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Caporalato nel vivaio a Inveruno: ora i lavoratori chiedono il riconoscimento del credito

La Cisl Milano Metropoli che in questi giorni sta accogliendo le testimonianze di diversi lavoratori rimasti vittime del sistema di sfruttamento durato diversi anni e smantellato lo scorso febbraio

Guardia di Finanza caporalato

Sfruttati per pochi euro all’ora. I lavoratori del vivaio, vittime del sistema di sfruttamento smantellato lo scorso 23 febbraio dalla Compagnia Guardia di Finanza di Magenta,  alzano la testa e chiedono che gli venga riconosciuto quanto dovuto.

Sistema di sfruttamento che dura da tempo, tanto che un lavoratore ha raccontato di avere lavorato senza diritti già una decina di anni fa. Una storia raccontata alla Cisl Milano Metropoli che in questi giorni sta accogliendo le testimonianze di diversi ex dipendenti del vivaio. Giuseppe Oliva referente della Cisl Milano Metropoli ha spiegato che sono circa una quarantina gli ex lavoratori che in questi anni sono stati sfruttati.

Dalle indagini, infatti, è emerso che il titolare della ditta, coadiuvato nelle condotte illecite da due impiegate, era arrivato a ridurre il costo del lavoro a quasi 3 euro all’ora (rispetto ai 13 euro circa previsti in osservanza delle norme vigenti). Le Fiamme Gialle magentine con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Milano-Lodi e dell’INPS, durante le operazioni, avevano quantificato oltre un milione di contributi previdenziali dovuti, riqualificando i contratti di lavoro del personale e disconoscendo le agevolazioni di “coltivatore diretto” del titolare.

Sono stati oltre 100 i dipendenti coinvolti: lavoratori che vivevano in un costante clima di tensione e soggezione, lavorando per oltre 9 ore al giorno e in assenza di pause, riposi settimanali e ferie retribuite. I sindacati hanno ricostruito il percorso professionale di ogni lavoratore che ha bussato alla porta della Cisl: ognuno di loro verrà poi inserito come creditore nel procedimento legale. «Entro maggio incontreremo l’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Milano che sta seguendo il vivaio – spiega Oliva -. Ci faremo portavoce di tutte le storie di sfruttamento che stiamo raccogliendo in questi giorni. L’obbiettivo è quello di ridare dignità a questi lavoratori. I tempi sono stretti: presto ci siederemo al tavolo con l’amministratore per definire le modalità e i tempi per riconoscere il credito degli ex dipendenti compresi i contributi non pagati».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Aprile 2021
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