Presentata la campagna “Fame di verità e giustizia” di Libera al Centro Pertini-Salice
Venerdì 4 luglio Libera ha presentato alcuni punti della campagna "Fame di verità e giustizia" al Centro Pertini-Salice di Legnano

Presentata la campagna “Fame di verità e giustizia” di Libera, rete di associazioni e gruppi contro le mafie, nella serata di venerdì 4 luglio al Centro Sociale Pertini – Salice di Legnano. Per l’occasione sono stati illustrati 5 dei 12 punti che compongono il ricco menù di “Fame di verità e giustizia”, accompagnati da testimonianze e interventi di associati o esperti del settore. Al termine dell’incontro giro pizza e musica con il concerto live degli Acrustica.
Verità e giustizia
Tra gli interventi colpisce il racconto di Marisa Fiorani, mamma di Marcella Di Levrano, assassinata nel 1990 per aver reso una testimonianza chiave per il Maxiprocesso di Lecce, che accertò l’esistenza della Sacra Corona Unita pugliese. «Davanti a quel dolore che non si può descrivere – ha detto Marisa Fiorani durante la sua testimonianza – giurai a me stessa che dovevo conoscere la verità. Ho lottato da sola per 20 anni senza trovare niente, poi un giorno mentre mi preparavo per andare a lavorare ho sentito parlare di Libera alla radio. Li ho incontrati, loro hanno creduto in me e nella storia di mia figlia e insieme abbiamo continuato a cercare la verità che abbiamo trovato dopo 30 anni: mia figlia è stata ammazzata per il suo coraggio».
Una testimonianza che fa riflettere quella di Fiorani e che ben rappresenta il primo punto della campagna di Libera: “verità e giustizia per le vittime innocenti delle mafie”. Il dato diffuso dai relatori di Libera durante l’incontro è allarmante, circa l’80% dei familiari non conosce la verità sulla morte dei propri congiunti, o ne conosce solo una parte.
Educazione
Non solo verità e giustizia per i familiari delle vittime, tra i punti illustrati durante la serata centrale è il tema dell’educazione come strumento di emancipazione, perché la povertà e la disuguaglianza alimentano il rischio di reclutamento criminale. «L’educazione è liberazione e cambiamento, – ha detto Miriam Molinari, educatrice – soprattutto per costruire una comunità sempre più coesa. Noi educatori accompagnamo le persone nel loro percorso di integrazione e costruzione della propria identità, non è facile ma credo sia uno strumento che ci possa aiutare a costruire la giustizia sociale, uno dei capisaldi di Libera. Il cambiamento di una singola persona aiuta a costruire un cambiamento collettivo».
Tra i punti della campana “Fame di verità e giustizia” spiccano anche la libertà di stampa e la tutela di chi fa informazione, la rieducazione dei detenuti nelle carceri, il disarmo, la prevenzione del gioco d’azzardo e il contrasto alla corruzione. «Uno dei temi che non abbiamo toccato questa sera e che appartiene alla storia di Libera – ha detto Ganpiero Colombo, referente del presidio territoriale di Libera a Legnano – è sicuramente quello dei beni confiscati. Libera è nata grazie ad una raccolta di firme per sostenere l’importanza del riutilizzo sociale dei beni confiscati, da 30 anni difendiamo questa legge che è stata introdotta nel nostro paese e ha permesso di restituire alla comunità numerosi beni del patrimonio delle organizzazioni criminali che sono stati destinati a finalità sociali».
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