre diversi ambiti. In primis la rigenerazione urbana e territoriale, ovvero progetti di riqualificazione di spazi ed edifici sottoutilizzati o degradati per promuovere l’inclusione abitativa, la promozione sociale, occupazionale, culturale e sportiva, la mobilità sostenibile e l’ambiente. Poi i luoghi urbani della mobilità, nella cui sfera rientrano le iniziative finalizzate al riutilizzo e alla valorizzazione di immobili comunali ma anche di altri enti pubblici o privati localizzati in corrispondenza dei nodi della mobilità, quelle per l’abbattimento delle barriere architettoniche per l’accesso alle fermate delle stazioni metropolitane e ferroviarie e per la riqualificazione delle fermate del trasporto pubblico locale, e quella orientate alla realizzazione di servizi connessi alla mobilità, alla sanità di prossimità, alla famiglia e al lavoro. E infine la rete verde metropolitana, nell’ottica della tutela dei valori ecologici e naturali del territorio, del contenimento del consumo di suolo e della promozione di una migliore fruizione del paesaggio, il tutto attraverso quelle che la Commissione Europea ha definito nature based solutions, ovvero azioni ispirate, supportate o letteralmente copiate dalla natura.

E dal momento che i progetti avrebbero dovuto prevedere un costo totale non inferiore a 50 milioni di euro, i primi cittadini del territorio, sulla scia dell’input lanciato del comune di Parabiago, avevano deciso di mettere in rete le proposte in caldo nei cassetti dei municipi per arrivare ad un unico progetto che coprisse la cifra minima. Ad inizio dicembre era così approdato sul tavolo dell’assemblea dei sindaci del Patto dell’Alto Milanese lo schema di massima, che era stato poi presentato qualche giorno dopo alla città metropolitana. Dove tuttavia non ha avuto il successo sperato, dal momento che Palazzo Isimbardi ha optato per una strada diversa, destinando una quota dei quasi 280 milioni di euro complessivamente disponibili alla città di Milano, un’altra ai progetti per l’invarianza idraulica messi in cantiere dal gestore della rete idrica Cap Holding e la restante parte ai comuni che risultano più svantaggiati in base al cosiddetto indice di vulnerabilità, ovvero l’indicatore costruito con l’obiettivo di fornire una misura sintetica del livello di vulnerabilità sociale e materiale dei comuni italiani. Con il risultato che i fondi del PNRR potranno arrivare solo nelle casse di alcuni comuni dell’Alto Milanese, e potranno finanziare una sola proposta tra quelle che le singole amministrazioni avevano indicato in fase di raccolta: nel Legnanese solo Legnano, San Giorgio su Legnano e San Vittore Olona sono considerati comuni vulnerabili in base ai parametri analizzati, mentre Busto Garolfo, Nerviano, Parabiago, Rescaldina e Villa Cortese non rientrano nel range indicato.

cucchi parabiago pnrr

Anche le altre proposte studiate dall’Alto Milanese, però, rimangono, e per portarle avanti non c’è solo la via della partecipazione dei singoli comuni ad altre linee di finanziamento previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Paesi e città del territorio hanno infatti deciso di «modificare l’obiettivo di lavoro per approdare ad un piano di area vasta in grado di far emergere le strategie delle progettualità dei singoli comuni e la loro convergenza in un progetto molto più ampio – spiega Raffaele Cucchi, sindaco di Parabiago, comune che ha fatto da capofila al maxi progetto -: in questo modo faremo da apripista nel progettare per aree comuni con un animo che va nella stessa direzionalità dal punto di vista sociale, economico e culturale e saremo già pronti per partecipare ad altri bandi del PNRR o della comunità europea in forma aggregata, come territorio».

Se il nuovo piano di area vasta, che in soldoni assolverà alla funzione di un “super piano di governo del territorio”, sarà verosimilmente pronto tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, un altro filone degli interventi che i comuni dell’Alto Milanese avevano inserito nella proposta inviata alla città metropolitana potrebbe essere messo in cantiere già a stretto giro di posta: quello delle ciclabili, che trova uno sbocco naturale nel Biciplan, il progetto finalizzato ad identificare una rete di corridoi “super ciclabili” nel territorio metropolitano da collegare con le ciclabili comunali per spingere sulla mobilità sostenibile. Nel nostro territorio, in questo senso, si continuerà a puntare anche sulla mobilità elettrica, «dorsale fondamentale per il progetto» che punta a «garantire il miglior sviluppo a livello naturalistico ad un tessuto urbano abbastanza edificato».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Febbraio 2022
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