Quantcast

Cgil Ticino Olona: «40mila lavoratori in attesa della cassa integrazione»

Lavoratori dell'Alto Milanese che dovranno attendere mesi per avere la cassa - Il timore per i sindacalisti è quello di trovarsi a settembre con un importante serrata «servono azioni immediate»

Sono oltre 40mila i lavoratori della zona di Cgil Ticino Olona che il 27 aprile rischieranno di non avere la cassa integrazione, a questi si aggiungono coloro che non avranno lo stipendio perchè magari lavorano in nero o i cui datori di lavoro non intendono accedere agli ammortizzatori sociali. A illustrare la drammatica situazione in cui si trova il territorio (Alto Milanese, Magentino e Abbiatense) è Giuseppe Pascarelli della Segreteria CGIL Ticino Olona.

«Siamo scandalizzati dalla superficialità del dibattito politico – commenta il sindacalista -. Ricordiamo che, in tempi normali, l’Inps eroga la cassa come minimo dopo 4 mesi. I pagamenti, se non anticipati dai datori di lavoro, non sono per niente immediati. Come faranno le famiglie a vivere?». Per Pascarelli, 1miliardo circa di finanziamento per quattro settimane di cassa «non copre la reale richiesta, ci vogliono svariati miliardi di euro in aggiunta. Denaro che non crediamo possano arrivare attraverso gli eurobond o il dibattuto Mes: servono azioni immediate».

In questi giorni di emergenza i sindacalisti della Cgil, Cisl e Uil si sono impegnati al massimo per dare risposte ai cittadini. Basti pensare che soltanto nella sede di via Volturno sono stati registrati 3mila accordi (5mila persone coinvolte) per avviare strumenti come la cassa integrazione ordinaria e quella in deroga. Attivata anche la FSBA (280 procedute in 4 settimane e nell’artigianato si contano 2mila lavoratori), il Fondo di integrazione salariale (Fis) per i servizi sociali e la Tis (300 accordi per 1900 persone nel mondo dell’Istruzione). Senza contare le procedure per la richiesta del bonus da 600 euro, dedicato ai lavoratori in partita iva, che molti non hanno ricevuto. «Una parte delle aziende medie e grandi del territorio – ricorda Pascarelli – sono riuscite ad anticipare le casse, ma molte realtà non hanno un accordo sindacale».

Dando uno sguardo al mondo dell’imprenditoria nell’Alto Milanese, composta da piccole aziende frammentate (per lo più della metalmeccanica, chimica e tessile) Pascarelli ha espresso la sua preoccupazione in quanto «molte vivono sull’esportazione. C’è da chiedersi se riusciranno a reggere il colpo». Il timore è quello di trovarsi a settembre con importanti danni sia per artigiani e commercianti sia per le imprese: «Il Governo deve mettere in campo soluzioni concrete – afferma il sindacalista – come garantire alle imprese copertura finanziare per le domande inviate all’INPS, rimodulare il nuovo decreto che dovrà confermare l’impossibilità del licenziamento. E poi dovranno snellire le procedure per i pagamenti e prevedere lo stanziamento di soldi veri. I lavoratori e le imprese rischiano di pagare un prezzo pesantissimo»

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
Noi di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi con attenzione.
Pubblicato il 23 Aprile 2020
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore