A Dairago la cancellata della scuola di danza “Angeli sulle punte” si riempie di disegni. Degli alunni più piccoli, certo, ma anche di quelli dei più grandi, che si sono lasciati coinvolgere, hanno messo mano a matite e pastelli e hanno dato sfogo alle emozioni: un modo silenzioso ma colorato per sentirsi vicini anche a distanza ai tempi delle palestre chiuse e delle scuole in didattica a distanza.

Come tutte le attività sportive, anche la scuola di via Chiesa ha chiuso per la prima volta i battenti con il lockdown della scorsa primavera. Poi, dopo una riapertura momentanea con tutti gli investimenti del caso per rispettare i protocolli di sicurezza, dallo scorso 26 ottobre tutto di nuovo sospeso. E dopo cinque mesi, gli effetti dello stop iniziano a farsi sentire. «La chiusura inizia ad essere lunga – spiega Eleonora Burgsthaler, titolare della scuola di danza -: i primi mesi si affrontano con pazienza, anche nell’ottica di fare un sacrificio per il bene della comunità, ma ora, vedendo che la situazione non migliora…Chiudere attività guidate come le scuole o come la nostra, poi, porta solo più ragazzi in giro. Nella nostra scuola abbiamo spazi ampi, abbiamo sempre assicurato la misurazione della temperatura, l’igienizzazione della mani, il rispetto delle distanze e il ricambio continuo di aria e ci siamo dotati di macchinari ad ozono per la sanificazione. Anche prima dell’emergenza sanitaria abbiamo sempre lavorato in sale da 100 metri quadri, dove potrebbero starci 40 persone, con gruppi da 15. Bisognerebbe valutare quali strutture hanno effettivamente caratteristiche che permettono di rimanere aperti e differenziare, non chiudere indiscriminatamente».

Anche perché senza la scuola e senza la valvola di sfogo offerta da attività come quella della scuola “Angeli sulle punte” e dallo sport in generale, «ormai i ragazzi si stanno spegnendo – aggiunge Eleonora -: a febbraio, esaurite le lezioni già pagate, abbiamo visto che in molti non si sono più collegati. Per il fitness è diverso, parliamo di adulti ai quali abbiamo anche messo a disposizione gratuitamente le nostre attrezzature per seguirci anche da casa. Ma gestire da casa i bambini dell’asilo e delle elementari è difficile, così come è difficile convincere a collegarsi i più grandi dopo tante ore davanti allo schermo per la didattica a distanza. L’unica fascia che resiste è quella della scuola media».

Così, per riaccendere la scintilla, Eleonora ha pensato ai disegni e in due settimane circa ne ha già raccolti 125: numero non da poco, contando che i soci sono in tutto 450. «Da sempre amo ricevere i disegni, li collezioni da dieci anni e so che bambini e ragazzi ci mettono molto di loro stessi – conclude Eleonora -: così ho pensate di dare loro voce in questo modo, li ho plastificati tutti e li ho appesi alla cancellata. Con il passare dei giorni arrivano messaggi sempre più profondi e ne sono contenta perché anche online abbiamo lavorato molto sulle emozioni e ne è un laboratorio coreografico molto bello. Quando tutto questo sarà finito, stamperò un collage con tutti i disegni e lo appenderà a scuola».