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Risparmio: gli italiani sono sempre più “formiche”

Aumenta il PIL ma non i consumi: italiani “conservatori”...

Risparmiare per credere: dopo i problemi portati dalla crisi economica, le famiglie dello Stivale sono diventate sempre più attente alle spese: una vera e propria colonia di “formiche” che, però, ha in realtà abbracciato questo trend sin dai tempi del secondo dopoguerra fino agli anni ‘90, con un attento studio delle spese sempre nell’ottica dell’oculatezza. Attenzione, però, a non eccedere in entrambi i sensi: se da un lato la diffidenza nei confronti delle banche appare ancora oggi una realtà, nonostante un leggero miglioramento in termini finanziari, dall’altro conservare i soldi sotto il materasso non è esattamente la scelta giusta, perché immobilizzarli non porta alcun tipo di vantaggio. Ma quali sono le soluzioni di investimento preferite dagli italiani?

Aumenta il PIL ma non i consumi: italiani “conservatori”

Come già accennato, dal secondo dopoguerra agli anni ’90 le famiglie italiane hanno capito l’importanza del risparmio, con una “conservazione” del reddito che – a seconda dei decenni – è oscillata fra il 20% ed il 30% del totale. Questo spiegherebbe perché non sono poche le famiglie che sono riuscite ad attraversare – seppur con fatica – il momento di crisi economica del 2007, anche se questo ha ovviamente intaccato quanto faticosamente messo da parte negli anni. Ma la novità più interessante viene dalle ricerche condotte dall’Istat: a dispetto di un leggero aumento del PIL, e dunque del potere di spesa degli italiani, non sono state rilevate variazioni significative in termini di consumi. Dove finiscono, dunque, quei soldi?

Come investono oggi le famiglie italiane?

Se i soldi messi da parte prima, e quelli messi da parte adesso dopo l’aumento del PIL non sono stati spesi per acquistare merci o generi di consumo, dove sono finiti? Una domanda che ne pone un’altra, molto simile: come hanno deciso di investire oggi le famiglie italiane? I conti deposito sembrano essere la soluzione preferita, insieme agli investimenti in mattone, dunque all’acquisto o alla ristrutturazione di immobili. Poi c’è anche chi ha deciso di investire in metalli preziosi e persino in BitCoin, mentre sono scarsissime le forme di investimento alternative (solo il 5%). Ma va sottolineata un’altra opzione molto valida: il libretto di risparmio, una soluzione alternativa semplice e abbastanza diffusa in Italia. Ad esempio, il libretto di risparmio della Coop consente di tutelare i risparmi per via della solidità patrimoniale di questa cooperativa, avendo poi l’opportunità di accedere a diversi servizi e ottenere un vantaggioso rendimento sul capitale investito.

Perché gli italiani non investono più in banca?

Quando si pensa all’investimento dei propri risparmi, la banca solitamente è il primo pensiero che sfiora la mente di chi ha messo qualche soldo da parte e intende sfruttarlo per ottenere dei rendimenti. Eppure, le famiglie italiane continuano ad essere diffidenti nei confronti degli istituti di credito e degli strumenti finanziari messi a disposizione dalle banche. Il motivo è da ricondurre a due fattori: in primis la crisi che ha coinvolto grandi istituti come Veneto Banca e la Popolare di Vicenza ha generato un clima di paura e di tensione. In secondo luogo, i tassi di interesse oggi sono molto bassi, cosa che ovviamente funge da ulteriore deterrente.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 29 Agosto 2017
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