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Cerro Maggiore, Bene Comune contro il “nuovo” piano per le opere pubbliche: «Gioco delle tre carte»

Duro giudizio di Bene Comune rispetto alle scelte della giunta di Cerro Maggiore per le opere pubbliche, da poco oggetto di un nuovo "tagliando"

cerro maggiore bene comune

Piano di rilancio per Cerro e Cantalupo? Piuttosto il «gioco delle tre carte». È duro il giudizio dei consiglieri di opposizione di Bene Comune sulle scelte dell’amministrazione guidata dal sindaco Nuccia Berra rispetto ai lavori pubblici che dovranno essere effettuati in paese da qui al 2023, che proprio nell’ultima seduta del consiglio comunale hanno ricevuto un nuovo “tagliando” dopo quello che a gennaio aveva già messo mano alla prima stesura di ottobre.

Scuole, sport e strade: a Cerro Maggiore un piano da 2,5 milioni di euro per le opere pubbliche

Già durante la seduta consiliare dai banchi di Bene Comune era arrivato voto contrario al “nuovo” programma triennale dei lavori pubblici. E già allora la capogruppo Piera Landoni aveva puntato il dito soprattutto contro una delle variazioni, ovvero il taglio dei 990mila euro che nelle versioni precedenti del documento erano destinati al centro polifunzionale dell’istituto comprensivo Strobino di via Boccaccio per l’abbattimento delle barriere architettoniche e all’adeguamento degli impianti (per il quale è ora previsto un intervento da 320mila euro, ndr). Senza che le spiegazioni dell’assessore al bilancio Matteo Bocca – che aveva chiarito come in sede di assestamento il bilancio fosse stato “pulito” dai finanziamento dello Stato ai quali il comune si era candidato senza successo, per poi eventualmente stanziare le stesse somme in un secondo momento con il bilancio comunale, quando la progettazione sarà in fase più avanzata – bastassero a far cambiare giudizio al gruppo di opposizione.

Ma quello che a Piera Landoni e Massimo Banfi non è andato a genio è stata soprattutto la presa di posizione della coalizione di maggioranza, che all’indomani del voto aveva accusato le opposizioni di non aver portato in aula nessuna proposta per le opere pubbliche e di non aver dato il “via libera” alla revisione del documento, parlando di «opposizione preconcetta, miope, che guarda la punta del dito e non la luna» e «sempre pronta a fare giochetti politici che in un paese di 15mila abitanti fanno solo sorridere».

«Per ben tre volte in otto mesi hanno venduto ai cittadini lo stesso regalo, il piano delle opere pubbliche, cambiando solo la carta e il fiocco o, per meglio rendere l’idea, come si usava in regimi di antica memoria, per far durare di più la parata militare, i carri armati venivano fatti girare più velocemente in modo che, facendoli ripassare più volte, si avesse l’impressione che fossero tanti – sottolineano Landoni e Banfi -! Ma quel che è peggio è stato l’aver fatto sparire i 990.000 euro destinati alle scuole, dando spiegazioni surreali e rovesciando la realtà. Il nostro voto e le nostre motivazioni hanno espresso con forza la nostra contrarietà ad un’operazione non trasparente, comunicativamente scorretta e non rispettosa nei confronti dei cittadini. La scorrettezza del loro metodo comunicativo, che distorce la realtà, si commenta da solo. Dopo non aver fatto nulla per quasi tre anni, con le erbacce ai bordi delle strade che diventano piante, bandi scaduti da un anno (vedi raccolta rifiuti), assoluto silenzio sulla situazione della piscina e sui problemi della Residenza Ginetta Colombo, suonano la gran cassa su lavori che fanno parte dell’ordinaria amministrazione».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Agosto 2021
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