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L’Italia che modella il metallo protagonista con oltre 400 aziende a Lamiera 2025

Al via la ventitreesima edizione di Lamiera a fieramilano Rho: numeri da record, protagonismo internazionale e un’Italia seconda al mondo per produzione ed export di macchine per la lavorazione della lamiera

lamiera 2025

Con oltre 400 imprese su 40.000 metri quadrati di superficie espositiva e una partecipazione estera del 31% in rappresentanza di 23 paesi, si è aperta a Fieramilano Rho la 23ª edizione di Lamiera, manifestazione di riferimento per il comparto delle macchine utensili per la lavorazione e deformazione della lamiera, promossa da Ucimu-Sistemi per produrre e organizzata da Ceu-Centro esposizioni Ucimu. All’inaugurazione, presieduta da Riccardo Rosa, presidente Ucimu, sono intervenuti Raffaele Cattaneo (Regione Lombardia) e Carlo Bonomi (Fiera Milano), seguiti dalla presentazione dello studio Ceu-PwC su trend e prospettive del settore.

ITALIA SOLO DOPO LA CINA

La tavola rotonda con esponenti di Leonardo, Mermec e Moretto Group ha posto l’accento sulle esigenze dei settori clienti. Lamiera 2025 non è solo una vetrina: oltre 500 macchine in funzione mostrano l’avanguardia tecnologica di un comparto che vede l’Italia protagonista assoluta. Con 2,9 miliardi di euro di produzione e 1,8 miliardi di export nel 2024, il nostro Paese si conferma secondo al mondo dopo la Cina, e davanti alla Germania, sia per produzione che per vendite all’estero. La fiera si arricchisce con l’arena tematica Lamialamiera e con lo spazio Ucimu Academy che accoglie oltre 900 studenti, a conferma dell’impegno verso formazione e cultura industriale.

lamiera 2025

LA DOMANDA INTERNA

«Con questi numeri Lamiera si conferma tra le manifestazioni più importanti al mondo per il comparto», ha sottolineato Rosa, evidenziando il dinamismo della domanda interna spinta dal piano Transizione 5.0.
«Le semplificazioni del 5.0 recentemente ottenute hanno dato i loro frutti e ora le aziende italiane stanno avanzando numerose richieste di commesse anche importanti. Il problema è che il tempo è decisamente scarso per produrre e consegnare nei termini stabiliti attualmente fissati al 31 dicembre 2025. Considerato il dinamismo della domanda interna – ha aggiunto il presidente di Ucimu – riteniamo quindi che l’allungamento della scadenza del provvedimento, di 4 mesi, a aprile 2026, di cui si sta discutendo in queste settimane, sia la decisione corretta e necessaria per permettere al manifatturiero del paese di fruire delle risorse che il provvedimento, legato ai fondi Pnrr, mette a disposizione. Alle autorità di governo diciamo che è un’occasione che dobbiamo assolutamente cogliere in tutte le sue potenzialità per assicurare miglioramento della competitività dell’offerta di made in Italy rispetto ai concorrenti esteri».
Nonostante un 2024 in flessione (-14,5% produzione, -32,7% consumo), i dati del primo trimestre 2025 mostrano segnali di ripresa (+8,5% ordini totali, +71,5% domestici), anche se l’export segna una battuta d’arresto (-18,2%).

LE OPPORTUNITÀ

Dallo studio Ceu-PwC emerge che, se il 70% delle aziende ha subito l’impatto negativo del contesto geopolitico nel 2024, tale quota scende al 61% per il 2025, mentre raddoppia la percentuale di chi vede opportunità nella complessità. Cresce infatti la capacità di integrare la gestione del rischio e di diversificare mercati e settori: l’automotive e i contoterzisti assorbono metà della produzione, ma settori come energia e difesa stanno guadagnando centralità. Il 24% delle aziende lavora già con l’energia, in particolare per le fonti rinnovabili e il nucleare; la difesa, grazie al piano europeo Readiness 2030, è vista come un’opportunità di sviluppo strategico.

EXPORT USA E GERMANIA

Quanto all’export, Usa e Germania sono i principali partner, ma cresce l’attenzione verso mercati emergenti come il Messico. Sul fronte tecnologico, quasi la metà delle aziende sta integrando l’intelligenza artificiale nei processi: dalla progettazione assistita all’analisi predittiva. Infine, il tema della formazione emerge come cruciale: per il 48% delle aziende la carenza di personale qualificato è già un problema e per il 62% lo diventerà ancora di più nei prossimi anni.

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Pubblicato il 07 Maggio 2025
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